Non sono certo gli italiani che fanno di Las Vegas Las Vegas. Ma vi contribuiscono. E ogni anno i visitatori che partono dall’Italia sono sempre più numerosi. Lo ha ribadito in sostanza Gabriele Cavallotti, che per la città più straordinariamente chic, ma d’autore, è account manager per l’Italia: l’occasione una conferenza stampa tenutasi a Milano lo scorso 13 giugno.
“Ogni anno sono almeno 50mila gli italiani che vi arrivano; in totale sono oltre 42 milioni i visitatori di ogni anno di Las Vegas- ha detto Cavallotti. Il conteggio viene fatto di coloro che arrivano con i voli, ma altri vi arrivano sicuramente con propri mezzi e quindi sfuggono al conteggio. Comunque in totale nella città-del-divertimento-mondiale arrivano ogni anno un numero esorbitante di visitatori. E sono in costante crescita. C’è stato un appena percettibile calo negli anni ’80, ma poi il trend ha visto solo crescita, più o meno tumultuosa, irrefrenabile. E pensare che è stata una città inventata a tavolino, sottraendo terreno a un deserto tra i più inospitali del pianeta: un’autentica operazione da visionari, ma di quelli che hanno la fortuna e la capacità di trasformare le visioni in realtà, facendo arrivare camionate di capitali, ovviamente senza andare a sentirne l’odore. Sta di fatto che la realtà è quel che si e detto. E i numeri parlano chiaro: costante crescita. Ragion per cui quasi ogni anno c’è da aggiornare il numero degli alberghi, per non parlare delle attrazioni che sono il richiamo irresistibile, come lo furono le mitologiche sirene per i marinai. Ormai non c’è più posto in prima fila, sulla Strip, come viene chiamato il boulevard centrale, originario; ma si cresce sviluppando la seconda, la terza e in altre direzioni.
La parola d’ordine è: ci deve essere posto per tutti. Tutti possono potersi bearsi nel contemplare quella spettacolare città che di notte dà il suo massimo. Il chic la fa da padrone, anzi deve farla da padrone, così che più stravagante è, più folgorante diventa. Se non sapessimo che l’hanno inventata gli americani, oriundi e no, si potrebbe dire essere scaturita dalla mente immaginifica di un D’Annunzio che forse l’avrebbe chiamata la Rinascente.Non si è fatto cenno ai casinò, al gioco d’azzardo, perché quello è il marchio di fabbrica che tutti sanno, come si sa che chi ci va solo per quello non vede altro. E invece Las Vegas è anche molto altro; “Man mano che diventata sempre più la capitale mondiale dello spettacolo – ha precisato Cavallotti – concerti e produzioni di Broadway venivano pensati e realizzati, prima di girare il mondo, per essere tenuti a battesimo proprio nella città del deserto del Nevada”. E proprio il deserto con il Grand Canyon Park è un’attrazione naturale impagabile lunga quasi 450 chilometri tra pareti rosse e il tumultuoso Colorado sul fondo.
“Al momento la permanenza degli italiani a Las Vegas è di due notti: troppo poco – ha affermato con sicurezza Cavallotti – “La città e la regione meritano sicuramente di più. Sono infinite le cose imperdibili. Una gamma che va dal food (i migliori chef passano di qui), al benessere con tutte le più lussuose novità, dalle attrazioni ai concerti, allo shopping. Poi i 45 campi da golf e la Strip che dopo il tramonto inizia una nuova vita fatta di luci, di locali e di fantasie più sfrenate…”. I costi? Si va da quelli stellari, da film, ma nella capitale del divertimento ci si può stare anche senza portafogli a fisarmonica. Infatti, è anche una destinazione in crescita da tutto il mondo per congressi e fiere: nel 2016 la crescita in questo particolare segmento è stata del 12,1 per cento.
Comode connessioni aeree permettono di raggiungere Las Vegas attraverso i principali hub europei e americani Aeroporto McCarran International (LAS): British Airways (via Londra); United Airlines (via New York); American Airlines (via Miami/New York); Delta Airline (via Atlanta/New York); Condor (via Francoforte/Monaco); Virgin Atlantic (via Londra); Norwegian Air (via Copenhagen/Stoccolma); Edelweiss - stagionale (via Zurigo).