Gianfranco Battisti, a capo di Federturismo Confindustria dal 30 giugno scorso per il prossimo quadriennio, attuale direttore della Divisione passeggeri nazionale ed internazionale dell’Alta Velocità di Trenitalia, si è subito mostrato attivo su vari fronti nella piena consapevolezza “di essere stato nominato alla guida della Federazione che rappresenta l’intera filiera del turismo e che costituisce un punto di riferimento importante nel panorama del turismo del nostro Paese”. Proprio in questi giorni si sta svolgendo un’ operazione importante della Federazione come Federturismo on tour “roadshow che nasce con l’obiettivo di identificare le principali problematiche che frenano la competitività e l’attrattività dei territori e per conoscere le iniziative regionali che riguardano il settore del turismo cui dare supporto e condivisione - come spiega il presidente. “Con la consapevolezza che il turismo non può prescindere dall’ascolto del territorio abbiamo ritenuto fondamentale realizzare questo tour per l’Italia per condividere iniziative, illustrare progetti e attività specifiche che vanno nella logica di sostenere le imprese e per ampliare il confronto costante e costruttivo con gli associati. Momenti di approfondimento e di confronto per illustrare le attività delle relazioni industriali, i progetti in corso, i servizi alle aziende con un focus sul fisco, il contratto nazionale e sui temi del welfare”. Il presidente, inoltre, si sofferma su molti dei temi chiave del comparto turismo, dal Piano Strategico ai Trasporti, dalla destagionalizzazione alla formazione, dalla classificazione alberghiera alle ombre dei numeri chiusi nelle città d’arte…
L’Italia ha un piano strategico del turismo. Entrando nel concreto, quali sono i punti distintivi del documento e quali le priorità cui mettere mano?
Il Piano strategico del turismo è stato un buon esempio di un processo di partecipazione e condivisione, voluto da tutti per il rilancio economico del settore. Cento pagine in cui sono delineate le priorità per valorizzare un settore attraverso 52 linee di intervento, e 4 gli obiettivi fondamentali: diversificare l’offerta turistica, innovare il marketing del brand Italia, accrescere la competitività e migliorare la governance del settore. L’ammodernamento delle strutture e delle infrastrutture legate al turismo, con interventi in linea con i criteri di sostenibilità ambientale, la crescita dell’attrattività turistica basata sulla valorizzazione sostenibile del patrimonio culturale e territoriale del Paese e un processo di innovazione tecnologica sono tutte linee d’intervento importanti per lo sviluppo del Paese che devono trovare l’opportuna applicazione. Ci auguriamo che il Piano possa accompagnare realmente lo sviluppo del settore e la valorizzazione del territorio per attrarre nuovi flussi. Le nostre perplessità risiedono come sempre nella capacità d’implementare le linee strategiche con tempi coerenti con le dinamiche evolutive del mercato.
Quali sono i settori del turismo (termalismo, culturale, balneare, congressuale…) che hanno bisogno di maggioreattenzione e di interventi?
Occorre intervenire con misure che agiscano sui problemi strutturali dell’intero settore del turismo e non solo sui singoli comparti. E’ importante focalizzarsi su alcuni obiettivi fondamentali come la semplificazione burocratica e la tutela del patrimonio. Ma la responsabilità, va detto, è anche in capo alle imprese che devono evolvere la propria capacità di adeguarsi ai veloci cambiamenti delle dinamiche del mercato con l’innovazione e l’aggregazione, superando i limiti dimensionali. Le imprese turistiche devono essere consapevoli che non basta più agire sulla leva del prezzo e garantire servizi di qualità, ma occorre considerare le esigenze dei nuovi turisti ed adeguarsi ai mutamenti introdotti dalle nuove tecnologie fornendo maggiore valore aggiunto innovando, formandosi ed evolvendosi verso nuovi e più attuali modelli. La standardizzazione è un processo ormai maturo e gli operatori turistici devono lavorare per la definizione di un prodotto completo che richieda proposte flessibili, dinamiche e motivazionali e per facilitare la promo commercializzazione. Questo significa che è necessario strutturare le risorse e i servizi turistici tramite linee/cluster di prodotto in linea con le nuove motivazioni di scelta dei turisti.
Destagionalizzazione: a che punto siamo?
Le vacanze degli italiani continuano a concentrarsi prevalentemente nei mesi estivi e la destagionalizzazione dei flussi turistici resta ancora lontana. Per ovviare a questa situazione occorrerebbe innanzitutto realizzare un intervento globale di riassetto sui calendari scolastici e della pubblica amministrazione, oltreché del sistema produttivo, in coerenza con quanto avviene a livello europeo. In questo modo si favorirebbe una vera destagionalizzazione delle vacanze e delle chiusure e, di conseguenza, della produzione che avrebbe soltanto effetti positivi sia sulla produttività manifatturiera che sul settore turistico, come è dimostrato in tutti i Paesi europei che hanno adottato analoghe misure. L’obiettivo principale da perseguire deve essere quello di rendere le località attrattori permanenti di turismo.
Riqualificazione alberghiera e classificazione: potrebbero essere dei punti chiave per il rilancio italiano?
Lo sono sicuramente. Dal 2003 ad oggi il numero di camere dei gruppi alberghieri italiani è cresciuto passando dal 6% al 14% rispetto all’offerta complessiva e per il biennio 2017/2018 si prevede un margine di crescita che potrà raggiungere il 15%. Il merito è senza dubbio in gran parte da attribuire all’attuale attività di riqualificazione del comparto che sta trainando positivamente le aziende, in particolare quelle del segmento up-scale e luxury, e che si è potuta realizzare grazie anche all’estensione dell’agevolazione del bonus alberghi dal 30 al 65% dell’importo speso. Gli aiuti fiscali in questo campo, oltre ad incentivare gli investimenti degli imprenditori, favoriranno anche l’interesse da parte delle catene internazionali verso il nostro Paese. Un altro tema aperto rimane quello della classificazione che deve essere semplificata per diventare coerente ed allineata agli standard internazionali.
Turismo e città d’arte sovraccariche, ritornano i discorsi sui numeri chiusi. Qual è la vostra vision?
La crescita del turismo domestico e di quello straniero con una particolare concentrazione nelle principali città d’arte riapre il dibattito sulla possibilità di introdurre il turismo a numero chiuso. Ritengo che l’introduzione di limiti ai flussi non sia la giusta soluzione per contrastare il turismo mordi e fuggi, occorre piuttosto coniugare la salvaguardia del territorio e gli interessi economici, organizzare gli accessi e regolamentare i flussi attraverso azioni di programmazione preventiva e razionalizzando il traffico con progetti di promozione mirati e di destagionalizzazione che portino i turisti a scoprire le numerose destinazioni ancora poco conosciute del nostro Paese anche in ottica di sviluppo e occupazione.
Trasporti tra efficienza e integrazione. Accessibilità èall’origine di tutto.Il tema è abbastanza in primo piano?
Un Paese che investa maggiormente sull’accessibilità delle destinazioni iniziando dai mezzi di trasporto e dalle infrastrutture, coinvolgendo anche le strutture ricettive e tutti i servizi connessi, è fondamentale per rilanciare l’incoming su tutto il territorio. Occorre sviluppare un’accessibilità locale per i flussi turistici verso le città d’arte e i centri minori attraverso un’integrazione modale che sia favorita da soluzioni digitali innovative e che deve diventare un elemento d’attrattività della nostra offerta turistica. Dobbiamo farlo attraverso una politica infrastrutturale per la mobilità che sia coerente con le caratteristiche del territorio e al servizio del turismo in un’ottica di sviluppo sostenibile, tramite la collaborazione di tutti i soggetti che, con ruoli e competenze diverse, operano all’interno della catena dell’offerta turistica.
“La formazione e la preparazione dei professionisti del turismo nonché il miglioramento della qualità è determinante per sostenere la competitività del nostro Paese - afferma il presidente Federturismo. “Favorire lo sviluppo dell’occupazione per i numerosi giovani formati nelle università italiane e dotati di competenze specialistiche è uno dei principali obiettivi da seguire. Sarebbe certamente un passo importante la creazione di un processo formativo in maggiore sinergia con il mondo delle imprese di settore con una logica di internship. Le imprese e le istituzioni devono dare un contributo determinante alla formazione professionale. E’ importante rivolgere attenzione al ruolo dei licei professionali, in particolare quelli del turismo che devono essere rafforzati. E’ necessario, inoltre dare spazio all’imprenditorialità giovanile nel turismo, dando sostegno e accompagnamento ad un settore che ha bisogno di innovazione di approccio e competenza”.