Immagine di sfondo della pagina Lanzarote, il laboratorio verde del turismo sostenibile


A più di sessant’anni dall’intuizione di César Manrique, Lanzarote continua a essere un esempio riconosciuto a livello mondiale di turismo sostenibile. L’isola, dichiarata Riserva della Biosfera dall’UNESCO nel 1993, ha saputo trasformare la propria vocazione naturale e culturale in una strategia di sviluppo che mette al centro la conservazione dell’ambiente, la qualità della vita dei residenti e un modello di crescita limitata ma di alto valore aggiunto. Oggi Lanzarote affronta nuove sfide — dal turismo rigenerativo alla gestione dei dati ambientali, dalla valorizzazione dei prodotti locali alle politiche di sensibilizzazione rivolte alla comunità — mantenendo intatta la coerenza con la sua identità originaria. Ne abbiamo parlato con Lía Pérez Domínguez, marketing PR del Lanzarote Convention Bureau, che sarà presente all'evento Spain Talks in programma a Roma il 29 ottobre.

Lanzarote è spesso citata come un modello di equilibrio tra sviluppo turistico e tutela ambientale. Qual è il segreto di questo successo e quali sono le sfide ancora aperte?


Lanzarote è stata, in effetti, una pioniera nel perseguire tale equilibrio e nel tradurlo in iniziative concrete, i cui risultati le hanno permesso di distinguersi da altre destinazioni del suo intorno, caratterizzate da uno sviluppo più espansivo e meno ordinato. Questo traguardo è il frutto di una riflessione profonda e di una presa di coscienza collettiva che risale agli anni Sessanta, quando l’attività turistica iniziava ad assumere un peso crescente nell’economia insulare. In quel periodo, César Manrique — che stava già lavorando a progetti come i Jameos del Agua, uno dei primi Centri di Arte, Cultura e Turismo di Lanzarote — iniziò a guidare un dibattito su come e fino a che punto l’isola dovesse crescere. Visionario com’era, Manrique seppe anticipare i rischi di uno sviluppo turistico incontrollato, capace di compromettere la qualità della vita della popolazione residente e di arrecare danni irreparabili al paesaggio naturale, che per lui costituiva il principale segno identitario dell’isola. La sua appassionata difesa del territorio influenzò profondamente la società civile e anche la classe politica, che ebbe il coraggio di elaborare strumenti giuridici e di pianificazione pionieristici alle Canarie. Grazie a essi furono limitate le costruzioni, declassificati posti letto turistici e adottate misure che, nel 1993, portarono Lanzarote a essere dichiarata Riserva della Biosfera dall’UNESCO.

L’isola ha costruito un’identità fortissima attorno al concetto di turismo sostenibile. Come si traduce oggi in politiche concrete?

Le politiche pubbliche e private di Lanzarote mantengono un orientamento chiaro verso la sostenibilità, non solo per coerenza con quell’identità costruita nel corso dei decenni, ma anche perché l’attuale quadro normativo è sempre più esigente. Un esempio concreto è la redazione del nuovo Piano Insulare di Ordinamento del Territorio, che definisce gli usi del suolo dando priorità alla conservazione. Questo piano prevede di aumentare fino al 60% la superficie dell’isola sottoposta a protezione totale — oggi poco più del 40% — rafforzando così la scelta di un modello di sviluppo che pone limiti alla crescita e tutela il patrimonio naturale e paesaggistico.

In un’epoca in cui molti parlano di “turismo rigenerativo”, come si traduce questa filosofia nella realtà di Lanzarote? Ci può fare un esempio concreto?

Il concetto di turismo rigenerativo si sta diffondendo rapidamente perché descrive bene il nuovo ruolo del turismo nelle destinazioni: non basta più minimizzare gli impatti negativi, ma è necessario generare un saldo positivo, contribuendo al miglioramento dell’ambiente e della qualità di vita della comunità locale.
A Lanzarote, questa visione si concretizza in progetti come la Scuola Rigenerativa Competitiva (Escuela Regenerativa Competitiva), promossa dalla Federazione Turistica di Lanzarote in collaborazione con la Croce Rossa. L’iniziativa mira a migliorare l’occupabilità delle persone in situazione di vulnerabilità nel settore turistico. Il programma, avviato nel 2024 con ottimi risultati, è ora alla sua seconda edizione e rappresenta un passo concreto verso un turismo che genera valore sociale.


Quali strumenti state adottando per monitorare e misurare l’impatto ambientale del turismo sull’isola?

Partecipiamo a diversi progetti di data intelligence orientati a misurare e monitorare l’impatto ambientale del turismo a Lanzarote. Il primo passo consiste nell’ottenere una “fotografia di partenza”: quantificare l’impronta di carbonio generata dall’attività complessiva e da quella turistica del territorio.Da questa misurazione iniziale potremo elaborare un piano d’azione correttivo e fissare obiettivi verificabili di riduzione delle emissioni.
Parallelamente, lavoriamo allo sviluppo di indicatori affidabili, omologabili e comparabili, che permettano di valutare l’evoluzione della sostenibilità sull’isola, non solo nella sua dimensione ambientale, ma anche sociale ed economica. In questa linea collaboriamo con reti e piattaforme come NECSTouR e Mabrian, che forniscono metodologie avanzate di analisi dei dati turistici. All’interno della struttura di Turismo Lanzarote disponiamo inoltre di un analista dati incaricato di anticipare, misurare e comprendere gli impatti che l’attività turistica genera sul territorio.


Il turismo gastronomico e quello outdoor stanno vivendo un grande slancio. Come li integrate nella strategia di sostenibilità di Lanzarote?

A Lanzarote questi segmenti si integrano pienamente e costituiscono una parte centrale della nostra strategia di sostenibilità turistica. A tal fine abbiamo sviluppato marchi specifici: Saborea Lanzarote per il turismo gastronomico e Lanzarote Sports Destination per quello outdoor. Il turismo all’aria aperta si concretizza soprattutto nello sport nella natura: percorsi, itinerari e scenari che non solo permettono di godere del paesaggio, ma creano anche un’immagine iconica dell’isola. Promuovono inoltre stili di vita salutari e l’interazione tra visitatori e comunità locale. Per quanto riguarda il turismo gastronomico, è strettamente legato al prodotto di prossimità, fondamentale in un’isola con una forte tradizione agricola e peschereccia. Il riconoscimento della FAO delle tecniche agricole tradizionali di Lanzarote come GIAHS (Globally Important Agricultural Heritage Systems) è un chiaro esempio del valore distintivo della produzione locale e del suo contributo in termini di sostenibilità e sovranità alimentare. Questi prodotti turistici sono stati strutturati in modo trasversale, unendo impulso pubblico e partecipazione imprenditoriale, attraverso programmi di formazione, consulenza, eventi e azioni promozionali. La loro crescita ha aumentato la spesa turistica, dinamizzato l’economia locale e favorito la nascita di un’industria specializzata legata allo sviluppo sostenibile dell’isola.

Che ruolo giocano la formazione e la consapevolezza della comunità locale nel mantenere l’equilibrio tra turismo e qualità della vita dei residenti?

È un elemento chiave al quale è sempre più necessario prestare attenzione. In questi mesi Turismo Lanzarote sta realizzando una campagna di comunicazione rivolta sia ai visitatori sia ai residenti, con l’obiettivo di promuovere pratiche turistiche più etiche e responsabili, sotto lo slogan “Conosci, rispetta, goditi”.
L’obiettivo è rafforzare la responsabilità condivisa nella conservazione dell’ambiente, in un contesto fragile come quello di Lanzarote, dove oltre il 40% del territorio è protetto e le risorse, come l’acqua, sono limitate.
Tra le azioni previste figurano incontri nelle scuole per sensibilizzare le nuove generazioni e laboratori con le imprese locali. Riconosciamo inoltre il ruolo fondamentale dei residenti come promotori di buone pratiche nei confronti dei visitatori: il loro comportamento esemplare favorisce una convivenza armoniosa, mentre atteggiamenti irrispettosi possono generare rigetto. Per questo la campagna si rivolge a entrambi i pubblici, promuovendo un rapporto più consapevole e rispettoso tra chi visita e chi abita l’isola.


Se dovesse rivolgersi al mercato italiano, quale messaggio vorrebbe trasmettere ai viaggiatori che scelgono Lanzarote?

Nella nostra strategia di diversificazione della domanda, l’Italia figura tra i nostri mercati “sfida”.
Aspiriamo a crescere, perché riteniamo che i valori e gli attributi di Lanzarote si adattino perfettamente alle aspettative del viaggiatore italiano, in particolare grazie alla combinazione di enogastronomia, esclusività, cultura e turismo attivo all’aria aperta. Comunicarlo in modo efficace è sempre una sfida, ma abbiamo più che validi motivi per riuscirci. Inoltre, l’isola sta sviluppando un’industria legata al mondo della moda, con il coinvolgimento di creatori e artigiani locali, concretizzata nell’evento Lanzarote Fashion Weekend. La sua proiezione sul mercato italiano può rappresentare un valore aggiunto per il posizionamento della destinazione.

Giuseppe Focone

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