La richiesta di programmazione coordinata del recovery plan per il turismo ed un invito al sistema bancario di sostenere le aziende. Ha le idee chiare Ivana Jelinic, presidente Fiavet, con la quale prosegue il nostro viaggio tra le associazioni di categoria per capire lo stato dell'arte attuale delle imprese del turismo ed approfondire con loro i punti salienti su cui il Governo deve intervenire a sostegno del settore.
Presidente, qual è l’attuale situazione dei vostri 1500 affiliati? Quali le preoccupazioni?
Il 2020 è stato un anno complicato per tutti, tuttavia la fiducia è stata riconfermata, perché i nostri associati hanno colto, soprattutto nel momento in cui siamo, il valore di una rappresentanza qualificata. Fiavet quest’anno compie sessanta anni, ed ha una rappresentanza autorevole e riconosciuta a livello governativo e parlamentare. Proprio in virtù di questo è riuscita ad ottenere molto nel 2020 attraverso continui e costanti incontri istituzionali e audizioni parlamentari. Voglio sottolinearlo perché per noi c’è stata un’attività instancabile che ha prodotto per tutte le agenzie di viaggio e le imprese del turismo una serie di misure e normative che sono andate a sostegno e a tutela del comparto affatto scontate. La prima vittoria fondamentale è stata quella dei voucher. Fin dal primo DPCM è stato chiaro che le agenzie erano le più colpite dalla situazione per cui sono stati introdotti i voucher con obbligo di rimborso da parte di tutti i fornitori, anche i vettori aerei. Immediatamente sono seguite le azioni a tutela del turismo scolastico. Abbiamo sostenuto anche la filiera dei turismo congressuale e dei viaggi business coinvolti e presenti nelle loro battaglie. Quali tour operator e agenzie di viaggio siamo gli unici ad aver ottenuto un bando dedicato, distinto dai ristori e con contributi a fondo perduto. Ogni Fiavet regionale ha poi lottato a livello locale per ottenere bandi e altri contributi a fondo perduto sul territorio. Abbiamo tenuto alta nell’opinione pubblica la tematica relativa al mondo delle agenzie riconoscendone il ruolo e la valenza quando inizialmente sono stati riportati i turisti in Italia. Con oltre settanta presenze televisive e radiofoniche in reti nazionali solo nel 2020 abbiamo raccontato in maniera costante lo stato del settore dando, alle agenzie di viaggi in particolare, una visibilità presso il pubblico generalista che non ha precedenti.
Quali sono le misure che avete chiesto al Governo per poter affrontare questa nuova fase di crisi?
Nella Legge di Bilancio 2021 è prevista l’estensione temporale dell’agevolazione sugli affitti fino al 30 aprile 2021 e si può effettuare anche mediante cessione del credito al locatore. Inoltre verrà rifinanziato di 100 milioni il Fondo per sostenere le agenzie di viaggio, i tour operator, le guide, gli accompagnatori turistici gli open bus estendendo questa volta la platea dei beneficiari anche a tutte le imprese turistico-ricettive. Ma quello che ci preme più di tutto è la riapertura dei corridoi turistici, perché vogliamo tornare a lavorare.
Ad oggi, facendo una proiezione seppur indicativa dei prossimi anni, quanto tempo ci vorrà per tornare alla ‘normalità’?
Questa è la domanda che ci leva il sonno: la piena ripresa forse a partire dal 2023 se tutto prosegue come è pianificato a livello sanitario. Ogni previsione fino ad oggi è stata sovvertita nei fatti. Se siamo tornati ai livelli di 30 anni fa, come testimoniano le ricerche di Confcommercio, sicuramente possiamo prevedere di non farcela in un anno a tornare ai livelli pre-crisi.
Cosa serve a suo avviso per far ripartire l’economia e in particolare il settore del turismo organizzato dopo la pandemia?
Occorre un forte piano di rilancio che coinvolga tutti e che dia un supporto concreto a tutti gli attori della filiera, partendo dalle agenzie e dalle realtà imprenditoriali minori. Quindi il recovery plan che prevede 8 miliardi per il turismo deve essere programmato assieme alle imprese e non cadere dall’alto, o ancora peggio, finire per tappare buchi preesistenti alla crisi. Inoltre, per uscire da questa situazione c’è bisogno che anche il sistema bancario faccia la sua parte, stimolato dalle Istituzioni altrimenti andiamo incontro a problemi ben più gravi, con rischio di usura e svendita delle proprie attività.
Come cambierà il modo di fare turismo per il turismo organizzato? Quali saranno le nuove competenze richieste per essere competitivi sul mercato?
Maggiore flessibilità è indispensabile. Spesso ci confrontiamo sui social con persone ancora più chiuse, amareggiate da questa congiuntura. Tuttavia la rabbia, la conflittualità, il pietismo verso il mondo esterno sono lette negativamente dal consumatore. Le agenzie di viaggio sono l’ultimo anello della filiera e da loro dipende l’intero andamento del mercato del turismo organizzato. Presentare un’offerta specializzata aperta e dinamica essere flessibili è ormai imperativo. Le chiusure, la mancanza di formazione che prima erano penalizzanti oggi sono letali. A questo va associato un sempre maggiore impegno nel digitale e nella tecnologia, tanto più che molti investimenti nell’agenda di Governo sono in questa direzione, quindi siamo noi che dobbiamo portare avanti progetti e proposte per ottenerli. Infine la sicurezza sarà la parola d’ordine, i consumatori avranno nuove esigenze in questi termini e le agenzie a loro volta ne richiederanno di più agli operatori e ai fornitori in genere. Infine anche dal punto di vista dell’assistenza e assicurativo saranno richieste tutele più approfondite, e attaccarsi al cavillo per rifiutare un rimborso sarà un fatale per la reputazione sia dell’assicurazione sia per il fornitore che se ne serve.