Il 25 marzo 2021 Venezia ha compiuto 1.600 anni e lo scrittore e saggista veneziano Alberto Toso Fei, classe 1966, coglie la palla al balzo per raccontare in numeri la città lagunare. Curiosità e aneddoti raccolti nel libro “Venezia in numeri – Una storia millenaria” (Edizione Programma) uscito non a caso il 25 aprile, giorno del patrono San Marco, celebrato con il ‘bocolo’, il bocciolo della rosa regalato per l’occasione alla donna amata. “Una luce narrativa diversa, – spiega l’autore - un viaggio insolito fra storie e leggende che parte da 256, il numero dei pozzi pubblici di Venezia, 423 i ponti che collegano le 116 isolette che formano il nucleo urbano, 62 il numero delle isole minori della laguna, mondi paralleli le cui storie sono a volte più antiche di quella di Venezia stessa”, una summa numerica che restituisce la panoramica di una storia millenaria, unica e irripetibile. Un capitolo è dedicato ai primati, i tanti numeri uno che hanno segnato la storia della città: qui fu emanata la prima legge che disciplina il lavoro minorile; qui nacque il primo brevetto, qui furono inventati lo specchio e il primo termometro per la misurazione della temperatura. A Venezia sono nati anche il primo Ghetto, il primo Arsenale, i primi Lazzaretti al mondo, con la relativa pratica della “quarantena”, parola veneziana usata inizialmente come precauzione per gli equipaggi marittimi che arrivano dai porti di tutto il mondo. Il numero uno anche per indicare l’unica piazza esistente (Piazza San Marco) mentre le altre, piccole o grandi, sono denominate campi (se ne contano 135), punteggiate da 380 corti e 196 campielli, attraversate da 1198 calli (le ‘vie’ cittadine); e ancora l’unico palazzo (Palazzo Ducale) mentre tutti gli altri sono “Case” (abbreviate in Ca’). Nell’unica città al mondo nata sull’acqua, unico è anche il Canale (Canal Grande), gli altri sono detti rii. "Numeri che, quasi estratti a sorte dal cappello della storia, raccontano di una civiltà ancora troppo poco conosciuta" spiega Toso Fei, discendente di una antica famiglia di vetrai di Murano, considerato il "narratore" di Venezia per i suoi libri minuziosi sulla sua storia segreta e leggendaria, nati dal recupero della tradizione orale.
Il numero che a Toso Fei è rimasto nel cuore? “Sicuramente il 7, il numero delle donne che a Venezia hanno anticipato l’epoca moderna con idee all’avanguardia, già imprenditrici nel ‘300 di piccole botteghe artigiane – impensabile per l’epoca in qualsiasi altra parte del mondo - libere nelle azioni e nel pensiero al punto da elaborare - con Arcangela Tarabotti, Lucrezia Marinelli, Moderata Fonte - uno dei primi nuclei del pensiero femminista nel mondo”.
Ma anche numeri più “frivoli, come 11.654, le cortigiane “ufficiali” presenti in città ai primi del Cinquecento secondo lo storico e cronista Marin Sanudo. O legate alla storia, come il 69, le volte che Venezia è stata colpita dalla peste o 120, i Dogi di Venezia, che hanno lasciato, ciascuno a suo modo, un’impronta indelebile; 1.100 gli anni intercorsi dall’elezione del primo Doge alla caduta della Repubblica, 11 secoli che fanno di Venezia la Repubblica più longeva della storia. E un’altra curiosità annidata dietro il 23.000, il numero di proiettili piovuti sulla città tra luglio e agosto 1849 alla capitolazione dell’epopea risorgimentale capitanata da Daniele Manin e Niccolò Tommaseo, che vide il primo bombardamento aereo della storia, avvenuto con una catena di palloni aerostatici carichi di esplosivo”. Ma anche la città ove nel ‘300 nacque la prima legge che protegge il lavoro minorile, dove si laureò la prima donna nel mondo e dove la prima donna giornalista divenne direttrice di un giornale (Elisabetta Caminer, Giornale enciclopedico).
Laura Colognesi