Immagine di sfondo della pagina Cedolare secca, gli imprenditori degli affitti brevi: “Danno alle imprese e si puniscono famiglie e piccoli proprietari”
12 dicembre 2025

L’aumento della cedolare secca dal 21% al 26% per chi possiede un secondo immobile rischia di penalizzare famiglie e piccoli proprietari che gestiscono affitti brevi. A lanciare l’allarme è Lorenzo Fagnoni, presidente di Property Managers Italia e Ceo di Apartments Florence, che invita il Parlamento a rivedere la norma per evitare conseguenze non previste.

“Parliamo di persone normali, non di grandi investitori – sottolinea Fagnoni. Chi possiede due immobili spesso integra il reddito o valorizza case ereditate. La misura rischia di produrre effetti opposti a quelli dichiarati: territori fragili e borghi semi-vuoti rischiano di restare abbandonati, mentre nelle città chi affitta a studenti per gran parte dell’anno potrebbe rinunciare a offrire la casa nei periodi liberi, riducendo l’offerta complessiva”. Il presidente evidenzia la necessità di una norma equilibrata, che distingua tra gestori professionali di decine di immobili e piccoli proprietari che cercano semplicemente di non lasciare vuote le proprie abitazioni. “Serve realismo, buon senso e regole che non mettano in difficoltà le famiglie che oggi sostengono l’offerta abitativa del Paese”, conclude Fagnoni.

La richiesta di Property Managers Italia è quindi di un confronto serio su misure fiscali più mirate, capaci di sostenere sia l’equità tributaria sia la vitalità del mercato degli affitti brevi.

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