“A distanza di ormai 12 mesi dalla dichiarazione di emergenza nazionale e del crollo del mercato dell’accoglienza ci troviamo a dover affrontare ancora un lungo periodo di totale stasi del mercato. Le aziende alberghiere dopo aver assunto imponenti impegni finanziari a debito, aver esaurito le risorse personali e gli ininfluenti bonus e ristori, si trovano a dover programmare ancora un periodo di profonda crisi senza ricavi e con molti costi fissi da sostenere, nella speranza di una ripresa al momento incerta e lontana”. Queste le parole di Francesco Gatti presidente Assohotel Roma e Lazio. A Roma sono presenti 1200 hotel che occupano circa 13.000 dipendenti diretti e circa 35.000 in outsourcing contribuendo in maniera importante al Pil di settore regionale che arriva 4%, in base a queste cifre così enormi è necessario conservare e proteggere questa filiera non solo con aiuti diretti ma soprattutto abbattendo la tassazione locale.
Continua Gatti: “A fronte dell’ impegno degli imprenditori, tutto diretto a salvare aziende che sono la principale infrastruttura dell’accoglienza, e che occupano milioni di addetti si è riscontrato un clima generale indifferente e spesso ostile che è culminato nelle improvvide dichiarazioni tese ad indicare di pensare a “ristori selettivi” (non si comprende quali potrebbero essere i criteri oggettivi di selezione), scegliendo di finanziare solo quelle aziende per cui ne valga la pena. Nel contempo restano invece disponibili miliardi per finanziare aziende e partecipate dai costi fuori controllo e per “salvare e garantire” posti di lavoro evidentemente più utili di quelli presenti nelle aziende alberghiere (di serie “B”) , dove addetti sempre di serie “B”, in cassa integrazione (quando arriva), sono pronti da mesi a riprendere il proprio lavoro, riconosciuto nel mondo come un’eccellenza italiana”.
Assohotel evidenzia che le iniziative cosi come impostate all’inizio dell’ emergenza e poi prese, senza poter avere il sentore di dover affrontare un periodo di crisi cosi lungo e profondo, non sono oggi adeguate nè per quantità nè per qualità, mentre le numerose richieste di impegno ad adeguare gli interventi al nuovo scenario e ad effettuare riforme tese al recupero di competitività, persa da tempo ,cadono nell’indifferenza del Governo e delle Amministrazioni locali.
E’ indispensabile un rapido intervento dai vari livelli istituzionali: Governo, Regione, Comune per predisporre un piano adeguato per superare l’emergenza ancora in corso , e profonde riforme necessarie al recupero di competitività ed attrattività del Paese. Tutto indispensabile, per la salvaguardia delle aziende e del personale dell’intera filiera e per una ripartenza pronta ed incisiva nella speranza che non si intraprenda la malaugurata strada delle “ scelte selettive”.