Tempi durissimi per le imprese del turismo, la pandemia imperversa e la ripresa appare lontana. In attesa di riprendere un cammino interrotto a marzo le aziende sono in surplace ma chiedono al Governo un intervento deciso, immediato e corposo. E’ in gioco il futuro dell’industria turistica, Ne abbiamo parlato con Gianni Rebecchi, presidente di Assoviaggi
Presidente, qual è il giudizio di Assoviaggi sul Dl Ristori?
Devo dire positivo, iniziano ad arrivare i primi risultati dell’attività di squadra della nostra associazione insieme ad Astoi ed Fto. 625 milioni per il nostro comparto è un buon risultato, ma è necessaria la massima urgenza nell’erogazione dei contributi, siamo fermi da troppo tempo.
Quali sono le richieste più stringenti per le quali chiedete un intervento mirato e veloce del Governo?
Innanzitutto il rifinanziamento del citato Fondo di cui all’art. 182, comma 1 del D.L. Rilancio per assicurare alle imprese un ristoro delle perdite registrate e che registreremo nei prossimi mesi, ma anche l’inclusione delle agenzie di viaggi e tour operator tra i beneficiari delle misure in materia di tax credit affitti e l’estensione degli ammortizzatori sociali a favore dei lavoratori del settore almeno sino al mese di giugno 2021, nonché l’apertura di un tavolo interministeriale per dialogare oltre che con il Mibact, anche con il Mise, il Mef ed il Ministero del Lavoro al fine di identificare mirate e concrete misure di sostegno al nostro settore.
Qual è lo stato dell’arte dei vostri associati e come è stato valutato il decreto?
Direi che i nostri associati hanno apprezzato molto il lavoro che da mesi stiamo portando avanti con le istituzioni e con le altre associazioni di categoria per gestire questa crisi, laddove tutti sanno che in seria difficoltà non vi è solo il nostro settore, ma anche molti altri, quindi ottenere risultati non è semplice, anzi. Ma sono convinto che oggi possiamo dire: abbiamo “messo in sicurezza” le nostre imprese.
Mai come in questa situazioni le associazioni hanno fatto fronte comune, ora c’è da pianificare la ripartenza: come si rimette in moto il turismo?
Sono molto soddisfatto del lavoro congiunto con le altre associazioni di categoria, nelle quali ho trovato professionisti seri con i quali abbiamo operato moltissimo per far comprendere al Governo l’importanza del nostro settore in termini di valore apportato al sistema economico del nostro paese, ma soprattutto abbiamo lavorato per richiedere gli interventi e le misure necessarie al comparto. Oggi, siamo quelli che nella burrasca devono portare la barca in un porto sicuro, ma dobbiamo ripartire, quindi stiamo richiedendo al Governo misure che ci permettano di farlo, dai corridoi turistici intra ed extra UE, alla rimodulazione strutturale del Bonus Vacanze, nonché allo stanziamento di fondi per sostenere le agenzie di viaggi ad una vera transizione digitale. Il turismo di domani non sarà più quello che abbiamo visto sino a ieri, quando il tempo si compie è per tutti, sia per chi comprende l’epoca che per chi non la comprende, il tempo delle evoluzioni è improvviso, non fa sconti, è sempre stato così.
I tempi di ripresa appaiono lunghi ed incerti, in che modo le imprese possono resistere in questa situazione?
Il lockdown delle nostre imprese, che si sostanzia nell’assenza di domanda e di prodotti da offrire, confini chiusi e divieto di mobilità delle persone, terminerà presumibilmente nella seconda metà del 2021 e comunque non prima della fine dell’emergenza pandemica: abbiamo necessità di attraversare questo lungo ponte temporale con misure concrete per poi ripartire, per questo il sostegno economico da parte del Governo e delle Regioni è necessario. Sono in discussione quasi 80.000 posti di lavoro.