In attesa che il Governo dia risposte sulla ripartenza del Turismo, regioni e territori stanno pensando alla ricostruzione. Abbiamo incontrato Erwin Hinteregger, direttore generale di IDM Alto Adige, società che gestisce il marketing e la commercializzazione del marchio Alto Adige, della destinazione Alto Adige e dei prodotti agroalimentari di qualità, oltre a rappresentare il punto di riferimento per le aziende locali per l’export e l’innovazione, per conoscere quale strategia di rilancio del territorio hanno studiato per guardare al futuro con fiducia e sostenere l’intera filiera turistica
Qual è il suo ruolo nella promozione del territorio?
Attualmente stiamo lavorando insieme ai nostri partner e con il supporto della giunta provinciale ad un programma denominato “Restart Alto Adige”, con lo scopo di attuare misure concrete per rilanciare l’economia locale e il turismo a seguito dell’attuale emergenza.
Qual era in termini di percentuali il trend del turismo in Alto Adige in questo inizio di 2020?
In Alto Adige abbiamo avuto un trend molto positivo. Prendendo ad esempio il periodo tra dicembre e febbraio, abbiamo avuto un incremento del 10,8% nei pernottamenti. A seguito delle misure adottate per far fronte all’emergenza abbiamo, come del resto gran parte d’Italia, subìto dal 10 marzo in poi un crollo del 100%.
Che servizio state offrendo ai turisti che avevano già fatto delle prenotazioni per supportarli?
In un momento del genere è importante prendere ogni decisione con condiscendenza nei confronti dei clienti, cercando di offrire soluzioni flessibili nel caso di disdette. È ciò che suggeriamo di attuare a tutte le strutture ricettive del nostro territorio.
Quali iniziative avete studiato per raccontare il territorio e stimolare l'interesse quando si potrà tornare a viaggiare?
È importante continuare a raccontare il territorio già adesso e non aspettare che questo momento difficile passi. In realtà possiamo anche andare oltre al semplice raccontare. Con le tecnologie moderne abbiamo la possibilità di entrare in un dialogo con le persone, indipendentemente dalla lontananza. Ed è questa la strada che vogliamo percorrere: instaurare un dialogo, soprattutto con i nostri ospiti più assidui, e mettere la persona al centro di ogni attenzione. Abbiamo inoltre approfittato di numerosi tour virtuali già disponibili sui nostri siti e su quelli dei nostri partner per stare vicini agli ospiti portando a casa loro un viaggio virtuale tra le nostre bellezze e abbiamo implementato delle attività digital per essere presenti là dove ora il pubblico viaggia, cioè sui social. In questo modo vogliamo anche trasmettere il messaggio che stiamo aspettando tutti coloro che ci vorranno visitare e che non vediamo l’ora di offrirgli un’esperienza unica tra le bellezze del nostro territorio.
Il Turismo, sia come incoming sia come outgoing, è tra i settori più colpiti da questa emergenza: cosa è mancato al sistema Italia a suo avviso per fronteggiare tempestivamente l'emergenza?
Sono dell’opinione che l’emergenza sia stata sottovalutata dalla maggior parte delle istituzioni, sia italiane, che estere. Essendo state chiuse le frontiere, il turismo sarebbe in ogni caso stato colpito duramente. Ma ora è importante che non ci concentriamo su ciò che è stato o solo sui problemi, ma soprattutto sulle soluzioni. Dobbiamo guardare avanti e capire come uscire da questa emergenza in modo veloce ed efficace.
Quali sono a suo avviso gli interventi efficaci che potrebbero fare per supportarvi nella fase di rilancio e ora per tener vivo il territorio?
Innanzitutto credo che sia necessario un piano europeo, che preveda misure simili per tutti gli Stati Membri, soprattutto per quanto riguarda la libera circolazione delle persone e delle merci. Inoltre sarà necessaria una forte incentivazione di tutti i settori economici, soprattutto per quelli più colpiti. Se mettiamo le imprese nelle giuste condizioni, saranno loro stesse in grado di superare la crisi attuale. Ciò significa, garantire la liquidità necessaria, offrire dilazioni per i crediti e soprattutto forti progetti di riattivazione di specifici settori economici.
Quali importanti attività di promozione avevate in programma?
L’emergenza attuale ha colto tutti di sorpresa, rendendo necessario un cambiamento radicale dei piani. Ovviamente avevamo in programmo il lancio di varie campagne per la promozione del territorio e dei suoi prodotti, che ora abbiamo completamente rielaborato. Ora il focus è posto sulla ripartenza dei più importanti settori della nostra economia e su misure concrete per rilanciare il nostro territorio, sia sul mercato interno, che esterno. È essenziale in questo momento, che ogni nostra attività sia destinata a supportare i settori economici e le imprese per uscire quanto prima dalla crisi.
Se il domani fosse già oggi, quale sarebbe il tuo primo passo per rilanciare il brand Italia?
La forza del brand Italia sta nel territorio che rappresenta. Un Paese come l’Italia, ha davvero tutto da offrire, dalle città d’arte alle montagne e il mare. Ogni regione è unica a livello di paesaggio, cultura, tradizioni e gastronomia. Se penso all’Alto Adige passiamo dalle Dolomiti ai vigneti della strada del vino fino alle terme e i giardini di Trauttmansdorff a Merano, solo per citare pochi esempi. Oppure a livello gastronomico, dove si passa dalla cucina tradizionale offerta dai contadini agli chef stellati. Difficilmente si può trovare nel mondo un’offerta turistica alla pari e questa sarà anche in futuro la forza del brand Italia. E, superata questa emergenza, il primo passo sarà di comunicare al mondo che l’Italia è pronta e soprattutto sicura.