Immagine di sfondo della pagina Alta velocità, bassa affidabilità: il paradosso di un’Italia che sogna ma si inceppa
02 luglio 2025

In Italia si sa, ci piace esagerare. Ci affascinano i grandi eventi, le opere faraoniche e rivendichiamo infrastrutture futuristiche sottolineando come i nostri antenati romani abbiano realizzato strade e acquedotti che stanno ancora lì, in piedi, dopo oltre 2000 anni.
Eppure lo sappiamo, a parole siamo fini architetti, progettisti. Avanguardisti. Nella pratica siamo umili peccatori. Perché la realtà è un’altra: mentre sogniamo di andare a fare i turisti nello spazio, ci scontriamo con la quotidianità dove la mobilità del Paese può ben descriversi con una sola parola. DISAGIO. Basta un disservizio su un tratto della linea dell’Alta Velocità tra Roma e Firenze per paralizzare la Penisola. Inutile nascondersi dietro un dito. Tornare a Milano dopo due giorni di lavoro nella Capitale può diventare un’Odissea, e ci si ritrova ostaggi dentro un treno che non sai se e quando partirà. E intanto i tabelloni di Roma Termini continuano ad aggiornarsi convulsamente, i minuti di ritardo si accumulano e da 5 diventano 10, 20, 50 e in alcuni casi addirittura 100.

Sosteneva François de La Rochefoucauld, parafrasandolo, che non è il dubbio a render pazzi ma la certezza. E in effetti immagino l’impeto di follia di chi una certezza ce l’ha: vedere il proprio treno cancellato. L’estate si fa sentire con temperature che sfiorano i 40 gradi. La stazione diventa una stanza del legionario, calda e caotica. Turisti confusi, businessman che sotto la giacca e la cravatta sudano tutta la giornata di lavoro, famiglie che provano almeno a sedare i bambini urlanti. Passeggeri che vagano come zombie. E noi, seduti sul nostro treno fermo che osserviamo l’esterno come un acquario, forse con l’unico privilegio di un po’ di aria condizionata.
È appena il 1° luglio e il boom delle vacanze d’alta stagione deve ancora arrivare. La domanda però, sorge spontanea: mentre sui media siamo intenti a pubblicare numeri record, ad annunciare l’avvio di nuovi voli e l’apertura di lussuosi resort, l’Italia è davvero preparata a un simile ritmo? Perché, a proposito di treni, sembra che il settore voglia correre su un binario che però - esattamente come la linea dell’AV ieri pomeriggio - non è pronto a stare al passo con una travel industry straripante. 
La circolazione è rallentata, parlo delle ferrovie. I radar impazziscono, parlo di quanto accaduto pochi giorni fa nel Nord Italia…ovviamente. Ma come si suol dire, ‘intelligenti pauca’. A buon intenditor, poche parole.

Gaia Guarino

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