Il 2020 è l’anno del rilancio della cooperazione tra Italia e Cina proprio nel 50° anniversario delle relazioni diplomatiche tra i due paesi, nei settori del turismo e della cultura. I dati rilasciati dall’Enit confermano un trend più che positivo e l’entusiasmo espresso dalle due delegazioni. nel 2019 +16% degli arrivi aeroportuali con soggiorni prevalentemente dalle 9 alle 13 notti per 2 o 3 persone, un aumento in linea con l’incremento dei viaggiatori, che nel 2018 è cresciuto del +15,5% rispetto al 2017. 5,3 milioni di presenze nel 2018 (in aumento del 5.2% rispetto al 2017 e molto maggiore rispetto al dato della crescita generale di turisti stranieri in Italia che è +2,8%) per una spesa turistica complessiva, che è stata di 650 milioni di euro, in netto incremento sul 2017 (+40%).
Alla vacanza culturale in Italia i turisti cinesi hanno destinato 353 milioni di euro, il 56,8% della spesa totale. L’Italia ha superato Francia, Germania e Spagna come meta preferita del mercato cinese. “Oggi la Cina è il più grande mercato del turismo in termini sia di spesa che di numero di viaggi verso l’estero. In questi mesi stiamo lavorando per rafforzare la nostra offerta turistica -con l’obiettivo di intercettare ancora meglio le richieste dei visitatori cinesi” ha affermato Lorenza Bonaccorsi, Sottosegretario di Stato del MiBACT. E che il mercato cinese sia un obiettivo importantissimo lo dimostra la notizia del potenziamento delle rotte tra Italia e Cina, che aumenteranno da 56 frequenze settimanali a 108, per arrivare nell’estate 2021 a 136 e nel 2022 a 164.
“Ci sono grandi aspettative per quest’anno - ha dichiarato il Ministro Franceschini – al quale stiamo lavorando insieme con grande entusiasmo. Sottoscriveremo un nuovo protocollo d’intesa mirato a una collaborazione più strutturale e lavoreremo per fare conoscere ai rispettivi cittadini i luoghi meno noti dei reciproci patrimoni turistici e culturali”. E proprio quello della lotta all’over tourism e alla promozione del turismo sostenibile è stato uno dei temi più sentiti del forum. Lorenza Bonaccorsi su questo argomento è stata chiara: “L’Italia è al primo posto in tutte le classifiche del mondo nel binomio cultura-turismo. Dobbiamo andare verso un modello sostenibile, di turismo esperenziale, culturale, il cd turismo lento che sia accanto ai territori, li supporti e li rispetti. Il nostro è un territorio fragile ed è inutile rincorrere un modello di turismo massivo che non ci possiamo permettere”.
Dello stesso parere Giorgio Palmucci, Presidente ENIT : “Quello della lotta all’over tourism ormai è un tema centrale. È importante non solo per la tutela del patrimonio artistico, culturale e naturale ma anche per evitare di perdere quel carattere di autenticità dell’offerta e del lifestyle che ci rende unici nel mondo”, ha dichiarato, “è necessario dirottare il turismo dai grandi centri dando importanza ai borghi”. Questo lavoro di distrazione dei flussi verso le destinazioni meno conosciute è testimoniato dai dati del centro studi dell’Enit che, come afferma Palmucci, ha registrato negli ultimi 5 anni dei dati incoraggianti. Circa il 10% dei comuni sotto le 10 mila presenze è rientrato nella classe superiore, sotto le 100 mila presenze. D'altronde oltre il 60% dei siti Unesco italiani si trova in comuni sotto i 5 mila abitanti. Questa tendenza ne intercetta un’altra del mercato cinese nel quale si sta sviluppando una nuova domanda che si accompagna a quella dei viaggiatori tradizionali.
Sempre di più la richiesta di visitare l’Italia in maniera esclusiva e non inserendola in un più ampio tour europeo. Più giorni di permanenza e il desiderio di una vacanza esperenziale, non di gruppo, che faccia conoscere l’Italia più autentica lontana dai cliché culturali più diffusi. Il turismo cinese è in continua evoluzione e si fa esigente. Richiede sempre più elevati standard di accoglienza, un uso maturo della tecnologia, internet e telecomunicazioni, che permetta scambi veloci e facili e aiuti di superare quello che per i turisti cinesi rimane lo scoglio più difficile, quello linguistico.
“La tecnologia”, ha concluso Palmucci, “non serve solo a ridurre i consumi e a costi ma è necessaria per formare e crescere professionalità in grado di soddisfare le esigenze e le aspettative del turismo cinese in evoluzione”. Prossimo appuntamento il Global Tourism Economy Forum di Macao a metà ottobre dove l’Italia sarà ospite d’onore.
Laura Lo Turco