Booking 2025: tre trend chiave che ridefiniranno il business alberghiero
I cambiamenti nei comportamenti dei viaggiatori impongono alle strutture ricettive di aggiornare strategie operative e tecnologiche per aumentare le prenotazioni dirette, offrire flessibilità e innovare la gestione dei ricavi.
Nel 2025, il settore dell’ospitalità si trova di fronte a trasformazioni significative nelle modalità con cui i viaggiatori prenotano e scelgono le loro destinazioni. Questi mutamenti, alimentati da dinamiche ambientali, sociali ed economiche, impongono a hotel e catene alberghiere di adattarsi con rapidità per non perdere quote di mercato. Mark Lewis-Brown, CEO di Zucchetti North America, ha identificato tre tendenze emergenti che rappresentano le direttrici imprescindibili per mantenere competitività e incrementare i ricavi.
Il primo trend riguarda il progressivo aumento delle prenotazioni dirette. Nonostante per anni le OTA (Online Travel Agencies) abbiano dominato il mercato grazie a grandi investimenti pubblicitari e programmi fedeltà aggressivi, l’orientamento dei consumatori sta lentamente cambiando. Secondo il rapporto Skift Research Hotel Distribution Outlook 2024, entro il 2030 le prenotazioni dirette digitali supereranno quelle effettuate tramite OTA, generando oltre 400 miliardi di dollari contro i 333 miliardi delle agenzie online. Questo passaggio è favorito dagli investimenti delle strutture alberghiere in canali proprietari che migliorano l’esperienza utente, offrono tariffe competitive e programmi fedeltà più appetibili. Per gli hotel resta quindi cruciale dotarsi di sistemi CRS con motori di prenotazione integrati e funzionalità avanzate, come chatbot AI per automatizzare il customer service e programmi di fidelizzazione che incentivino il ritorno degli ospiti.
Il secondo elemento chiave è la crescente domanda di flessibilità nelle condizioni di prenotazione e pagamento. Se durante la pandemia si era registrata una forte crescita delle prenotazioni last minute, oggi si osserva un allungamento della finestra temporale media di prenotazione, che si attesta intorno ai 32 giorni in anticipo. Contestualmente, i viaggiatori richiedono politiche di cancellazione più elastiche e modalità di pagamento più adattabili, anche senza anticipo o con possibilità di modificare la prenotazione in caso di variazione di prezzo. Le strutture che non aggiornano le proprie policy rischiano di perdere conversioni, mentre quelle che adottano politiche flessibili vedono ridursi le cancellazioni sotto il 20% e possono perfino generare maggiori ricavi grazie a tariffe premium per servizi flessibili.
Infine, la terza tendenza riguarda l’evoluzione delle strategie di revenue management. Con l’adozione di sistemi cluster che gestiscono portafogli di proprietà in modo integrato, le catene possono implementare strategie di pricing e loyalty a livello di brand anziché singolo hotel. Un fenomeno in crescita è quello delle formule di abbonamento o membership, che favoriscono la fidelizzazione di clienti ad alto valore offrendo soggiorni gratuiti o sconti su più strutture del gruppo. Esempi concreti includono programmi come Accor Plus, lanciato nel 2023, che propone ai membri sconti fino al 50% e soggiorni omaggio, aumentando il tasso di occupazione nei periodi di bassa stagione. Questa modalità si rivela particolarmente efficace per massimizzare la redditività e consolidare la brand loyalty.
L’evoluzione delle abitudini di prenotazione impone dunque un aggiornamento costante delle tecnologie e delle politiche commerciali, con un’attenzione crescente alla personalizzazione, alla flessibilità e alla gestione integrata dei ricavi. Gli operatori che sapranno adeguarsi rapidamente avranno un vantaggio competitivo netto, mentre chi rimarrà ancorato a modelli obsoleti rischierà di perdere terreno nel mercato sempre più esigente e dinamico dell’ospitalità.