Immagine di sfondo della pagina Airbnb raccoglierà imposta di soggiorno in Italia
19 novembre 2021

A partire dal 2022, Airbnb attiverà la raccolta digitale dell’imposta di soggiorno in tutta Italia, occupandosi direttamente del versamento per gli affitti brevi per gli host e i comuni che ne faranno richiesta. A tale scopo, Airbnb e ANCIcomunicarehanno siglato una collaborazione per raggiungere e informare gli oltre 1.100 enti locali (tra comuni, unioni di comuni e province autonome) che hanno finora istituito l’imposta. Lo ha annunciato oggi Chris LehaneSenior Vice President of Global Policy and Communications di Airbnb, in occasione dell’Assemblea annuale di ANCI in corso a Parma. Lanciata in esclusiva per l’Italia, la funzionalità è una delle oltre 50 novità incluse nella Airbnb Winter Release, l’ultimo aggiornamento della piattaforma, insieme alla polizza assicurativa AirCover, un innovativo motore di traduzione e un miglioramento dei filtri di accessibilità.

 

Per favorire e semplificare la ripresa del turismo, i vertici della società hanno inoltre presentato un ‘patto’ per il turismo sostenibile e responsabile, che anticipa la pubblicazione solamente di annunci provvisti di codice identificativo, e la condivisione dei dati degli host alle autorità a fini amministrativi e fiscali.

 

L’imposta di soggiorno

In Italia ci sono oltre 1.100 enti che hanno istituito l’imposta di soggiorno. Il numero è esploso di recente, per un riversato che nel 2019 è stato di 604 milioni di euro, di cui 298 nelle prime 10 destinazioni turistiche e 117 nella sola Roma (elaborazione Fondazione IFEL ANCI per la Finanza Locale su dati Siope e BDAP). Ma in base alla legge, quelli che ne avrebbero la facoltà sono quasi 6.000. Unica piattaforma a farlo, Airbnb negli ultimi anni ha attivato protocolli di intesa con 24 fra le principali destinazioni italiane - tra cui Roma, Firenze, Milano, Torino, Napoli e Palermo, semplificando la riscossione per milioni di arrivi e un riversato nel 2019 di oltre 22 milioni di euro.

 

In Italia, nel terzo trimestre 2019, 4 città (Roma, Venezia, Milano e Firenze) avevano rappresentato il 26% dei viaggi su Airbnb. Nello stesso trimestre del 2021, però, il ‘peso’ delle stesse città è sceso al 17%.

Con la dispersione dei flussi turistici post pandemia, e l’aumento del numero degli enti, era chiaro che diventava necessario trovare un’altra soluzione”, ha spiegato Lehane. “Questo strumento è pensato per ovviare all’enorme problema burocratico di dover stipulare convenzioni con ogni singolo comune. La pandemia ha portato a una rivoluzione del turismo, che ora è più disperso, con maggiori opportunità economiche per le comunità locali. Siamo impegnati a rendere più semplice e sostenibile per le amministrazioni, gli host e gli ospiti questa opportunità. Ad oggi abbiamo riversato complessivamente nel mondo oltre 4 miliardi di dollari di imposte locali, ma l’espansione che stiamo lanciando in Italia è senza precedenti”.

 

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