Congressuale,segno più per il comparto
Congressuale,segno più per il comparto
Alla luce della nascita del Convention Bureau Roma e Lazio e all’insegna dell’interesse rivolto al settore congressuale da parte di Roma Capitale , è stato presentato a Roma nella sala della Promoteca del Campidoglio, il Rapporto 2016 sul comparto congressuale ( Osservatorio Italiano dei Congressi e degli eventi) , un progetto di ricerca voluto da Federcongressi in collaborazione con ASeri, Università Cattolica del Sacro Cuore. Il vento sembra spirare in modo positivo su questo comparto che ha delle sue preziose peculiarità: i congressisti sono big spender, rimangono più giorni sul territorio, producono un indotto importante sul territorio, sono messaggeri delle nostre bellezze ed eccellenze. Danno molto, ma pretendono anche molto a cominciare da un’accoglienza di qualità su tutti i livelli della filiera , come è stato più volte sottolineato nel corso della presentazione dei dati, con commenti da parte della presidente di Federcongressi Alessandra Albarelli, del direttore esecutivo Enit Gianni Bastianelli, del sottosegretario al turismo Dorina Bianchi , e dell’au di Fiera di Roma Pietro Piccinetti.
Partendo dai dati della ricerca ( contattate 5630 sedi) che ha voluto analizzare sempre più aspetti del comparto in modo analitico, con l’obiettivo di diventare , come ha sottolineato Roberto Nelli presentando i numeri “ da osservatorio a laboratorio di idee”, secondo la ricerca nel 2016 in Italia sono stati realizzati complessivamente 386.897 eventi di almeno 4 ore con un minimo di 10 partecipanti ciascuno, per un totale di 28.173.514 partecipanti e 42.706.559 presenze. Benché lo studio registri una leggera flessione del numero di eventi (-1,5% rispetto al 2015), la crescita rispettivamente dell’8,4% e del 21,5% del numero dei partecipanti e delle presenze è un chiaro segnale della vitalità del settore, che appare confermato anche dal progressivo aumento degli ultimi 3 anni sia della dimensione media degli eventi, sia della loro durata media. Gli eventi nazionali, cioè con partecipanti principalmente da fuori regione, hanno aumentato il loro peso dal 30,1% del 2015 al 34,7% ed è aumentata anche la percentuale degli eventi internazionali. Il Nord si conferma come l’area geografica che polarizza eventi e congressi, mentre si continua ad avvertire frammentarietà nel sud. Tra le sedi, massimo il ruolo degli alberghi specializzati e centri congressuali , a dimostrazione che specializzazione e qualità del servizio risultino vincenti. E tra le sedi mice , stanno emergendo i musei , un dato che ha riscosso un grande interesse. Uno sguardo anche al domani , con proiezioni positivi sugli investimenti delle strutture, meno sul fronte delle risorse umane, una tematica che andrà affrontata. “ Siamo contenti di questi dati - le parole del presidente Federcongressi Albarelli- si avverte anche un cambio di passonel rapporto -supporto con le istituzioni . E’ importante che sia emersa dalla ricerca l’importanza della professionalità, e da parte nostra teniamo ferme le linee guida della nostra associazione ovvero lobby e attività sindacale, innovazione, promozione in collaborazione con Enit e MIbact, formazione, comunicazione e internazionalizzazione”. “ C’è sicuramente ancora molto da fare- le parole di Gianni Bastianelli, direttore esecutivo Enit- per risalire la classifica internazionale dell’Italia congressuale che ci vede al ventesimo posto e la nascita del Convention Bureau Roma e Lazio è certamente un evento importante perché rappresenta un interlocutore unico, un facilitatore . Dobbiamo tenere d’occhio le infrastrutture , la professionalità, la politica dell’accoglienza e presentarsi nel modo migliore sul piano internazionale alle fiere specialistiche”. Forte l’impegno dichiarato dal sottosegretario al turismo Bianchi per le sue caratteristiche di alto valore e perché rientra pienamente negli obiettivi del Piano Strategico come delocalizzazione e destagionalizzazione. Sul piano delle infrastrutture e lacune , sicuramente da colmare, ” è bene che imprese e istituzioni si parlino più costantemente e chiaramente e che , se i temi sono condivisi, si assumano tutti le proprie responsabilità”. Pietro Piccinetti, au della Fiera di Roma, ha portato l’esempio della crescita di questo contenitore , il vanto di aver ospitato un mega congresso di cardiologi con 35.000 teste. “ Per la Fiera di Roma gli obiettivi di crescita ci sono, da 1.200.000 ospiti vogliamo raggiungere i 4 milioni in due anni, vogliamo ampliare gli spazi dedicati al congressuale che avrà un suo ruolo in ogni fiera che noi proporremo. Ma rimane il fatto che il treno da Termini non si ferma ….” E sulla destagionalizzazione Albarelli ha puntualizzato: " Ma perchè alcuni spazi in alcune località ci vengono concessi solo nel periodo turistico? Dovremmo metterci d'accordo..."
Ester Ippolito