Sta destando molto clamore sui media l’introduzione dell’obbligo per le aziende di assicurarsi contro le calamità naturali, previsto nella Legge di Bilancio 2024.
Nello specifico, la norma prescrive l’adozione di coperture assicurative contro i rischi catastrofali quali sismi, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni: coinvolge tanto le imprese con sede legale in Italia quanto quelle aventi sede legale all’estero e stabile organizzazione in Italia, e si estende a terreni e fabbricati, impianti e macchinari, attrezzature industriali e commerciali. Non si tratta di una novità per gli operatori dell’agricoltura e di altri settori produttivi notoriamente influenzati dall’andamento degli eventi atmosferici, ma per la prima volta la norma prescrive un obbligo esplicito che si applica anche a realtà come gli uffici, i negozi e gli edifici delle aziende. Il motivo è da ricercarsi nei cambiamenti climatici e nella sempre maggiore intensità degli eventi atmosferici avversi, che generano danni più estesi e frequenti rispetto al passato anche in contesti urbani, coinvolgendo quindi le attività del terziario.
Il quadro è complesso perché l’elevato numero di sinistri che le compagnie si sono trovate a gestire negli ultimi anni ha determinato una progressiva riduzione dei prodotti disponibili sul mercato e un contestuale aumento dei premi, a cui ha contribuito anche l’inflazione.
Matteo Maria Rossi, Socio e Amministratore del broker assicurativo Borghini e Cossa, dal 1947 sul mercato, dichiara: “È giusto informarsi, ma non è necessario preoccuparsi. Lavoriamo con centinaia di microimprese e PMI e riceviamo quotidianamente richieste da parte di clienti comprensibilmente allarmati. In realtà, la norma entrerà in vigore solo a fine anno e mancano specifici decreti attuativi: il legislatore, infatti, non ha ancora chiarito molti aspetti che saranno dirimenti nella definizione del prodotto assicurativo. Di certo c’è da segnalare l’ingresso delle frane tra i fenomeni da assicurare, mentre per il momento non sono previste sanzioni in caso di mancato rispetto dell’obbligo, se non l’impossibilità di accedere a contributi, sovvenzioni o agevolazioni pubbliche in occasione di eventi calamitosi e catastrofali. Occorre dunque attendere un quadro normativo più strutturato, prima di adottare soluzioni dettate dalla fretta e dall’impulsività”.