Il mondo delle terme non è più “roba da terza età”, non è più un vagone al traino di altre attrattive turistiche, ma da tempo è diventato esso stesso una locomotiva che traina altri comparti del settore turistico. Alle terme, che ormai sfoggiano il binomio salute-bellezza, ci vanno un po’ tutti: giovani e meno giovani, single e coppie; ma tutti, soprattutto giovani e coppie, con un alta capacità di spesa. Di cui se ne usufruisce non solo il comparto termale, ma tutto l’indotto che va dall’hotellerie alla ristorazione, dai negozi ai locali di divertimento. Insomma: la voce turismo termale è ormai un voce importante che fa da volano all’intera economia del territorio. Lo sanno bene gli operatori turistici (del settore termale e no) dell’Emilia-Romagna, terra che ha molto insegnato e molto ha da insegnare a tutto il mondo dell’hospitality e dell’accoglienza turistica in generale. L’occasione di parlare di terme l’ha offerta il Consorzio del circuito termale Emilia-Romagna nel corso di una convegno tenutosi al Melià di Milano il 21 novembre scorso. Oltre sessanta i buyer lombardi che l’altra sera hanno avuto l’occasione di incontrare i rappresentanti delle terme del consorzio emiliano-romagnolo.
Al tavolo dei relatori c’erano Umberto Solimene, presidente del Femtec (Worldwide Federation of Hydrotherapy and Climatotherapy, vale a dire: presidente mondiale della federazione delle terme), organizzazione che ha compiuto ottant’anni; Andrea Corsini, assessore al Turismo e Commercio della Regione Emilia-Romagna; Lino Gilioli, presidente del Coter (Consorzio del Circuito termale dell’Emilia-Romagna) che ha aperto la serata ricordando che “stiamo assistendo a un momento fortunato per il settore del turismo della salute. E il mondo termale dell’Emilia-Romagna si trova a essere privilegiato per la ricchezza dei siti termali situati in varie località della regione: sia al mare, sia in pianura, sia in collina. La scelta per il turista termale, dunque, è la più vasta possibile”.
Il 2016, anno non proprio fortunato per le generali risorse dei privati, ha comunque fatto registrare un più 4,7 per cento. E i dati di quest’anno confermano la tendenza di crescita, tant’è che si sta promuovendo un ‘dicembre alle terme dell’Emilia-Romagna’, che evidenzia un’altra sfida: terme aperte tutto l’anno”. Buone notizie, dunque per i 2500 lavoratori del settore che però vede crescere il numero che con l’indotto arriva a 12.500. L’assessore Corsini: “Il Circuito termale regionale è una componente strutturale dell'offerta turistica dell’Emilia-Romagna. Le nostre terme - ha proseguito - sono luoghi di salute e benessere e costituiscono un patrimonio che aggiunge valore alla destinazione. Nei primi otto mesi del 2017 - ha precisato Corsini - è stato registrato da parte del mercato italiano un buon incremento degli arrivi, pari al 5,1%, dato che conforta sulle potenzialità di buon esito per la sfida dell’apertura annuale”. “Il patrimonio termale dell’Emilia Romagna organizzato e coordinato, unico in Italia - ha ben sottolineato Umberto Solimene -, rappresenta un’eccellenza nazionale per terapia, riabilitazione e turismo della salute. In più: queste stazioni termali sono in territori ricchi di storia, cultura e gastronomia... Un patrimonio ancora non del tutto conosciuto - ha aggiunto Solimene - soprattutto nei centri minori, da valorizzare non solo come strumento di salute, ma anche di integrazione alla offerta turistica”.
Fiorenzo Barzaghi