Da oltre10 anni, Giulia Dalla Palma dirige l’Azienda per la promozione turistica della Val di Non, in Trentino, realtà cooperativa che coinvolge soggetti pubblici e privati votata alla valorizzazione turistica del territorio in chiave sistemica. Conosciuta anche per la prima DOP concessa in Europa alle mele. L’abbiamo incontrata per sapere come stanno affrontando l’emergenza sanitaria e quali strategie di rilancio del territorio stanno studiando, soprattutto in vista dell’estate.
Quale responsabilità ha in questo momento?
La nostra funzione continua ad essere quella di far conoscere le peculiarità del territorio, svolgendo un lavoro di coordinamento tra tutti i segmenti della filiera locale che si traduce anche nella creazione di iniziative rivolte al visitatore e nella messa a punto delle differenti attività di marketing e di comunicazione. In questo momento, naturalmente, più che mai, il lavoro di coordinamento avviene anche attraverso un filo diretto con la regia del marketing territoriale di tutta la provincia, che fa capo a Trentino Marketing, e con l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari. Oltre che, naturalmente, con tutte le realtà della filiera: ricettività, ristorazione, trasporti e servizi.
Qual era in termini di percentuali il trend del turismo della Val di Non in questo inizio di 2020?
Premesso che per noi l’inverno non è un momento di alta stagione, poiché la nostra offerta non è incentrata sul prodotto sciistico, stavamo registrando un ottimo andamento, in linea con la crescita di tutte le aree della provincia di Trento e con percentuali di incremento vicine al 10%. Il blocco legato alla situazione attuale ha segnato un azzeramento quasi totale dei flussi del mese di marzo e uno stop ai mesi di aprile e, per ora, maggio che sono per noi importantissimi, sia per le iniziative rivolte al pubblico - il ricco calendario di Aprile Dolce Fiorire o i soggiorni di Adotta un melo, solo per fare un paio di esempi - sia per la comunicazione. Questi mesi, preludio dell’estate, fino ad ora avevano segnato una crescita costante nel corso degli anni, dandoci molta soddisfazione in termini di presenze e di apprezzamento delle attività offerte. La fioritura dei meli che tinge di bianco tutte le pendici del fondovalle e che coincide con i ponti di primavera e il periodo pasquale richiama molti estimatori dell’Italia e da tutto il mondo.
Che servizio state offrendo ai turisti che avevano già fatto delle prenotazioni per supportarli?
Su scala provinciale tutte le realtà operanti in ambito ricettivo hanno emesso dei voucher con validità dai tempi molto lunghi e la possibilità di cessione a terzi. In alcuni casi abbiamo negoziato anche la restituzione della caparra.
Quali sono stati i numeri del turismo del 2019? Quale proiezione avevate per il 2020?
Dal 2017 la Val di Non ha registrato ottime annate con numeri in costante crescita. Il 2020 lasciava prospettare un incremento ulteriore lanciato dai primi due mesi che avevano evidenziato aumenti anche vicini al 10%, prodotti da un andamento molto buono del mercato italiano e da una crescita eccellente di quello tedesco.
Quali iniziative avete studiato per raccontare il territorio e stimolare l’interesse quando si potrà tornare a viaggiare?
Abbiamo rafforzato ulteriormente la comunicazione sui canali social per dare vita a un racconto a distanza della destinazione, privo di connotazioni commerciali e incentrato su una valenza empatica nei confronti della nostra community e sul rafforzamento dell’engagement, anche attraverso la condivisione di contenuti creati da chi ci segue. Il riscontro è davvero ottimo e incoraggiante. Come prevedevamo e come ci segnalano numerose realtà del territorio, i numeri dei social sono molto cresciuti, così come le interazioni e le condivisioni. Naturalmente, c’è stata una flessione degli accessi ai siti web, anche se devo dire che la recente messa online della nuova versione del nostro sito www.visitvaldinon.it, incentrato su uno storytelling emozionale del territorio, con una valorizzazione delle esperienze in chiave local e un tono di voce realmente ispirato a quello del territorio (anche con l’uso di modi di dire locali), ha generato una coda lunga di interesse.
Il Turismo, sia come incoming sia come outgoing, è tra i settori più colpiti da questa emergenza: quali sono a suo avviso gli interventi che potrebbero supportarvi nella fase di rilancio e ora per tener ‘vivo’ il territorio e sostenere la filiera turistica?
Uno degli elementi molto importanti per il momento attuale e per preparare il futuro e un’omogeneità di strategie e messaggi a livello territoriale, elementi che stiamo mettendo a punto attraverso una task force provinciale. Stiamo utilizzando questo periodo per creare linee guida comuni a tutto il Trentino che interessino le differenti aree e aziende per la promozione turistica, così come gli albergatori, i ristoratori e i fornitori di servizi. Avere degli strumenti di comunicazione e di contatto con gli ospiti di domani che siano performanti, aggiornati, con contenuti chiari e informazioni corrette sarà fondamentale. Sarà allo stesso modo importante avere un messaggio che accomuni tutte le aree del Trentino, che dia l’idea di essere in un’area che si è preparata e che è in grado di offrire una vacanza sicura di qualità. Anche per questo, abbiamo bisogno di sapere in quale maglia normativa andremo a muoverci, capendo al 100% cosa deve essere fatto per offrire un ottimo servizio e sicurezza agli ospiti. Questa è la prima cosa da mettere a fuoco prima di promuovere di nuovo l’offerta. Non appena sarà più chiaro lo sviluppo della situazione, definiremo le attività che stiamo abbozzando e attiveremo una comunicazione mirata che valorizzerà il Trentino come territorio ricco di risorse e varietà di esperienze.
Paura, incertezza, rassicurazione, sicurezza sono i problemi del viaggiatore ai tempi del Covid 19. Quali attività/progetti/strategie state mettendo in atto/avete pensato per stimolare il mercato?
La sicurezza sarà al primo posto. Anche quando avremo maggiore chiarezza, lo scenario in cui ci muoveremo sarà totalmente differente rispetto al passato. Il modo di vedere e occupare lo spazio sarà diverso. Stiamo operando, quindi, per pensare esperienze che consentano di godere del territorio in modo sicuro, lavorando, da un lato, su protocolli condivisi, e, dall’altro, sulla creazione di esperienze che non implichino la concentrazione delle persone in aree circoscritte. Molto importante sarà essere pronti a un cambiamento di panorama che implicherà soggiorni brevi, anche solo, magari di una notte e situazioni ibride, in cui, per esempio, alcuni componenti del nucleo familiare avranno necessità di essere in modalità di smart working. Ci stiamo organizzando per dotare le strutture degli strumenti necessari per far sì che le persone possano anche dedicarsi con facilità ad attività lavorative da remoto, con modi nuovi di vivere la vacanza che implicheranno un mix di lavoro e svago.
Quali attività di promozione avete in programma?
Ci stiamo coordinando a livello provinciale, con molta attenzione ai messaggi e ai tempi: la correttezza delle tempistiche sarà cruciale. Creeremo un marketing mix di differenti canali con una particolare rilevanza per il web. Il mercato italiano sarà il target principale, ma sulla base delle disposizioni relative alla mobilità e alla sicurezza, monitoreremo anche gli altri mercati di prossimità, per noi storici: Austria e Germania, in primis. Molta attenzione nella promozione e nelle agevolazioni sarà riservata alle famiglie e agli amanti dell’outdoor (trekker, biker, amanti della pesca sportiva, solo per citarne alcune), nostri principali target.
Quali misure state adottando per garantire una vacanza ‘safety’ in termini di rispetto dei protocolli sanitari?
Recepiremo con precisione e omogeneità le normative nazionali con attività pensate per mantenere con agio e naturalità il distanziamento sociale. La vacanza deve continuare ad essere percepita come un tempo di relax, senza difficoltà. Il nostro territorio e il tipo di esperienza turistica che da sempre si vive in Val di Non ci vengono in aiuto. Siamo una valle slow, dalla conformazione dolce e aperta, una morbida conca circondata da catene montuose spettacolari, come il gruppo delle Dolomiti di Brenta e quello delle Maddalene, realmente lontana dai sentieri più battuti. Ci si può godere senza affollamento la rete di sentieri della parte più bassa, così come le ciclabili, o raggiungere con grande facilità quote più alte, con il piacere di un territorio semplice da vivere anche per i bambini, facendo propria in ogni istante la sensazione di un contatto autentico con la “vera” montagna. Un altro vantaggio sono le strutture alberghiere di piccole dimensioni e l’ampia disponibilità di bed & breakfast e di agriturismi che ci caratterizzano. Tutte le strutture, pur essendo piccole, sono già dotate di comfort di ultima generazione, che renderanno facile l’applicazione dei differenti protocolli per la sicurezza. Il clima è mite anche d’estate, fattore, per esempio, che non richiede la necessità di utilizzare l’aria condizionata. Naturalmente ripenseremo anche agli eventi, che sono uno dei nostri punti di forza. Anche in questo caso, siamo avvantaggiati dal fatto che molti fossero all’aria aperta. Nella stessa direzione stiamo andando per la fruizione di beni storico-artistici come Castel Valer o Castel Thun, al fine di trasformare un'esperienza da fruire in gruppo a una visita di carattere individuale e sicura.
State lavorando in sinergia con albergatori e gli altri operatori della filiera?
Tutto il lavoro è coordinato tra le varie parti in causa per lo sviluppo di pratiche e strategie che siano realmente condivise fin dalla fase progettuale, elemento di cruciale importanza per una corretta ricezione e una corretta applicazione. Con gli operatori della filiera abbiamo videochiamate settimanali: ora più che mai è necessario pensare al turismo come a un percorso di autenticità e di dialogo con il territorio, da far partire, in primis, con chi il territorio lo abita e lo “offre" ai visitatori tutti i giorni, ancora prima di accoglierli.