“Oggi per Venezia è una giornata molto importante” ha dichiarato in conferenza stampa – alla presenza di oltre 50 selezionati giornalisti nazionali e della stampa internazionale – l’Assessore al Turismo della Regione Veneto Federico Caner. Preso in gestione da Alpitour World nel 2019 con un investimento di 25 milioni di euro, il primo hotel inaugurato a Venezia post-pandemia è firmato VRetreats, la Collezione di luxury hotel di Alpitour che, dopo la doppia apertura a Taormina a Roma, ha inaugurato il Cà di Dio. L’ultimo hotel luxury di Venezia è firmato da Patricia Urquiola, che ne ha seguito il progetto di interior design e la direzione artistica, unendo nell’antica dimora le due anime della città: rigore e raffinatezza. Dispone di 66 camere, di cui 57 Suite e 9 Deluxe: la maggior parte affacciano sulla laguna, con vista sull’isola di San Giorgio e sul Rio Ca’ di Dio, impreziositi da boiserie tessili e cornici in legno, che riquadrano le finestre, quasi a sottolineare.
“La Collezione VRetreats nasce dal recupero di dimore storiche esclusive dalla forte personalità, dove si fondono vocazione internazionale e ospitalità deluxe, in cui il legame con il territorio emerge in ogni dettaglio, strutture percorse da arte e cultura, in un continuum con lo spazio circostante grazie a terrazze, chiostri e giardini. È un progetto in cui Alpitour World ha creduto fortemente” ha dichiarato Gabriele Burgio, Presidente e AD del Gruppo.“Un investimento che abbiamo portato avanti, senza rallentare, nonostante il difficile periodo. Come prima realtà italiana nel mondo dei viaggi e dell’ospitalità, abbiamo il dovere morale di sostenere il turismo e spenderci in prima battuta per il nostro Paese. Questa giornata è per noi un nuovo inizio, un simbolo che vogliamo condividere e che racchiude in sé il valore della memoria e l’energia del futuro.”
Vicinissimo a Piazza San Marco ma al tempo stesso lontano dalla ressa, nelle intime calli del Sestiere Castello lungo la Riva degli Schiavoni, con una lunga tradizione di ospitalità che affonda le radici nel 1200, il Ca’ di Dio era antico rifugio per pellegrini e donne in difficoltà che, dopo cinquecento anni dall’intervento di Jacopo Sansovino, oggi diviene teatro di una rinascita firmata da Patricia Urquiola, architetto e interior designer di caratura internazionale.
“L’hotel diventa al tempo stesso esperienza” ha aggiunto Paolo Terrinoni, Amministratore Delegato di VOIHotels.“Un lusso contenuto, un inno a Venezia e al suo passato, gli ambienti e i dettagli celebrano i materiali, le cromie e le suggestioni di una città che vive sull’acqua. “È questa la filosofia che orienta VRetreats. Un racconto che accompagni i nostri ospiti alla scoperta del mondo e delle sue bellezze. Abbiamo grandi ambizioni per i prossimi anni: oggi offriamo 4 strutture esclusive in alcune delle più suggestive città italiane, ma l’obiettivo è arrivare a 12 nei prossimi tre anni. Stiamo valutando attentamente ogni acquisizione (fra cui Ostiglia e Lecce, ndr) perché ciò che ci interessa è la personalità distintiva che deve caratterizzare ogni nostro hotel. Ancor prima degli ospiti, dobbiamo innamorarci noi del progetto: Ca’ di Dio è esattamente questo, una storia che ameranno vivere tutti.”
Tutto è insegna della sobrietà raffinata: palette è sobria e tenue, con gradazioni e trasparenze leggere, che ricordano i riflessi della laguna. Gli ambienti sono raccolti e ogni elemento di design si accosta alle linee preesistenti, valorizzandole, senza stravolgerle: ne nasce un’armonica unione tra il rigore della struttura iniziale e la raffinatezza dei palazzi nobiliari, le due anime di Ca’ di Dio, le stesse che percorrono Venezia. Lo spiccato senso di accoglienza si percepisce sin dall’ingresso, nella Lobby, in origine la chiesa e uno degli ambienti più rappresentativi dell’intero albergo, dove diventano protagonisti, dal soffitto a doppia altezza, i 14.000 cristalli in vetro di Murano che danno vita alle tre vele del prezioso lampadario. La poetica di Ca’ di Dio prosegue poi nella Sala Lettura, al bar Alchemia e nei due ristoranti dell’hotel, Essentia e Vero, quest’ultimo aperto anche agli ospiti esterni.
“Come progettista, lavoro sempre verso una poetica inclusiva, rendendo il committente parte attiva del progetto, così da dare un carattere unico a ogni hotel – spiega l’architetto e interior designer, Patricia Urquiola. “La visione con VRetreats è stata fin da subito concorde sul risultato finale: Venezia doveva essere il nucleo da cui tutto avrebbe avuto origine. L’attenzione nella scelta dei materiali, l’importanza del genius loci sono elementi fondamentali per me. Abbiamo fatto un grande lavoro di ricerca per esaltare la personalità di Ca’ di Dio, senza stravolgerne il passato, ma reinterpretandolo in chiave contemporanea.”
Il progetto di ristrutturazione ha posto l’accento anche sulla sostenibilità, con investimenti per dotare la struttura di sistemi ed infrastrutture in grado di limitare l’impatto ambientale. Grazie anche all’utilizzo dell’acqua della laguna per la climatizzazione sarà, infatti, possibile ridurre i consumi energetici del 20%, oltre a ridurre di circa 110t le emissioni di CO2 ogni anno . Un valore che si unisce ai molti dettagli che rendono Ca’ di Dio un hotel unico sul panorama veneziano.
“Ca’ di Dio racchiude quello che io chiamo ‘venessentia’ – conclude Christophe Mercier, Direttore dell’hotel – ossia il fascino, l’atmosfera e l’essenza più intima di Venezia. Vorrei che ogni ospite si sentisse come a casa, nel cuore della città, ma in una zona protetta dai flussi turistici più frenetici: siamo accanto alla Biennale, con una vista incredibile su San Giorgio e un plateatico generoso. Più di 400 finestre, due altane e tre giardini: Ca’ di Dio è davvero una porta sulla bellezza e in costante dialogo con una delle città più belle del mondo.”