“Con l’estensione degli sgravi contributivi del Registro Internazionale italiano alle altre bandiere comunitarie, potremmo assumere 35mila marittimi, di cui 15mila italiani (attualmente ne lavorano 6.000 nella nostra flotta), a bordo nei prossimi anni” ha dichiarato stamattina il Presidente Esecutivo di MSC Crociere Pier Francesco Vago all’assemblea annuale in streaming di Assarmatori, Associazione aderente a Conftrasporto.
“L’importante è che i finanziamenti non arrivino a pioggia ma siano mirati sulle reali necessità (banchine, dighe, rinnovo flotta ) – evidenzia Vago – dal momento che l’Italia conta 7.200 km di costa ed è indispensabile una strategia sui porti. Un’attenzione particolare va indirizzata a Venezia, porto strategico che col Mose in funzione impedirà l’accesso navale quasi 100 giorni l’anno”. “Stiamo bruciando tantissima cassa con le navi ferme nei porti ma tengo a sottolineare che non abbiamo licenziato nessuno e abbiamo investito in Italia con la costruzione di sei nuove navi presso gli stabilimenti Fincantieri, più altre in Francia a Chantiers de l’Atlantique” ha concluso Vago.
“L’Italia vive un paradosso – ha evidenziato il Presidente di Assarmatori Stefano Messina – per cui lo sgravio contributivo viene riconosciuto per lavoratori europei su navi italiane e non a lavoratori italiani su navi europee. In termini strategici, negli ultimi 4/5 anni la flotta italiana è calata in termini di stazza lorda da 20 milioni a 15 milioni e questo ha avuto indirettamente un impatto (negativo) anche sull’occupazione. Per rilanciare l’economia del mare sono previsti 2 miliardi per rinnovare e rendere green le flotte dei traghetti del corto (500 milioni) e lungo raggio (1,5 miliardi), oltre 1 miliardo per lo sviluppo del cold ironing (l’elettrificazione delle banchine) nei porti e 3 miliardi per lo sviluppo della mobilità a idrogeno” ha concluso Messina.
“La crisi porta opportunità – ha aggiunto il Presidente onorario di Conftrasporto Fabrizio Palenzona – ed è fondamentale sfruttarla bene facendo sistema”. “Per la ripartenza – ha ripreso Vago – è stato fatto un lavoro incredibile: siamo stati i primi a ripartire a livello mondiale il 16 agosto 2020 con un protocollo studiato dai massimi esperti internazionali del settore, che testa sia i passeggeri sia l’equipaggio prima di salpare. Oggi il mondo ci sta chiedendo come funziona questo protocollo, grazie al quale la crociera è l’unica zona verde d’Italia, l’unico luogo dove divertirsi e cenare in totale sicurezza e senza limiti di tempo”.
Un Premio Speciale è stato assegnato al Comandante Gennaro Arma che con coraggio, preparazione, indubbio sangue freddo e molta umanità, ha saputo gestire la presenza del Covid-19 sulla nave Princess Diamond, rimasta bloccata ed isolata in Giappone per quasi un mese fino al 1° marzo di quest'anno, con più di 3700 persone a bordo tra passeggeri di 50 nazionalità diverse e 1100 membri dell'equipaggio. Nello scendere per ultimo dalla nave, il Comandante ha commentato: “ho fatto solo il mio dovere” diventando per tutti noi un simbolo di serietà e professionalità da ammirare e seguire. “Un orgoglio per tutto il settore crocieristico – che evidenzia l’importanza della formazione e della professionalità del personale marittimo italiano, su cui MSC Crociere investe da sempre” ha sottolineato Vago.
“Fare presto e fare bene” è l’invito rivolto al Governo dal Presidente di Assarmatori Stefano Messina riguardo “la stesura definitiva del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che dovrà essere inviato all’Unione Europea entro la fine dell’anno e che prevede due miliardi per rinnovare le flotte dei traghetti del corto e lungo raggio per una navigazione più green, oltre un miliardo per l’elettrificazione delle banchine nei porti e 3 miliardi per lo sviluppo della mobilità ad idrogeno. Occorre fare presto – sprona Messina – perché non possiamo rischiare un ritardo che metta a rischio programmi fondamentali per la ripresa del Paese. Occorre anche fare bene perché l’assalto alla diligenza che da più parti si sta paventando non deve in alcun modo depotenziare o peggio derubricare misure decisive per un trasporto marittimo sempre più sostenibile come i programmi per il rinnovo delle flotte dei traghetti del corto e lungo raggio, lo sviluppo del cold ironing nei porti e quelli, che coinvolgono anche lo shipping, nei progetti di nuova mobilità ad idrogeno”.
L’emergenza da Covid-19 ha dimostrato “il ruolo strategico dello shipping per l’intera economia mondiale, come rivela la ricerca realizzata per Assarmatori da Nomisma che dimostra come il nostro cluster sia al quarto posto per capacità di attivazione economica nella classifica dei 63 settori nei quali è articolata l’economia nazionale. Il che significa che un euro speso nello shipping attiva una produzione di altri 2,96 euro, mentre ogni addetto occupato nel comparto del trasporto marittimo attiva altri 3,64 posti di lavoro nei settori contigui. Entro febbraio l’Italia dovrà recepire l’indicazione della Commissione Europea che ha chiesto di estendere ai marittimi imbarcati su navi delle altre bandiere europee gli sgravi contributivi sul costo del lavoro concessi dalla legge 30/98 (istitutiva del Registro Internazionale) che ha consentito di invertire la tendenza negativa e ha fatto crescere l’occupazione italiana. Tuttavia, negli ultimi anni il numero degli addetti non è aumentato ed il numero delle navi e il tonnellaggio della flotta nazionale faticano a crescere.”
Per il settore strategico dello shipping sono stati sbloccati 30 mln per il 2020 con il decreto n. 181 del 14 ottobre 2020 “Risorse aggiuntive Marebonus”, per far fronte alle esigenze immediate di rilancio e di ripresa economica connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19 e ulteriori 20 milioni di euro per il 2021 per completamento dei progetti triennali per il miglioramento della catena logistica attraverso lo scambio modale terra/mare ed il decongestionamento della rete viaria”. Destinato alle imprese armatrici che devono trasferire il beneficio alle imprese di autotrasporto, l’incentivo è finalizzato allo sviluppo della modalità combinata strada-mare attraverso “l’attuazione di progetti per migliorare la catena intermodale e decongestionare la rete viaria, riguardanti l’istituzione, l’avvio e la realizzazione di nuovi servizi marittimi per il trasporto combinato delle merci o il miglioramento dei servizi su rotte esistenti, in arrivo e in partenza da porti situati in Italia o negli Stati membri dell’Unione europea o dello Spazio economico europeo”.
I trasporti marittimi e la logistica valgono il 12% del PIL globale e le previsioni al 2024 stimano un superamento dell’attuale situazione e una crescita della movimentazione container a livello mondiale del 3,5% fino ad arrivare a 951 milioni di TEU (Europa +2,3%, Africa +3,3%, Far East +3,9%, Middle East +4,5% e Nordamerica +2,3%) secondo il Settimo Rapporto Annuale “Italian Maritime Economy” di SRM, Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo, presentato alla Naples Shipping Week. Il Mediterraneo rappresenta ancora una via privilegiata di transito per i traffici containerizzati concentrando il 27% dei circa 500 servizi di linea mondiali via nave. In Italia nel primo semestre 2020 l’import-export via mare ha subito l’impatto del Covid-19 registrando un calo in valore del 21% e un calo in tonnellate dell’11% circa e si conferma leader nello Short Sea Shipping nel Mediterraneo con 246 milioni di tonnellate di merci trasportate (quota di mercato 39%). I primi cinque energy port (Trieste, Cagliari, Augusta, Milazzo e Genova) rappresentano il 69% dell’intero traffico liquido nazionale. Nonostante ciò il mare assorbe il 36% dell’interscambio italiano mentre il trasporto su strada assorbe ancora il 50% del traffico merci.