"Vorremmo avere una norma semplice che reciti che laddove si possano garantire i medesimi standard di sanificazione dell’acqua e di distanza interpersonale di una piscina possano riaprire anche le vasche dei centri benessere e termali indipendentemente dai codici Ateco. Le riaperture devono essere valutate per la sicurezza che le singole strutture garantiscono e non in base a una classificazione adottata dall'ISTAT per rilevazioni statistiche delle attività economiche.” Andrea Quadrio Curzio, ad QC Terme lancia un grido d'allarme per l'interno comparto termale: "Nella iperproduzione normativa odierna, secondo noi confusa e che a diverso titolo ci ha riguardato, non siamo stati autorizzati a riprendere le nostre attività, nonostante da anni applicassimo già i parametri di sanificazione dell’acqua ora imposti dall’ultimo DPCM alle piscine, le quali però possono aprire al contrario nostro il 25 Maggio. È una delle sperequazioni di trattamento e delle contraddizioni in cui si è infilato chi ha stilato il calendario delle riaperture. Noi ancor più delle piscine, o dei parchi acquatici possiamo garantire lo spazio di distanziamento tra le persone. A poco, però, sembrano valere anche i recenti studi fatti sul fatto che il Virus non resista negli ambienti caldi come le saune e i bagni turchi, o i ricambi d’aria da tre a dieci volte superiori alla norma che contraddistinguono i nostri centri.”
“Oltretutto - gli fa eco Francesco Varni direttore generale - possiamo facilmente dimostrare quanto la non riapertura di un gruppo come il nostro sia costosa per le casse dello Stato: tra cassa integrazione, sostegno alle partite IVA dei massaggiatori, il versamento mancante dei contributi, dell’IVA e delle tasse sui guadagni che non possiamo avere in quanto chiusi costa allo Stato quasi 70.000 € al giorno, circa 2.000.000 al mese. Per non parlare delle perdite legate ai minori consumi di dipendenti che percepiscono il 40% in meno di reddito e del mancato versamento di imposte dell’indotto che un’impresa come la nostra ingenera e che sul turismo si calcola in 4/5 volte il fatturato. Ecco, forse detta in cifre è una cosa che possono comprendere tutti, anche quelli che pensano che il wellness sia una cosetta minoritaria nell’economia e nel turismo, mentre invece in Italia vale un miliardo e duecento milioni di cui noi rappresentiamo quasi il 10%.”, da sempre con i fratelli Quadrio Curzio e Amministratore Delegato del Gruppo sin dagli albori.