I dieci anni di Garibaldi Hotels
Garibaldi Hotels brinda ai dieci anni e guarda al futuro con rinnovata ambizione. Un percorso iniziato in Puglia nel 2013 quando Egidio Ventimiglia e Fabrizio Prete fondarono l’azienda, iniziando la loro avventura con la gestione del primo villaggio, il Campoverde Village di Vernole. Oggi la rete conta 11 strutture tra Puglia, Sicilia, Sardegna, Umbria, Lazio e Trentino.
Un’impresa con cuore meridionale e una sede operativa a Ostuni, dove prendono forma le idee e le strategie che hanno portato, nel 2018, alla nascita del progetto di albergo diffuso Dimora Sant’Anna a Carovigno, con l’obiettivo di ridare vita a un vecchio edificio abbandonato e far vivere il centro storico tutto l’anno. Una catena alberghiera trasversale che annovera strutture in località di mare, montagna, città d’arte e dimore storiche.
E per il futuro, gli obiettivi passano attraverso la crescita sui mercati esteri e la destagionalizzazione del prodotto. Ne abbiamo parlato con il direttore generale Fabrizio Prete.
Raggiungere il decimo anniversario è un traguardo significativo. Come descriverebbe il percorso che ha condotto Garibaldi Hotels fino a questo punto?
È un traguardo per noi davvero significativo. Tutto è iniziato come un’avventura ma che ben presto ha preso forma diventando una società prima e una Holding dopo e posso dire con orgoglio che questi 10 anni ci hanno dato davvero tante soddisfazioni. Le sfide le abbiamo dovute affrontare fin da subito, siamo partiti con pochi capitali da investire, in un settore, quello del turismo, all’epoca ancora immaturo, con uno Stato assente e restio a credere nei giovani progetti e a concedere finanziamenti. Non è stato un inizio facile ma ci ha sempre guidato l’ottimismo e la nostra intraprendenza. Gli ultimi anni sono stati difficili per tutti, hanno messo a dura prova tutto il settore ma l’incertezza del momento e le tantissime difficoltà dovute alla pandemia non ci hanno fermato, solo rallentato, e al tempo stesso hanno permesso di far emergere anche nuove opportunità come ad esempio l’ingresso di Borgo Pulciano tra le nostre strutture nell’anno più difficile, il 2021. I momenti significativi sono stati tanti ma certamente tra i più importanti posso ricordare l’acquisto immobiliare del Monzoni nel 2018 e del Piaz nel 2023 oltre alla nuova sede di Ostuni, anche questa acquistata quest’anno. Volevamo un nuovo quartier generale che rispecchiasse la nostra immagine ma soprattutto che fosse per i nostri dipendenti non solo un luogo di lavoro ma anche di benessere, attraverso investimenti tecnologici, nuovi ambienti e spazi esterni per il relax.
L'espansione geografica di Garibaldi Hotels ha portato l'azienda a operare in diverse regioni italiane. Qual è stata la strategia di sviluppo adottata per garantire la presenza e il successo in territori così diversi tra loro?
Fin dall’inizio volevamo creare una catena alberghiera trasversale e nel corso degli anni al nostro portfolio abbiamo aggiunto mare, montagna, città d’arte e dimore storiche. Gli elementi che accomunano la selezione delle strutture sono da una parte la destinazione che deve essere in località turistiche rilevanti, dall’altra la personalizzazione e la necessità di targettizzare i servizi offerti in base alla tipologia di clienti. Puntiamo sempre ad offrire prodotti e servizi di qualità ma non basta, bisogna individuare le necessità e aspettative di chi sceglie di soggiornare in una struttura piuttosto che in un’altra ed essere in grado di rispondere a queste esigenze.
In che modo l'azienda ha investito in questi 10 anni per arricchire l'esperienza offerta ai suoi ospiti e quali sono stati gli elementi chiave per soddisfare le aspettative dei viaggiatori?
L’unica vera forza per poter avere risultati apprezzabili in questo lavoro è lavorare sul cliente. Al cliente occorre offrire la possibilità di una vacanza flessibile, libera dagli schemi che caratterizzavano la vacanza al mare di una volta. Il cliente deve poter scegliere liberamente quando partire, quando arrivare, che trattamento fare, che esperienze vivere, deve potersi divertire se ne ha voglia, trovare la tranquillità se invece preferisce e soprattutto poter scoprire il territorio. L’idea della vacanza “villagistica” è tramontata ed è destinata a scomparire del tutto, tutto si evolve tutto cambia e anche le abitudini e attitudini del viaggiatore per cui o lo si riesce a cogliere oppure si rischia di diventare anacronistici.
Giuseppe Focone
(Intervista completa su T&A magazine 18)