La conferenza di USTA all’IPW lascia senza dubbio l’amaro in bocca. Roger Dow, l’inossidabile President e CEO dell’organizzazione degli operatori turistici americani - traccia un bilancio el quale gli USA non ne escono molto bene.
Secondo Dow l’IPW produce un ritorno di 5,5 miliardi di dollari all’industria del turismo del suo paese. Ma allo stesso tempo la crescita c’è , ma molto meno marcata di quella mondiale. Se il rateo di incremento nel mondo e’ del 7%, gli USA salgono solo del 3,5%. E’ esattamente la metà.
I messaggi però sono sempre gli stessi. Più visa waiver ad altri paesi tipo: Polonia, Romania, Bulgaria, Croazia, Israele, Argentina, Brasile e Costa Rica. Il Brasile e’ quello che ha volumi elevati ed in crescita verso gli USA. La Corea del Sud ha dato un più 46%, il Brasile se autorizzato potrà produrre gli stessi volumi di crescita.
Dow sottolinea che gli USA sono “we are open for business”, però questo va accoppiato al fatto di diventare più sicuri e più visitati nel mondo. Dow poi lascia la parola a Tori Barnes - VP executive che snocciola alcuni dati riportando il fatto che sono 256 i miliardi di dollari come giro d’affari dell’industria. Ritornando all’aspetto security, Roger Dow spinge sul fatto che i 15 aeroporti di 6 paesi, che nel mondo esercitano la pre clearance remota dagli USA dell’ immigrazione svolgono un attività egregia.
Questa a suo dire, deve essere seguita da altri paesi nel mondo per favorire la velocizzazione di questo aspetto, che ancora negli USA vede lunghissime code, anche di alcune ore nei grossi aeroporti. Ciò nonostante che l’automazione e la tecnologia biometrica abbia un po’ facilitato la cosa. Ma però non e’ chiaro e neppure lui ha indicato chi dovrà pagare la pre-clearance all’estero. Sempre Dow accenta sul fatto di incrementare i controlli biometrici nel futuro.
Il fine è quello di ridurre il più possibile i tempi di immigrazione. Un concetto poi rimarcato da Elliot Ferguson - Nuovo consigliere di USTA e President e CEO di Destination DC - che “il ritardo nella concessione degli ingressi agli arrivi e dei visti e’ una inaccettabile perdita di competitività”.
Ma i problemi dell’industria turistica USA non e’ solo il fatto di una crescita più lenta rispetta ad altri. Dow mette sotto la lente la questione dei parchi nazionali, i luoghi più visitati negli USA. Infatti sono 318 milioni i visitatori, ma ci sono 12 milioni di dollari USA che sono stati stornati dai fondi per la manutenzione degli stessi e delle aeee pubbliche. Ma per il futuro si parla di tagli per 500 milioni di dollari USA, sempre per i parchi e le aree protette della fauna selvatica.
Dow continua la sua critica sulle riduzioni di risorse per la promozione operata da alcuni Stati americani. Fa l’esempio di Visit Florida che e’ passata da 81 milioni di dollari a 76, per poi scendere a 50. La Florida ha avuto un volume di 116 milioni di turisti, ora si stima una inversione di tendenza con una possibile riduzione nei numeri per il calo degli investimenti promozionali. Il turismo nello stato e’ il secondo per importanza nella voce entrate ed occupazione.
Dow, segnala che anche Pennsylvania e Washington hanno operato tagli ai fondi per la promozione e anche per questi si stima un calo dei visitatori. Altra tegola e’ il travel advisory emesso dalla Cina per i suoi cittadini sui rischi di crimine ed i costi dell’assistenza sanitaria negli USA. La conseguenza e’ una riduzione sostanziale dei valori numerici di turisti , che sceglieranno di andare in altri luoghi del mondo, come ad esempio l’Europa. Il numero e’ stimato tra i 2,2 e le 3 milioni di unità.
La conferenza stampa si e’ chiusa con il classico question time che ha visto molte domande, nella maggior parte dei casi che vertevano sui fattori riguardante le lentezze all’immigrazione ed i visa waiver program.