Immagine di sfondo della pagina Il turismo organizzato riparte dai propri valori: la sfida di una filiera da ricucire
01 dicembre 2025

Nel dibattito - ricorrente, quasi ciclico - sulla tenuta del turismo organizzato nell’era del ‘faccio tutto da solo’, la convention del gruppo Bluvacanze ha riportato al centro una verità semplice: tour operator e agenzie continuano a rappresentare un valore irrinunciabile per il mercato. Non perché garantiscano una sorta di protezione dagli imprevisti (il marketing della sfiga, per dirla con le parole di Pier Ezhaya), ma perché sono gli unici interpreti di un sapere costruito nel tempo, fatto di competenza, relazione, visione.
Una filiera che non ha mai smesso davvero di evolvere e che oggi, di fronte a nuove sfide tecnologiche e di sistema, chiede soprattutto una cosa: riconoscimento.

L’era Ezhaya ter e la sfida del ‘noi’ di filiera

A delineare la direzione nei prossimi anni è Pier Ezhaya, Presidente ASTOI, nel suo terzo mandato. Un’era ‘Ezhaya ter’ che si apre con una chiara visione manageriale sul futuro del tour operating e sul ruolo che il comparto può giocare nei prossimi cinque anni. “Ci avevano dati per morti tante volte, e ora si parla di come l’AI cambierà tutto”, ha ricordato. “Ma se un settore ha valori forti e fondanti, resiste. Dopo il Covid ho visto un turismo organizzato molto solido: il cliente deve venire da noi perché offriamo una vacanza più profonda, anche più personalizzata”.
Da qui parte il tema che Ezhaya considera decisivo: l’assetto associativo. Il dualismo tra tour operator e agenzie di viaggio, storicamente radicato, secondo lui non è più sostenibile. “In questo Ezhaya ter ho parlato della necessità di immaginare un diverso assetto associativo. Spero si riesca a superare il dualismo tra t.o. e adv. Serve un’associazione più omnicomprensiva, che rispetti le verticalità ma si presenti alle istituzioni in modo coordinato ed efficace. Sarà difficile, ma voglio provarci”.
L’obiettivo? Una filiera che si muova davvero insieme, perché - lo sottolinea lui stesso - se operatori e distributori non trovano un terreno comune, nessuno può realisticamente parlare di crescita.

Casabianca: “Basta con il marketing della sfiga”

Sulla stessa linea, con un approccio complementare, è intervenuto Maurizio Casabianca, direttore commerciale di Going. Con un messaggio che fa eco alle parole di Ezhaya: smettere di raccontare il turismo organizzato come una scelta dettata dalla paura: "Pier Ezhaya ha segnato un punto fondamentale quando ha parlato del passare oltre la logica del marketing della sfiga. Non si sceglie il turismo organizzato per evitare problemi, ma perché il t.o. ha competenze, crea esperienze che vanno oltre il banale e apre situazioni non sempre accessibili”.
Per Casabianca, la vera partita si gioca sulla professionalità: una competenza ‘di filiera’, condivisa, che passa anche attraverso la capacità delle agenzie di essere più curiose, più propositive, più dinamiche. “Sono convinto che abbiamo valori aggiunti importanti: accompagnare il cliente, costruire qualcosa di diverso. Sta alle agenzie proporre nuove soluzioni, incontrare partner con cui non lavorano ancora, conoscere i Dmc. Solo così si va davvero avanti”.

Un settore che evolve, nonostante tutto

Le due voci  raccontano un settore ben lontano dall’immagine fragile con cui spesso viene etichettato. Il turismo organizzato non chiede di essere salvato: chiede che se ne riconosca la funzione. Che si capisca perché, anche oggi, tour operator e agenzie di viaggio restano insostituibili: per la capacità di leggere il mercato, anticipare i bisogni, costruire valore dove da soli i viaggiatori non avrebbero accesso. La vera sfida, ora, è trasformare questa consapevolezza in un movimento unitario. Un racconto nuovo, finalmente allineato alla realtà: una filiera fatta di professionalità, specializzazione e capacità di aprire strade, non solo di percorrerle.

Gaia Guarino

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