Con l’approssimarsi del 1° gennaio 2019, le Associazioni delle imprese di trasporto turistico con autobus e della filiera turistica ribadiscono la necessità di sospendere il nuovo piano bus di Roma e di rivedere le misure adottate nell’interesse comune di tutte le parti in causa - cittadini, amministrazione comunale e operatori economici – alla salvaguardia dell’economia e dei livelli occupazionali della Capitale.
“Comprendiamo l’esigenza di razionalizzare l’organizzazione della mobilità turistica nel territorio di Roma Capitale, ma – sottolineano le Associazioni - le misure dettate dal nuovo piano bus non vanno in questa direzione e rischiano anzi di aggravare i problemi del traffico e dell’inquinamento, nel contempo danneggiando gravemente il sistema turistico romano. Con forza ribadiamo che esistono, e siamo pronti a discuterne con l’amministrazione comunale, misure alternative al blocco totale degli accessi al centro storico e agli esorbitanti incrementi tariffari in grado di meglio rispondere alle esigenze di tutela ambientale e di ordinata gestione della circolazione avvertite dalla collettività”.
Le Associazioni proseguono ricordando come l’indagine condotta dall’Università Sapienza di Roma evidenzi “che i bus turistici che accedono quotidianamente al territorio della Capitale sono circa 600, una cifra, assolutamente gestibile, ben lontana dai circa 2000 bus di cui parlano taluni organi di informazione, e che nell’area del centro storico solo il 2% del traffico è riferibile ai bus turistici, pertanto del conseguente impatto ambientale nella ZTL centro si mantiene ben il 98% a fronte di misure che metteranno in ginocchio l’intero settore turistico della Capitale”. Da qui la richiesta di “sospendere l’entrata in vigore del nuovo regolamento sulla circolazione degli autobus nella Capitale e convocare le Associazioni rappresentative degli operatori del settore turistico per ridiscutere gli opportuni correttivi in un’ottica che salvaguardi gli interessi di tutte le parti in causa”.