“Come rendere strutturale il turismo italiano”. Questo l’interrogativo e il tema di fondo dell’incontro del 5 dicembre a Roma, promosso dall’Osservatorio Parlamentare per il Turismo, presieduto da Ignazio Abrignani Vice Presidente X Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo della Camera dei Deputati. Protagonisti associazioni e istituzioni, per discutere “ delle potenzialità che ha il nostro Turismo, ma soprattutto di come mantenere e accrescere l’attuale trend in aumento: infrastrutture, fondi, norme fiscali dedicate, maggiore efficacia della nostra promozione e tanto altro – come è stato sottolineato dal presidente Abrignani. Obiettivo far emergere dai contributi di tutti un’agenda delle priorità da affrontare per mantenere determinati trend e per far sviluppare le conquiste fin qui raggiunte. Bene il Piano strategico del Turismo “ con il compito di governare la crescita”, bene il lavoro svolto per stimolare le zone meno note del territorio attraverso le campagne dedicate ai Borghi ai Cammini , al cibo italiano nel 2018, bene il rapporto proficuo con le regioni instaurato con il MIbact, bene la spinta alla digitalizzazione e a un turismo di qualità, bene i monitoraggi che danno certezze di quanto e come il settore turismo crescerà nei prossimi anni, bene l’attenzione alle esigenze dei mercati stranieri in primis la Cina . Meno bene l'opera dell'Enti: da più parti la voce che ci si poteva aspettare di più …. Ma rimane, e non è poco, da metter mano alla normativa fiscale, alla sburocratizzazione, ai trasporti , a una effettiva destagionalizzazione , alla formazione . Punti che davvero possono rendere strutturale il nostro turismo. La macchina non si deve fermare. Come ha evidenziato Vittorio Messina, presidente Assoturismo Confesercenti “ la politica deve fornire la massima attenzione al comparto, massimizzando i risultati ottenuti dagli imprenditori e cercando di renderli strutturali. Per questo riteniamo fondamentale sostenere le imprese del turismo che investono, con agevolazioni specifiche per il settore, anche favorendo la modernizzazione delle infrastrutture di trasporto nazionali, cominciando dalla riduzione del gap esistente con le aree del mezzogiorno”. Dieci le azioni annunciate da Gianfranco Battisti, presidente Federturismo, per rendere strutturale la crescita del turismo in Italia.Tra queste “ semplificazione del quadro normativo; equità fiscale; un piano unitario di promozione; riduzione della stagionalità; standard di qualità credibili ed omogenei, digitalizzazione; formazione; qualità delle infrastrutture; sostenibilità e sviluppo di sinergie tra le varie forme di turismo. Affrontare questa incredibile opportunità richiede una programmazione strutturata e di lungo periodo, un’idea comune e condivisa di cosa debba essere l’Italia nel panorama turistico mondiale, per la quale servono nuovi modelli di cooperazione e di coordinamento tra i diversi livelli istituzionali ponendo al centro i territori e le loro identità”. Nardo Filippetti, presidente Astoi e imprenditore alberghiero, ha puntato il dito sulla destagionalizzazione. “ L’unico modo per sbloccare la nostra corta stagionalità è mettere mano al calendario scolastico: come pretendere che gli albergatori investano per una stagione ridotta a tre mesi?”. E ancora impegno massimo sulla formazione delle professioni alberghiere e non e stimolo a un rinnovato senso dell’ospitalità spesso mancante . Luciano Serra, Confcommercio Confturismo , ha richiamatro l’attenzione su infrastruttuture mobilità, lavoro e concessioni demaniali. E Iva. “Bisogna prepararsi al futuro , capire come dobbiamo porci- le parole di Mattia Fantinati, MOv. 5 Stelle , che ha riconosciuto che molto è stato fatto ma che ancora molto è da fare per scalare le classifiche. Intanto il Movimento presenterà una ricerca il prossimo 20 dicembre a MIlano, disegnando aspettative e previsioni turistiche da qui al 2030.
Nell’ambito del convegno sono state presentate anche due ricerche importanti. Il “3° Rapporto sulla programmazione regionale turistica 2017”, ( Federturismo Confindustria ) è illustrato da Italo Candoni, Vice Direttore Confindustria Veneto, ha analizzato le regioni che stanno attuando una policy regionale pluriennale , e il quadro merso è sostanzialmente positivo: crescono le regioni che realizzano piani strategici , 12 contro le 8 del 2016 ( regioni di eccellenza Puglia e Trentino e Alto Adige) , e solo una regione non si è dotata di un Piano: la Campania. Illuminanti le anticipazioni del Rapporto 2017 dell’Osservatorio permanente sui Piani Strategici del Turismo a livello europeo di Confturismo Confcommercio e CISET Università Ca’ Foscari di Venezia, anticipato da Mara Manente, Direttore CISET Università Ca’ Foscari Venezia , dal quale è emersa la spinta verso la segmentazione dell’offerta, la forte tendenza a valorizzare l’esperienza , e l’impegno di molti tour operator straniere nel ridefinire anche i segmenti più tradizionali.
Hanno partecipato Pierluigi Mantini, Dario Franceschini, ministro Turismo e Beni Culturali, Francesco Palumbo, Direttore Generale Turismo Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Giovanni Lolli, Coordinatore Commissione Turismo e Industria Alberghiera Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Vittorio Messina, Presidente Assoturismo Confesercenti, Luciano Serra, Vice Presidente Confturismo Confcommercio, Gianfranco Battisti, Presidente Federturismo Confindustria.