Immagine di sfondo della pagina Bbi, il nuovo hub di Berlino
17 maggio 2010

Un nuovo hub al centro d’Europa. Il conto alla rovescio è ormai partito per il battesimo dell’Aeroporto Internazionale di Berlino – Brandeburgo a Schonefeld (Bbi), operativo a partire dal 30 ottobre 2011 con una capacità iniziale di 27 milioni di passeggeri l’anno. Un progetto che parte da lontano, con un piano generale di mobilità e connettività interna del Land Brandeburgo, partito a metà degli anni 90 e proseguito nel 2006 con l’inuagurazione della più grande stazione multilivello, la Berlin Hauptbahnof e la realizzazione di linee urbane e stazioni ferroviare. Un masterplan a lungo termine proseguito con la riorganizzazione dei tre aeroporti della capitale, il cui destino confluirà nel Bbi con la chiusura del Tegel a nord e dello scalo di Tempelholf il 28 ottobre 2008. Un rinnovamento in chiave moderna per un hub che punterà su un giusto mix di traffico domestico e tratte long haul, con un potenziale a pieni giri di 45 milioni di passeggeri annui con due piste parallele di circa 4 chilometri. Un modello di sviluppo da prendere da esempio anche in Italia, dove troppo spesso politica e campanilismo intervengono mortificando ambizioni ed investimenti nel nome di interessi locali e strettamente territoriali. Il Governo tedesco, invece, ha favorito lo sviluppo di un hub che proietta Berlino nel futuro, grazie anche ad una fitta rete di trasporti interni per la regione di Brandeburgo che può contare su 12 autostrade per 800 km totali, 900 km di vie d’acqua e ben 1500 km di trasporto ferroviario. Il Bpi, che sorgerà su una superficie di 1470 ettari con un terminal di 6 piani, sarà dotato di una stazione di 6 binari per collegamenti veloci con il centro cittadino e tanti spazi dedicati ai viaggiatori in transito con ristoranti e negozi. Ad affiancare la struttura il nuovo Airport City, dotato di hotel, centro congresssi e parcheggi per oltre 10.000 auto. Il progetto, presentato a Roma dalla Camera di Commercio per la Germania e la Promex Spa, rappresenta un’occasione anche per le imprese italiane che vogliono investire nel territorio: dal 1990, infatti, i lander tedeschi fanno parte dell’Obiettivo 1 dei finanziamenti europei e per le aziende che impiegano più di 250 collaboratori fatturando più di 50 milioni di euro, sono previsti finanziamenti UE fino al 30%, che diventa 50% per le pmi.

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