Immagine di sfondo della pagina Bruxelles, la capitale del cioccolato
05 febbraio 2024

La colonna portante della tradizione gastronomica di Bruxelles è indubbiamente il cioccolato, a cui visit.brussels dedica un focus con itinerari turistici, workshop e pacchetti a tema. 

Il cioccolato belga è apprezzato per il suo aroma particolarmente intenso e per l’utilizzo di materie prime eccellenti, a cominciare dal burro di cacao, realizzato con il 100% di cacao, senza grassi vegetali alternativi come l’olio di palma. La struttura finissima, la rigorosa selezione delle materie prime e la spiccata creatività dei maître chocolatier, sempre alla ricerca di nuovi accostamenti di gusto e consistenze, fanno del cioccolato belga una vera e propria arte, conosciuta in tutto il mondo. 

L’Europa ha incontrato per la prima volta il cacao nel 1502, 10 anni dopo lo sbarco di Cristoforo Colombo in America. All’epoca, però, le fave di cacao venivano utilizzate come mezzo di pagamento. Fu Hernán Cortés, 26 anni dopo, a portare per la prima volta nel Vecchio Continente la ricetta e gli strumenti per trasformare le fave di cacao in cioccolato, ma bisognerà aspettare almeno fino al 1580 per assistere alla nascita, sul suolo iberico, di una prima “fabbrica” di cioccolato. Inizialmente il cioccolato veniva trasformato in bevanda: le prime botteghe di cioccolateria si diffondono nel corso del ‘600, soprattutto in Francia e Italia e il cioccolato resta un prodotto per pochi. Dal XVIII secolo, l’industrializzazione e lo sviluppo delle prime macchine per la macinazione dei semi di cacao hanno permesso la lavorazione del cioccolato su ampia scala, moltiplicandone le varietà e le forme, e rendendolo al contempo sempre più accessibile. 

Si arriva così al 1912, quando il produttore di cioccolato belga Jean Neuhaus, nella sua bottega sotto gli archi delle Galeries Royales Saint-Hubert di Bruxelles inventò la famosa pralina: una mandorla o nocciola tostata ricoperta di cioccolato. Nel 1915 il successo era già tale, che si rese necessaria la creazione di una confezione specifica per contenere gli ordini dei clienti: il “ballotin”. Questa piccola scatola di cartone permetteva ai cioccolatieri di posizionare le praline una sopra l'altra senza schiacciarle: era nata la scatola di cioccolatini! 

Da allora, il profumo di cioccolato è una costante nelle vie che circondano la Grand Place, animate da decine di locali storici che propongono “manon”, “orangette”, tartufi e decine di altri capolavori del gusto. Nomi del calibro di Galler, Godiva, Corné Port Royal, Café Tasse e Leonidas … oltre naturalmente a Neuhaus che oggi, a oltre 110 anni dall’invenzione delle praline, ne offre più di 60 tipi diversi. 

Le cioccolaterie più famose si trovano nelle zone più centrali: il Sablon e il Mont des Arts, la zona intorno alla Grand-Place e le Galeries Royales Saint-Hubert. In prossimità della Grand Place si può visitare il Museo Choco-Story Brussels, che propone un entusiasmante percorso nel mondo e nella storia del cioccolato: dalle coltivazioni dei Maya e degli Aztechi di 3.000 anni fa alle tecniche di lavorazione più recenti, utilizzate per trasformare il cacao prima in cioccolato e poi in praline. Ci si può mettere anche direttamente alla prova, cimentandosi nella realizzazione di tavolette di cioccolato personalizzate e altre specialità. Lo stesso vale per l’Atelier Chocolat, dove si possono preparare gustose praline anche vegane, e per il Concept Chocolate, che propone un workshop dedicato al food pairing, ovvero l’arte di abbinare il cioccolato e la birra.  

Merita una sosta anche il BCV – Belgian Chocolate Village: inaugurato nel 2014, è la più grande esposizione dedicata al cioccolato di tutto il Belgio ed è pensato prevalentemente per un pubblico di bambini e ragazzi, che possono partecipare anche a golosissimi laboratori e degustazioni. Tra gli highlights del BCV, un’esposizione permanente di sculture in cioccolato che rappresentano l’Atomium e gli altri monumenti più famosi della città, e una serra tropicale che permette di osservare da vicino le piante di cacao. 

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