L’attenzione per il futuro delle grandi raccolte d’arte è il tema affrontato dal convegno internazionale La conservazione preventiva nei grandi musei. Strategie a confronto. Il convegno ha promosso una riflessione ad alto livello sui temi della gestione del turismo di massa e della conservazione programmata del patrimonio, tra le sfide più urgenti del terzo millennio.
Conservazione preventiva vuol dire anche dialogare e confrontarsi su uno degli aspetti fondamentali della gestione dei fragili, quanto fortemente esposti, patrimoni dell’umanità raccolti in quegli scrigni di ricchezza che sono i grandi musei universali, frequentati ogni anno da milioni di visitatori. I Musei Vaticani hanno particolarmente a cuore queste tematiche poiché la loro missione è quella di far conoscere, preservare e condividere quello straordinario lascito di cultura, di storia, di bellezza e di fede che i Pontefici romani hanno raccolto e custodito per secoli. E’ responsabilità dei direttori dei musei che conservano tali ricchezze di pensare a preservare e condividere le opere che sono state loro affidate. Oltre ad Antonio Paolucci, che ha diretto i Musei Vaticani dal 2007 al 2016 e da sempre si occupa della tutela e della divulgazione del patrimonio con prestigiosi incarichi istituzionali, sono stati protagonisti i direttori di alcuni dei maggiori musei del mondo, che hanno accettato di descrivere le strategie operative o casi specifici affrontati nell’ambito del loro ruolo: Jean-Luc Martinez del Musée du Louvre, Gabriele Finaldi della National Gallery di Londra, Laurent Salomé del Musée National des Château de Versailles et de Trianon, Mikhail B. Piotrovskiy dello State Hermitage Museum di San Pietroburgo, Miguel Falomir Faus del Museo Nacional del Prado, Timothy Potts del J. Paul Getty Museum di Los Angeles, Christian Greco del Museo Egizio di Torino. Oggi la conservazione del patrimonio richiede sinergia e regolarità di applicazione, protocolli scientificamente testati, impegno di professionalità correttamente formate, verifica dei risultati, certezza di finanziamenti. La strategia di conservazione programmata dei Musei Vaticani affonda le sue radici nell’antica tradizione di tutela esercitata dai Pontefici e nella pratica di cura del patrimonio che anticipa il concetto stesso di museo, anche attraverso lo studio dei documenti conservati presso l’Archivio Storico dei Musei Vaticani. Il modello operativo adottato dai Musei Vaticani è un sistema a più corsie dove, accanto alla tradizionale attività di restauro, interagiscono efficacemente la cura degli ambienti di esposizione, la programmazione e la regolare esecuzione di piani di manutenzione ordinaria delle collezioni, degli allestimenti e degli impianti. Oggi i Musei del Papa possono contare su uno staff interno che vigila sul patrimonio esposto e conservato in più di quaranta depositi e che cura il sistematico monitoraggio ambientale e climatologico nei luoghi di esposizione, di conservazione e di lavoro. La strategia di conservazione si sviluppa anche attraverso la quotidianità di interventi ordinari rivolti alle collezioni e ai percorsi di visita condotti da una squadra di restauratori esterni, appositamente formati e operanti nell’ambito di programmi coordinati dall’Ufficio del Conservatore. Nel corso del convegno è stato presentato il volume di Vittoria Cimino The conservation of the Vatican Museums. A ten-year proiect completed, recente versione inglese di Come si conserva un grande museo. L’esperienza dei Musei Vaticani edito da Musei Vaticani-Allemandi nel 2016: manuale nato dal desiderio di condividere i programmi, i metodi e le attività di conservazione programmata in uso presso i Musei Vaticani con le altre Istituzioni impegnate nell’attività di tutela a conservazione del patrimonio storico artistico. L’intero convegno è stato reso possibile dal sostegno di Minsait, società di Indra, che supporta i Musei Vaticani per la protezione e la sicurezza delle opere e delle persone.