Immagine di sfondo della pagina Gattinoni traccia la rotta: le Top Ambassador diventano laboratorio d’innovazione e identità di rete
07 novembre 2025

Nel panorama dei network italiani, il Progetto Top Ambassador rappresenta una delle evoluzioni più significative del modello Gattinoni. Non un club esclusivo né una formula di premialità tradizionale, ma un percorso che riconosce il ruolo strategico delle agenzie che più incarnano i valori, la visione e l’identità del Gruppo.
Attualmente sono circa 200 realtà selezionate, invitate a far parte di un progetto che cresce di anno in anno in funzione delle performance e soprattutto della qualità del contributo espresso. A conferma della solidità del percorso, si è recentemente tenuta la prima Convention dedicata, ospitata in Tunisia al Veratour Kelibia Beach: non un semplice momento celebrativo, ma un’occasione di confronto reale e di costruzione di community. "Il progetto Top Ambassador non è solo un riconoscimento, ma una vera alleanza strategica tra Gattinoni e le sue agenzie più rappresentative", spiega Antonella Ferrari, Direttore Rete Agenzie Gattinoni. "Vogliamo crescere insieme, valorizzando le realtà che meglio incarnano i nostri valori e distinguendole per risultati e qualità del lavoro".

Una solida alleanza tra azienda e agenzie di viaggio

La differenza rispetto a modelli più classici è nel ruolo che queste agenzie assumono: non solo destinatarie di vantaggi, ma parte attiva del cambiamento. Le Top Ambassador, infatti, diventano il primo luogo in cui vengono introdotti nuovi strumenti, progetti, servizi e tecnologie. Sono il laboratorio di sperimentazione del network. "Le Top Ambassador sono un’area test, un incubatore di idee", racconta Ferrari. "Quando abbiamo intenzione di innovare – una nuova tecnologia, una campagna, un progetto – lo proviamo prima con loro. Vogliamo ascoltare sentiment, reazioni, suggerimenti. Quest’anno è stato l’anno zero, dove dovevamo capire se la direzione era quella giusta. E lo era".
Questo approccio ha preso forma in incontri periodici, sia in presenza sia da remoto, in cui le agenzie dialogano direttamente con i team della sede: marketing, IT, customer service, concierge, business travel. Non come 'clienti interni', ma come partner che condividono responsabilità e visione.

La selezione: persone prima dei numeri

Non si accede al progetto solo in base al fatturato. Conta lo stile di lavoro, la capacità di leggere il mercato, l’attitudine al cambiamento. Molte delle agenzie coinvolte hanno già introdotto soluzioni digitali nella relazione col cliente, hanno una gestione d’impresa matura o hanno sviluppato competenze specifiche sul prodotto e sulle destinazioni. "Non abbiamo scelto solo chi vende di più", chiarisce Ferrari. "Ho voluto mettere insieme anime diverse che potessero migliorarsi reciprocamente. Quando un modello arriva da un pari, non dall’alto, diventa credibile, replicabile. Si crea consapevolezza e si cresce insieme". Ciò che emerge è un senso di appartenenza, non imposto ma costruito nella pratica quotidiana.

La relazione come leva strategica

La forza del progetto si vede quando la rete entra in sede e la sede torna simbolicamente 'in strada'. Questo scambio, sottolinea Ferrari, ha portato anche a modifiche operative e scelte strategiche maturate proprio grazie alle osservazioni delle agenzie. È un processo bidirezionale, di ascolto e responsabilità condivisa. Gli educational hanno svolto un ruolo fondamentale nella costruzione di questa identità comune. Nel 2024 se ne sono realizzati 34, molti dedicati alle Top Ambassador: Sudafrica, Brasile, Sri Lanka, Indonesia. Percorsi intensi, in piccoli gruppi, accompagnati sia da persone della rete sia della sede. Occasioni di formazione, ma anche di relazione personale profonda.

Lo sguardo al futuro

Il progetto resterà a invito. L’obiettivo non è allargare in modo massivo, ma consolidare una squadra coerente e riconoscibile, che possa generare valore per tutto il network. La proiezione, nel biennio 2025-2026, è di arrivare intorno alle 230 agenzie. "Quello che stiamo costruendo non è un’élite chiusa, ma un modello improntato alla qualità e dunque mutevole", precisa Ferrari. "Non è detto che di anno in anno le persone coinvolte saranno le stesse perché il nostro scopo è generare un effetto moltiplicatore non nel numero, ma nel modo di lavorare. Una rete consapevole, orientata alla crescita e capace di interpretare il brand ogni giorno, con ogni cliente". E conclude, con una nota che è insieme consapevolezza e promessa: "Sono molto soddisfatta di questo anno zero. Ora il mio impegno è rendere il progetto ancora più coeso, condiviso e orientato alla crescita comune".

Gaia Guarino

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