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25 novembre 2010

Le guide turistiche aderenti a Federagit-Confesercenti esprimono il loro profondo dissenso verso il codice del turismo.

In una nota, Federagit-Confesercenti rende noto che:

Le guide turistiche abilitate aderenti a Federagit-Confesercenti esprimono il loro forte dissenso nei confronti del Codice del Turismo redatto dal Ministro Brambilla, per gli articoli 6, 7 e 8riguardanti le Guide Turistiche. Grave è l’art. 8 dove si afferma che “Le attività di guida turistica e di accompagnatore turistico sono esercitate su tutto il territorio nazionale”.

L’Unione Europea riconosce in vari atti la competenza territoriale della guida turistica, distinguendola chiaramente dalla figura dell’accompagnatore che è una figura viaggiante.

Con tali articoli di legge, si annullerebbe la professione di guida turistica, assimilandola a quella di accompagnatore e si determinerebbe un decadimento gravissimo delle prestazioni fornite ai visitatori.

I tre articoli del Codice del Turismo sono in netta contraddizione con l’art. 9 della Legge Comunitaria (attualmente al Senato), nel quale si delega il Governo a redigere una Legge organica di riordino della professione di guida turistica.

Gli articoli 6, 7 e 8 del Codice del Turismo non tengono conto degli argomenti presentati durante le mobilitazioni della categoria che ha protestato con forza contro l’istituzione della “guida nazionale”. Essi non costituiscono una legge organica di riordino della professione (come ci era stato prospettato dal Dipartimento Turismo). Manca una definizione della professione che ne indichi l’oggetto (distinguendola da quella di accompagnatore), mancano le modalità di accesso, i titoli di studio e la formazione necessari, la composizione delle commissioni d'esame, ecc.

Qualsiasi estensione delle attuali abilitazioni deve essere successivo al superamento di un esame integrativo che accerti la conoscenza dei Beni Culturali e Paesaggistici del territorio. In assenza di un’integrazione della formazione, si permetterebbe di esercitare una professione - e di divulgare l’identità culturale dei territori - senza possederne l’adeguata conoscenza.

L’istituzione della “guida nazionale” creerebbe gravissimi problemi all’occupazione soprattutto in alcune Regioni.

Il Diritto Europeo non richiede la modifica della legislazione in tale direzione. A chi giova la Guida nazionale? Risponde alle pressioni dei grandi Tour Operator Europei, le multinazionali del turismo che, confondendo intenzionalmente l’accompagnatore con la guida, da decenni premono per ottenere modifiche legislative che permettano di far svolgere tutte le visite guidate in Europa ai loro capo-gruppo di passaggio, sottraendo lavoro e risorse agli operatori locali.

In base alla Carta del Turismo Culturale dell’ICOMOS (Consiglio Internazionale dei Monumenti e dei Siti) dell’UNESCO, adottato nel 1999: “Le attività del turismo e di protezione del patrimonio devono portare benefici alle comunità locali e procurare loro dei mezzi importanti e le giustificazioni per prendere in carica e mantenere il loro patrimonio e le loro pratiche culturali”.

Le Regioni italiane, caratterizzate da identità culturali molto differenziate, non hanno interesse a perdere le loro guide qualificate che sono un importante fattore di promozione del territorio, non solo dei siti più visitati, ma anche dei siti minori.

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