Il mondo delle crociere sta attraversando un momento magico. In tutto il mondo, ma in particolare in Italia, dove c’è una specie di gara ad accaparrarsi un posto sulle navi più belle e sui percosi più originali, senza disdegnare quelli che ormai sono dei veri e propri classici.
“Sì, è vero, stiamo registrando una crescita costante – conferma Gigi Torre, patron di Gioco Viaggi, esclusivista di Carnival per l’Italia e la Francia e alcuni Paesi dell’Est Europa, ma anche di altre compagnie di navigazione del gruppo e no –. Ma tutto questo non nasce dal caso o dalla buona sorte. Dietro c’è un grande lavoro di conoscenza, presentazione, incontri…”.
- Un lavoro che ha contribuito a cambiare l’immagine della crociera.
“Senza dubbio, ormai è smontato il cliché che vedeva il crocierista in gabbiato nella catalogazione: anziano, ricco… Adesso il crocierista è giovane e giovanissimo, con famiglia e no che a bordo cerca il divertimento”.
– A volte pare che per molti crocieristi non conti molto la destinazione, ma il fun, il divertimento, a bordo è la destinazione, non le pare?
“Come no; è per questo che le compagnie, che hanno capito questa esigenza del cliente, fanno di tutto per assecondarla con invenzioni e meraviglie. Vien da pensare che le compagnie condividano e si attengano al famoso verso del cavalier Marino: ‘chi non sa far stupir, vada alla striglia’”.
– Con le adv, quali i rapporti?
“Sono il nostro impegno quotidiano con mail, incontri, eventi; lo scopo è far conoscere novità e offerte migliori. Debbo dire che il rapporto è ottimo”.
– La politica commissionale?
“E’ trasparente: il 10 per cento”.
– Non inseguite altre compagnie con sconti, ribassi e benefits, perché?
“Perché sappiamo di avere un ottimo prodotto, la conferma ci arriva dalle navi sempre piene”.
– Quali le destinazioni più richieste?
“Il Nord Europa e molto forte è la richiesta di Alaska, che ovviamente è limitata dalla stagione”.
– Il mercato cinese si è rivelato un fuoco di paglia?
“Non proprio, però si è scoperto che i cinesi non sono ancora così pronti come in molti credevano”.
Fiorenzo Barzaghi