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![]() ARABBA: A UN PASSO DAL SOGNO
Ci troviamo nel Comune di Livinallongo del Col di Lana (BL), nella Valle di Fodom, una delle cinque valli che costituiscono l’enclave della Ladinia. Arabba, “Reba” in ladino, si trova qui, ai piedi del massiccio del Sella (una tra le icone più famose delle Dolomiti UNESCO, patrimonio mondiale), a 1600 metri di quota, incastonata come una perla tra il Passo Pordoi e il Passo Campolongo. E, di fronte, la “Regina” delle Dolomiti, cioè l’inconfondibile parete della Marmolada, su fino a Punta Penìa che, con i suoi 3.342m è il punto più alto di tutte le Dolomiti.
In questo scenario unico e suggestivo, Arabba è una piccola frazione che ha conservato la cultura, le tradizioni, i racconti, l’artigianato e i valori di uno stile di vita prevalentemente contadino, semplice e genuino, che oggi permette agli ospiti di immergersi in un “mondo fuori dal mondo”. Un paese raccolto e caratteristico, un luogo ideale per riscoprire una dimensione a misura d’uomo in ogni stagione: aria pulita, natura incontaminata, zero stress.
Ospitalità: mille soluzioni diverse
E per chiudere una giornata all’insegna della natura e dello sport, l’accoglienza e l’ospitalità ladina mettono a disposizione degli ospiti, sia in estate sia in inverno oltre 3000 posti e 200 esercizi tra alberghi, ristoranti e strutture ricettive: dai wellness hotel con sauna, bagno turco, piscine e massaggi, ai garnì dal gusto tipicamente alpino, passando per residence, appartamenti, agriturismo e affitta-camere. Numerosi, infine, i locali tipici che si affacciano tra le vie del paese e la valle, dove lasciarsi tentare dal profumo dei dolci e delle specialità gastronomiche fatte in casa.
![]() Trekking: scoprire la storia tra percorsi incantevoli In questi luoghi, gli amanti del trekking hanno l’opportunità di percorre gli antichi sentieri che si snodano tra le montagne. Uno di questi è il sentiero geologico in zona Porta Vescovo, un percorso ad anello interessante sotto diversi aspetti, da quello geologico, come anticipa il nome, a quello botanico e storico, attraversando zone teatro di avvenimenti bellici della Grande Guerra.
Anche dal punto di vista paesaggistico è uno dei percorsi più belli delle Dolomiti. Già alla partenza offre una indimenticabile vista sulla Marmolada e, dal lato opposto, sul gruppo del Sella. Dopo un tratto iniziale su prati, il sentiero scende percorrendo una stretta valle dove scorre un piccolo torrente e arriva al laghetto di Portados. Passa poi sotto il Sourasass, su un vecchio percorso di guerra, offrendo uno spettacolo indimenticabile sulla valle di Arabba, sul Passo Campolongo e sulle pendici dell’altopiano di Cherz. Da lì sale verso il Pizzac, attraversando insediamenti austro-ungarici di guerra dei quali rimangono sorprendenti resti. Sulla vetta lo spettacolo è veramente mozzafiato: Col di Lana, Tofane, Averau, Nuvolau, Lastoni di Formin e Croda da Lago, Sorapis e Antelao sono visibili in tutto il loro splendore. Al Col Toront si effettua una deviazione per percorrere una trincea italiana di guerra con successive caverne e stazione di arrivo di una teleferica.
Arrivati al Passo Padon, attende tutti gli escursionisti una incredibile vista su Civetta e Marmolada, che prosegue con angolazioni diverse fino al ritorno a Porta Vescovo, con la Marmolada che si specchia nel lago Fedaia. Il giro completo prevede 18 stop e richiede 7-8 ore, ma il SGA può essere percorso anche parzialmente.
Altro percorso interessante è quello dei Bec de Roces. La partenza è posta a Passo Campolongo (si arriva al parcheggio o con la macchina o con il bus), da lì si intraprende il sentiero 636 che porta ai Bec de Roces in 30 minuti, ma per i meno allenati è a disposizione la seggiovia Campolongo.
Dopo aver ammirato il panorama a 360 gradi su Sella, Marmolada, Porta Vescovo e Col di Lana si continua sul sentiero 636 in direzione del Lago Boè, e lì ci si immerge nei veri Bec de Roces ovvero queste torrette frastagliate di dolomia che danno l’impressione di essere all’interno di un labirinto. Usciti dai Bec si arriva nei pressi di un enorme masso chiamato Sasso Quadro dove è possibile ammirare i resti di una vecchia postazione di guerra austro-ungarica, che funge ora da balcone naturale, con una bellissima vista sulla Marmolada. Il sentiero prosegue sul percorso 636 e poi 638, arrivando al Lago Boè. Dopo una rilassante pausa al laghetto naturale del Boè si rientra a Passo Campolongo attraverso la sterrata 638, concludendo l’escursione in circa 4 ore.
Ferrate: alle porte del cielo
È possibile, però, salire anche più in alto. Tra le pareti che circondano Arabba sono state predisposte alcune tra le vie attrezzate più belle delle Dolomiti. Tra queste, una di recente inaugurazione, precisamente il 18 ottobre 2018, intitolata al “Sottotenente Fusetti”, importante figura della Prima Guerra Mondiale.
La via si snoda lungo il percorso seguito dal plotone guidato dal Sottotenente Fusetti che nell'ottobre del 1915, scalò il Sasso di Stria per occuparne la vetta, raggiungendola dal lato sud ovest, passando dalle feritoie delle postazioni dell’artiglieria austro-ungarica, in questo modo l’avvicinamento alla ferrata è di grande valore storico. Attraversando poi la galleria Goiginger sulla selletta, si percorre un tratto del sentiero in direzione della postazione Edelweiss, per trovare l'attacco della nuova ferrata dopo circa 800 metri. Dall'arrivo della ferrata si può proseguire lungo le postazioni austro-ungariche e raggiungere la vetta del Sasso di Stria a 2477 metri, o scendere al Forte Tre Sassi a quota 2168 metri. La durata dell’escursione è di circa 1 ora e 50 minuti.
Oltre a questa novità sono sempre praticabili altre ferrate, come la Ferrata delle Trincee, che da Porta Vescovo arriva fino al Passo Padon, attraverso l’impervio campo di battaglia della Prima Guerra mondiale, con molti vecchi appostamenti, trincee e postazioni letteralmente aggrappate alla roccia. La prima parte impegnativa è compensata da una seconda lunga, ma più semplice, con tratti in cresta e un panorama sempre spettacolare sulla Marmolada. Dall’anno scorso poi, è a disposizione degli appassionati un nuovo tratto di ferrata (nuovo per modo di dire). È stato infatti ripristinato il tratto denominato Sasso dell’Eremita, una parete a difficoltà media con un dislivello verticale di circa 55 metri.
È ben più impegnativa la Cesare Piazzetta (una delle più difficili delle Dolomiti), che sale fino ai 3152 metri del Piz Boè.
![]() Ciclismo: sulle strade della leggenda
Arabba regala pedalate di grande soddisfazione personale. Una su tutte: l’ascesa al Monumento di Coppi sul Pordoi. Oppure, la sfida al “mostro”, le rampe cattive del Giau, partendo da Arabba in direzione Colle Santa Lucia. Si rientra dal Falzarego o, per i più allenati, dal Campolongo, dopo aver fatto anche il Valparola. Insomma, il paradiso dei pedali. Imperdibile è il percorso del Dolomites Bike Day, che unisce tre Passi, due province e tre valli ladine in 51 chilometri. Attraverso i valichi di Campolongo, Falzarego e Valparola, con un dislivello complessivo di 1.290 metri, si possono ammirare le strade più panoramiche e rinomate delle Dolomiti.
Una “classica” per i ciclisti, è anche il “Giro dei Quattro Passi”, Campolongo, Gardena, Sella e Pordoi.
Per questo anello Arabba rappresenta il luogo di partenza (e di arrivo) migliore: il Campolongo, infatti, è ideale come prima salita di giornata, ma soprattutto, è prudente prevedere il Passo Pordoi come ultima discesa.
MTB: nel cuore delle Dolomiti
Grandi emozioni sono assicurate anche a chi ama il ciclismo fuori strada: ad Arabba gli amanti della Mtb hanno a disposizione una gamma di percorsi e single trail, tracciati GPX, pressoché infinita. L’esperienza più gratificante resta il Sellaronda MTB Tour, il giro intorno al Massiccio del Sella, percorribile sia in senso orario (tracciato arancione: 58 km, 3400 metri di dislivello, che si riducono a 700 utilizzando gli impianti di risalita) sia antiorario (tracciato verde: 53 km, 3000 metri di dislivello o 1300 utilizzando gli impianti). Un tour che, ogni anno, viene proposto in chiave più sportiva dall’Unione Ciclistica Internazionale con la Hero Südtirol Dolomites, appuntamento irrinunciabile per i veri biker.
La mountain bike, peraltro, permette di raggiungere posti unici, magari evitati dall’escursionista a piedi che preferisce le vette e comunque impossibili per l’automobilista. Arabba è ricca di percorsi di interesse naturalistico, storico, architettonico e agricolo. A disposizione dei biker, dalla scorsa estate è attivo, su alcuni itinerari, un servizio di bike-shuttle, cioè di trasporto con pulmini attrezzati, in modo da evitare i dislivelli più impegnativi o le distanze eccessive: un modo utile per permettere di pedalare anche alle famiglie o ai meno allenati. Per chi non vuole perdersi neanche un centimetro di questi luoghi c’è il Panoramic Tour Arabba, un percorso che dal centro del paese sale grazie alla funivia di Porta Vescovo per poi riscendere seguendo il Trail PortaVescovo Rosso in direzione del Passo Pordoi. Da questo punto è possibile utilizzare la telecabina Fodom per raggiungere la cima del Passo e dirigersi verso l’Ossario. Proseguendo, il percorso si configura come un magnifico sali scendi nel quale gustarsi a pieno il Gruppo del Sella fino al Monte Burz. Il ritorno ad Arabba è possibile grazie ad una divertente discesa Enduro che chiude il giro panoramico esattamente da dove si era partiti.
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