Impensabile, inaccettabile e al di là del buon senso. Questo il pensiero netto della filiera turistica della capitale sul Piano Bus proposto agli operatori per le vie brevi dall’assessore alla Città in Movimento Linda Meleo e che dovrebbe essere introdotto a gennaio 2018. Un piano “ imposto”, che non ha trovato ancora un sano confronto con gli operatori e le associazioni di categoria e che oggi “ mette a rischio il turismo romano, le imprese e l’occupazione”. Un grido di allarme e di dolore che si è rinnovato, dopo la manifestazione di piazza di settembre, e altri incontri con l’amministrazione comunale che hanno portato a un nulla di fatto, nelle sale dell’Hotel Universo di Roma (10 ottobre) con una conferenza stampa congiunta delle forze produttive di Roma , in primis le imprese del turismo, e del trasporto turistico, per proporre ipotesi e soluzioni per affrontare questo nodo e ributtare sul tavolo dati importanti legati al turismo della capitale: 17 milioni gli arrivi di cui oltre il 30% in autobus turistici per 40 milioni di presenze annue di turisti nella città di Roma. Flussi che danno lavoro a 150.000 addetti generando il 10,3% dell’intero PIL cittadino. “ L’approvazione del Piano Meleo- sostengono gli operatori- comporterebbe l’azzeramento dei flussi turistici in bus con il conseguente crollo di arrivi e presenze nella Capitale nell’ordine di 1,5 mln e 3,6 mln, mentre andrebbero persi 12milioni di posti di lavoro". Ma quali sono i nodi scorsoi di questo piano ? In primo piano “due provvedimenti irragionevoli e immotivati, nonché contradditori tra loro, che verrebbero respinti da qualsiasi settore produttivo: da un lato la proibizione ai flussi di accedere con bus dedicati al centro di Roma al netto di alcune deroghe ampiamente insufficienti, e dall’altro l’imposizione di un aumento di 17 volte , del 1700%, delle tariffe di accesso anche se l’accesso sarà vietato”. Interventi definiti “ proibizionisti ”. Hanno esposto le proprie posizioni univoche sulla questione Giuseppe Roscioli, Federalberghi Roma, Tullio Tulli per l’Avav, Giancarlo Iacuitto per Fiavet Lazio, Carlo Begliuti per Guide Roma Federagit, cui si sono aggiunti gli interventi delle confederazioni Unindustria, Confcommercio e Confesercenti, rispettivamente Stefano Fiori, Tullio Nunzi e Daniele Brocchi , a dimostrazione della trasversalità del problema e delle influenze anche sull’indotto.
Urge la convocazione di un tavolo tecnico e dialogare, sul modello della concertazione sindacale, dove si parte da pensieri diversi per trovare una soluzione condivisa. Tra le opzioni da parte della filiera turistica la revisione dell’interdizione dei bus al centro storico, la richiesta di una introduzione del Piano dal 2019, la revisione delle tariffe, la chiarezza di regole e la costanza dei controlli. Altrimenti la filiera è più che pronta a “ battere i pugni sul tavolo” e a tornare anche in piazza o trovare forme di lotta alternative . Per lottare non solo a favore dei bus ma contro l’abusivismo, la mancanza dei controlli, il degrado della città, la mancanza di sicurezza, la pressione fiscale , tutti lati oscuri presentati in un efficace video. Giuseppe Roscioli ha evidenziato come , “sebbene nel passato non siano mancati problemi con le varie giunte, non ci sia mai stato da parte della Giunta Comunale un atteggiamento così tirannico. Altro aspetto: il Comune vuole spingere i flussi sui mezzi pubblici quando c’è un’azienda come Atac sull’orlo del fallimento. Da anni si parla di turismo come oro del territorio ma sono assenti provvedimenti atti a incentivarlo questo turismo. E nelle tasche del Comune v anno giò 120 milioni di euro con la tassa di soggiorno. Dobbiamo difendere le nostre imprese, i lavoratori, no ai giochi politici, siamo pronti a tutte le battaglie”. Secondo Giancarlo Iacuitto, Fiavet Lazio, “ è improponibile l’introduzione di un nuovo Piano già nel 2018 con nuove , ed elevate, tariffe, quando i contratti dei tour e soggiorni Roma sono già stati firmati, e il rischio è incorrere in contenziosi internazionali e ricadute delle spese sui tour operator italiani e adv. Cosa andiamo a raccontare ai nostri buyer nelle prossime fiere? Il turismo è fonte di ricchezza , non si tratta di orde di barbari, e il turismo dei bus non è nemmeno lowcost .Se vogliamo aumentare il nostro turismo in qualità e quantità non possiamo rinunciare ai bus turistici. Urge avere un tavolo tecnico per trovare soluzioni a partire dal 2019. Il turismo è programmazione, non si possono cambiare modalità di lavoro in due mesi”. Tulli, Anav, ha evidenziato un’altra “chicca” del piano, ovvero l’introduzione di ticket anche per i servizi di linea, altro nodo da comprendere e scogliere. E sul fronte dell’inquinameno che porterebbero i bus turistici, ha fatto riferimento allo Studio della Sapienza di Roma sui bus turistici, che nega una relazione tra bus turistici, spazi occupati e inquinamento a Roma. Carlo Begliuti, Guide Roma Fedargit, ha affermato che “ stiamo pagando anche vecchi errori, la mancanza di spazi per i bus nel parcheggio di Villa Borghese, per esempio. Nei gruppi che viaggiano con i bus,inoltre, ci sono anche persone anziane o disabili e in questo modo si sta scoraggiando un turismo sociale”.” L’accessibilità e mobilità sono importanti- le parole di Stefano Fiori, Unindistria- e noi vogliamo il dialogo per risolvere i problemi. Dobbiamo puntare su un turismo migliore , e i segnali di incoraggiamento ci sono tutti tra l’aeroporto di Fiumicino in via di sviluppo, così come Civitavecchia, catene di lusso che vogliono investire in città. La mobilità è parte importante dell’accoglienza. Servono regole chiare, stabili e durevoli per favorire gli investimenti, tariffe equee, informazioni in tempo reale sugli stalli anche per gli operatori stranieri”. E dalla sala , anche da parte della stampa, un interrogativo: ma Meloni, assessore al Turismo, cosa fa e cosa pensa ?