108 frequenze ogni settimana tra Italia e Cina, oltre 900 pax trasportati con 7 compagnie aeree che collegano il Leonardo da Vinci a 12 città della Greater China, rendendolo il terzo scalo in Europa. I numeri del turismo per l’anno 2019 tra il nostro paese e la Cina, con una crescita del +17%, sono ottimi ma Aeroporti di Roma per il 2020 punta ancora più in alto: “Nell’anno del 50esimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi – dichiara Fausto Palombelli, Chief Commercial Officer di Aeroporti di Roma – ci aspettiamo di superare il milione. Per la summer 2020 è prevista la possibilità di altre 21 frequenze, come previsto dagli incontri bilaterali Italia-Cina, mentre entro il 2021, altre 24 aggiuntive. Il nostro obiettivo è di rendere sostenibile questo aumento dei voli”. Come cogliere dunque le grandi opportunità offerte dal turismo incoming e outgoing Italia-Cina? Innanzitutto è necessario tenere a mente che il turista cinese è un turista informato, digitale ed esigente in materia di servizi. Poste queste 3 caratteristiche fondamentali, non bisogna dimenticare però, come ricorda l’assessore al Turismo e Commercio di Roma Capitale Carlo Cafarotti, la percentuale (14%) di cinesi che oggi prenotano vacanze singole, dimostrando dunque il cambiamento delle tendenze di viaggi che li vedevano partire in gruppo: “Nell’anno della Cultura e del Turismo Italia-Cina, anno in cui Aeroporti di Roma si pone la sfida di rompere la barriera del milione di pax da e per la Cina, Roma Capitale ha messo in ballo tante iniziative, tra cui la formazione degli albergatori è forse proprio il fiore all’occhiello. Inoltre ricordiamo l’apertura di un canale WeChat completamente dedicato ai turisti cinesi che vogliono visitare la Capitale e il manuale digitale in lingua contenente tutte le informazioni su sicurezza, ospedali, mobilità e offerta turistica cittadina”.
“La Cina è il nostro undicesimo mercato, in continua crescita con un +12% di prenotazioni già registrate per quest’anno, anche se in realtà intercettiamo la crescita a valore meno rispetto a quello che potremmo – dichiara Maria Elena Rossi, direttore marketing Enit – l’Agenzia Nazionale del Turismo si prepara a cogliere le nuove sfide dettate dai trend del mercato cinese: in crescita ad esempio le prenotazioni business e premium rispetto all’economy, ma anche il mercato del lusso e i viaggiatori individuali. Enit, dopo gli investimenti del 2019 finalizzati a creare piattaforme reali e virtuali per le imprese mediate dalle Regioni, che hanno portato a vari eventi trade in Cina con circa 40 imprese ad ogni evento, per il 2020 ha dunque messo a punto una strategia di crescita a valore basata sulla sostenibilità così da ben distribuire un aumento del volume della domanda grazie ad un’offerta che non pregiudichi la qualità ma che anzi predisponga a visitare e valorizzare anche luoghi meno noti del nostro paese”. Nello specifico si tratta di varie attività B2B, dell’apertura di due nuovi uffici a Shanghai e Guangzhou per presidiare maggiormente il mercato, la chiusura del contratto commerciale con il portale CTrip e di tante nuove iniziative come il palinsesto di eventi a cura delle principali istituzioni culturali in Cina, di cui Enit coordinerà la comunicazione, e la partecipazione dell’Italia alle fiere B2B (anche dedicate al lusso) in Cina. “La difficoltà maggiore riscontrata è che le imprese italiane sono tante ma parcellizzate – ammette Maria Elena Rossi – è difficile presentare un prodotto Italia che soddisfi i viaggiatori, soprattutto individuali”.
Volte a massimizzare i risultati di vendita del brand Italia in Cina anche le proposte di Stefano Fiori, presidente della Sezione Turismo di Unindustria: “Tre i trend del ‘nuovo’ turismo cinese, che porta 140mln di turisti all’estero (contando anche Macao e Hong Kong) nello specifico la ricerca di esperienze, perché a viaggiare sono soprattutto i giovani, i viaggi individuali, grazie alle prenotazioni effettuate tramite ota in crescita e lo sviluppo del MICE, per cui bisognerebbe attrezzarsi magari creando una piattaforma comune. Dobbiamo pensare di muoverci insieme con un common partner per poterci presentare sul mercato cinese e portare a casa molto di più”. Da tener inoltre presente che la crescita delle presenze dei turisti cinesi, turisti high-spender con circa 2000$ a persona per viaggio, si registra soprattutto nei paesi in cui non è richiesto il visto d’ingresso.
Conferma la crescita dei flussi tra i due paesi, anche grazie alle delegazioni che viaggeranno per l’Anno del Turismo Italia-Cina, il direttore dell’Ufficio Consolare dell’Ambasciata Cinese in Italia, Zhang Aishan: “Dopo l’avvio di una fruttuosa collaborazione ADR-Ambasciata Cinese nel 2019, tal proposito da quest’anno c’è stato un rinforzo del personale per il rilascio dei visti in Cina, perché sono attesi tanti nuovi viaggiatori internazionali. L’Italia, dal canto suo, dovrebbe però perfezionare le strutture ricettive e i servizi per adeguarli al mercato cinese, un mercato che sceglie l’Italia perché sensibilizzato a questa cultura, ma d’altro canto un mercato sensibile anche alla qualità dei servizi pubblici, il cui utilizzo è già di per se difficoltoso per la questione linguistica”.
Aeroporti di Roma dunque si prepara ad accogliere e dare il benvenuto a questo ‘nuovo’ turismo cinese, con un tocco di avanguardia digitale in più: appena lanciato infatti il miniprogram dedicato all’aeroporto di Fiumicino all’interno della piattaforma Alipay. “All’interno dell’area dedicata all’aeroporto sarà possibile avere informazioni sulle modalità di Tax Refund, contattare e prenotare direttamente le Personal Shopper e conoscere l’offerta commerciale della Tax Free Mall, la piazza commerciale situata in area di imbarco E dedicata ai voli Extra-Schengen,dove acquistare brand di lusso e Made in Italy, con lo sconto diretto del 22% di IVA – ha spiegato Sherry Lang, General Manager Marketing & Operations di Alipay Europe.
Forte l’attenzione delle istituzioni e delle imprese anche per quanto riguarda l’outgoing verso la Cina: “Al quarto posto per arrivi internazionali, con 63mln di arrivi registrati, la Cina può essere produttiva anche al livello di MICE – commenta Laura Mazzola, responsabile commerciale del MICE e DMC, UVET Events – il fascino orientale è chiaramente circoscritto soprattutto sulle città di fascia alta, che portano l’azienda a spendere circa 500€ al giorno per dipendente”. I costi elevati della Cina evidentemente non spaventano le aziende visto che il MICE continua ad essere in crescita. Perché dunque scegliere proprio la Cina? “Per due motivi: la cultura, visto il numero di siti UNESCO, e le ottime relazioni import/export fra i due paesi – risponde sicura la Mazzola – anche dal punto di vista tecnologico d’altronde la Cina garantisce un livello altissimo nella Greater Bay Area, la nuova Silicon Valley cinese. Ad oggi infatti la Cina è il vero ‘place to be’ della tecnologia”. Le ore di volo e la vastità del territorio che obbligano a lunghi viaggi itineranti, ma anche la difficoltà della lingua sono gli inevitabili contro della destinazione.
Porta invece il parere delle agenzie di viaggio il segretario generale Fiavet Andrea Canapa: “Gli adv dichiarano in generale un giudizio positivo sui servizi e le strutture in Cina. Gli itinerari però sono sempre gli stessi, che percorrono i sentieri della Cina Classica, ed è difficile riuscire a trovare guide parlanti italiano”. In generale quindi il segmento repeaters sulla Cina non è forte nelle agenzie di viaggio italiane. “Nonostante la difficoltà degli agenti a trovare nuovi itinerari, personalmente credo che i grandi eventi possano generare flussi turistici. Per la promozione del territorio cinese Fiavet in particolare ha lanciato attività anche in adv con distribuzione di merchandising e un concorso fotografico per aumentare la visibilità della Cina”. In programma inoltre una missione Fiavet che attraverso un fam trip darà l’idea per nuovi itinerari.
Conferma le parole di Andrea Canapa anche il presidente di Quality Group Michele Serra: “L’agente di viaggi spesso non sa cosa proporre sulla destinazione perché la Cina è cambiata così velocemente che i cinesi stessi non sanno più chi sono. Le infrastrutture sono migliorate, i servizi sono stati sviluppati, i cambiamenti sono tanti, ma quello su cui si deve basare oggi un viaggio in Cina è la riconnessione tra passato e futuro; ora chi visita il paese infatti si trova finalmente accolto, ed è cresciuto il contatto umano. È su questo che l’agente di viaggi deve fare leva”. Il tour operator ha creato quest’anno un nuovo itinerario sulla destinazione, con 4 nuove zone inserite nell’ambito degli itinerari classici: il Parco Forestale Nazionale Zhangjiajie, il Monastero di Shaolin, la zona di Pingyao e il Sichuan. “Sono zone diventate popolari anche grazie ai social – spiega Serra.