Il turismo si è seduto nella poltrona buona del salotto di Bruxelles, con un ruolo da protagonista nella Giornata Mondiale del Turismo ( 27 settembre), in occasione del convegno ad alto livello “Una strategia europea per la competitività dell’industria del Turismo” voluto dal presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, affiancato da illustri protagonisti del turismo e della Comunità Europea. Uscire dai luoghi comuni è tra i primi inviti dl presidente Tajani: “ Già oggi il turismo rappresenta, con l’indotto, oltre il 10% del PIL e dell’occupazione Ue. Per cui bisogna uscire dai luoghi comuni per cui questo settore interessi essenzialmente il Sud Europa o chi ha belle montagne; o che si contrapponga al resto dell’industria”. Il turismo è industria, il turismo ha un ruolo strategico e crea occupazione ed economia. In un momento storico in cui la rivoluzione digitale tocca molti comparti, “dobbiamo puntare con maggiore decisione su settori come il turismo che, pur essendo toccati dalla rivoluzione digitale, restano ad alta densità di manodopera. E sulle sinergie con altri comparti: l’alta gamma, l’enogastronomia, l’artigianato di pregio, basati su creatività e abilità manuale.L’eccellenza manifatturiera attrae turismo, così come il turismo favorisce l’industria e l’export. Non solo per moda o enogastronomia, ma anche per auto, audiovisivo, design. Chi, in Cina, acquista nostri prodotti d’eccellenza o vede film ambientati in Europa è, poi, invogliato a visitare il nostro continente. Gli americani che provano prodotti tipici da noi, vorranno poi acquistarli a casa propria. Il turismo è, dunque, parte essenziale del mosaico che compone il nostro tessuto industriale. Con ricadute su commercio, agroalimentare, industre culturali e creative, trasporti, costruzioni o cantieristica navale. Parliamo di una vera e propria industria, che crea valore aggiunto ovunque in Europa”. Secondi i dati riportati da Tajani nella sua relazione d'apertura , il 20% degli occupati ha meno di 25 anni. “Il settore è una delle prime porte d’accesso al lavoro e costituisce una risposta concreta alla disoccupazione giovanile, specie nelle regioni del Sud, dove un giovane su due non trova lavoro. Secondo il World Tourism and Travel Council, nei prossimi 10 anni si potranno creare 5 milioni di posti nell’Ue, legati al turismo, il cui PIL passerà da 1.6 a 2.1 trilioni di euro. Questo grazie al raddoppio dei viaggiatori da qui al 2030: da 1.1 a oltre 2 miliardi, una nuova classe emergente con capacità di spesa, proveniente in larga misura dall’Asia”.
“L’Europa- ha sottolineato Tajani- con il suo patrimonio storico, culturale, creativo, paesaggistico e naturale unico, ha tutte le carte in regola per intercettare questa nuova domanda. Già oggi, con 550 milioni di arrivi, siamo la prima destinazione turistica. Nel 2020 possiamo raggiungere i 700 milioni. Sarebbe un grave errore se la politica attendesse che questa crescita arrivasse da sola, come una “manna dal cielo”. Se fino agli anni ’90, l’Ue intercettava oltre la metà della domanda mondiale, oggi, attiriamo poco più del 40% dei viaggiatori. Le proiezioni indicano che nel 2030 meno di 1/3 dei turisti verrà nell’Unione. Per sfruttare l’enorme potenziale del settore, dobbiamo sostenere gli sforzi dell’industria per diventare più competitiva, puntando su qualità e sostenibilità”.
Il presidente ha indicato 4 pilastri, che sono stati tra l’altro i temi centrali delle tavole rotonde in cui si è articolato l’evento. Ovvero attirare maggiori investimenti, incrementando e rendendo più efficace l’utilizzo dei fondi Ue e migliorando il contesto per il business; promuovere una formazione in linea con le esigenze del settore; governare la rivoluzione digitale; sfruttare le sinergie e collaborare maggiormente a livello UE per promuovere l’Europa sui mercati internazionali, Cina in testa. Sul fronte degli investimenti- ancora il presidente- "Il turismo incontra una serie di ostacoli che ne tarpano le ali. Basti pensare alla molteplicità di tasse nazionali, locali, dirette e indirette, che in Europa pesano molto più che altrove; o ai costi dei trasporti, dell’energia, alla carenza d’infrastrutture, come la banda larga nelle zone rurali o remote; ai collegamenti insufficienti, sia a livello di rotte intercontinentali che sul trasporto locale. L’accesso al credito, specie per le micro e piccole imprese - che sono la grande maggioranza - rimane un problema. La politica, a tutti i livelli, deve sciogliere questi nodi”.
Nell’anno del turismo sostenibile, è stato rilevato, che sarebbe opportuno riflettere "su un piano d’investimenti per incrementare rinnovabili ed efficienza energetica, nell’ambito del Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici (FEIS). Un piano per il settore non dovrebbe limitarsi alla sostenibilità, ma attirare risorse per migliorare la connettività, gli aeroporti, la digitalizzazione dei musei, la formazione, la promozione. Favorendo un migliore utilizzo dei Fondi regionali e di “Orizzonte 2020”, in sinergia con l’azione della Banca Europea degli Investimenti. Ad esempio, si potrebbe finanziare la diffusione di “realtà aumentata” e viaggi virtuali nel tempo con l’impiego della visone tridimensionale, in parchi archeologici, musei, chiese o castelli, anche per esperienze educative e ricreative. Per questo, in vista del dibattito sulle prossime Prospettive Finanziarie 2021/2028, dobbiamo riflettere a una dotazione specifica per il turismo, come già richiesto nel 2015 dal Rapporto dell’Onorevole De Monte.Quando ero Commissario all’Industria, avevo proposto che una quota di almeno 100 milioni di “Cosme” andasse al turismo. Purtroppo, così non è stato”.
Nell’ambito del punto “Promuovere le competenze necessarie al mercato”, diventa essenziale la formazione “ primo fattore di successo e capacità di creare lavoro” . Da uno studio della Commissione risulta che il turismo è tra i settori dove la difficoltà delle imprese a reperire le competenze necessarie è maggiore. “ Il prossimo bilancio dell’Ue dovrebbe incentivare tirocini e formazione, contribuendo a detassare l’apprendistato fino a 25 anni. E favorire stage transfrontalieri nel quadro dei programmi Erasmus, compreso l’Erasmus per giovani imprenditori. Un aspirante cuoco, dopo la stagione invernale sulle Alpi francesi o austriache, può continuare a fare esperienza in estate sulla costa greca o spagnola.”
Il 2018 sarà l’anno europeo del Patrimonio Culturale e quello del Turismo UE–Cina, “ grande occasione per rafforzare la nostra diplomazia culturale e per prendere piena consapevolezza delle potenzialità di crescita e occupazione legate alla valorizzazione del nostro patrimonio culturale e creativo. Ma dobbiamo unire le forze per attirare più turisti internazionali, promuovendo l’Europa come destinazione, sul modello di quanto avviene negli USA, in Canada, Australia o nella stessa India .Un cinese visita, in media, 4 o 5 Stati membri. La prima competizione non è tra Francia e Spagna o tra Lombardia e Fiandre. Il viaggiatore sceglie innanzitutto il continente dove andare, per cui i concorrenti da battere si chiamano America, Asia, Caraibi o Pacifico.In una competizione sempre più dura, abbiamo tutto l’interesse ad unire le forze. In parte lo stiamo già facendo, grazie al lavoro di questo Parlamento e della Commissione, in cooperazione con molte Regioni della rete di Necstour, della European Travel Commission, del Manifesto dell’industria del turismo Ue. Ma dobbiamo accelerare, sostenendo con forza la Piattaforma per la Promozione Congiunta Ue che abbiamo creato, dotandola di più risorse”.
“ Il messaggio del Parlamento è forte e chiaro- ha concluso il presidente. “ Il turismo crea crescita, lavoro, investimenti e sviluppo del territorio. Per cui le istituzioni Ue devono fare molto di più per promuovere un approccio coordinato tra Commissione, Stati membri, enti locali e industria. Per prima cosa, chiediamo con forza alla Commissione una strategia che integri e aggiorni quella del 2010 e di proporre una sezione dedicata al turismo nel prossimo bilancio. Invitiamo inoltre la Commissione a valutare l’impatto delle altre politiche Ue sul turismo, a cominciare dall’EFSI e dal completamento del mercato dei servizi e del digitale. Non è un caso se abbiamo scelto la Giornata Mondiale del Turismo per lanciare un dibattito sul futuro del settore. Oggi è il giorno dell’ambizione, del coraggio, di idee e proposte che puntino a traguardi importanti. Se riusciremo a lavorare tutti insieme, il raddoppio degli arrivi nei prossimi 10 anni non sarà un miraggio”.