Taglio del 10% di capacità dagli aeroporti romani: per l’inverno 2017 la scure di Ryanair si abbatte sulla Capitale, dove “la politica di costi troppo alta” degli scali ha portato una frenata dell’impegno da parte del vettore irlandese. “Mentre nel resto dell’Europa i sistemi aeroportuali stanno provvedendo ad un ribasso dei costi – le parole di Michael O’Leary, Ceo – a Roma sta succedendo l’inverso come dimostra l’incremento di costi del 14% contro il -7% che registriamo ad esempio ad Amsterdam”. Una sforbiciata del 10%, dunque, pari a 650.000 posti, che non vorrà dire taglio di posti lavori ma che comporterà lo stop verso rotte domestiche, come Lamezia Terme, che da marzo verrà eliminata tagliata dal network firmato Ryanair. Ma nonostante la riduzione, non mancano le novità: “Da Ciampino – insiste O’Leary - saremo operativi con 35 rotte e ben due novità, Comiso e Trieste e con il potenziamento dei collegamenti con Porto, 3 a settimane, mentre da Fco voleremo verso Barcellona, Catania, Palermo e Siviglia per un totale previsto di 8,3 milioni di clienti l’anno”. Ma se Roma ‘piange’ il resto della penisola sorride, perché l’impegno di Ryanair sullo stivale continua a crescere: “Ci sono diversi aeroporti con costi limitati e possibilità di business molto vantaggiosi, Napoli per esempio ma anche Bergamo e Malpensa e la nostra offerta sull’Italia per il 2017 crescerà del 10% con l’obiettivo di passare da 32 a 36 milioni di passeggeri”. Prosegue, intanto, il fronte caldo legato ad Alitalia, O’Leary ha confermato “la proposta di feederaggio” sottolineando di essere in attesa “di una risposta” da parte dei vertici di Az, a cui l’ad di Ryanair ha consigliato di “sganciarsi defintivamente da Air France e rimodellare l’offerta aumentando il lungo raggio verso il Nord America”. Infine, tornando sugli aeroporti di Roma, l’amministratore delegato ha chiesto di “rivedere il sistema di sconti da 75 milioni annui concessi ad Alitalia” e di creare un meccanismo che vada a “premiare le compagnie più performanti”.