Caro carburante a Malpensa: ASTOI lancia l’allarme
L’aumento dei costi di approvvigionamento rischia di pesare su vettori, tour operator e viaggiatori
ASTOI Confindustria Viaggi denuncia un forte aumento dei costi di approvvigionamento del carburante all’Aeroporto di Milano Malpensa, superiore al 50% rispetto ad altri scali italiani ed europei, come Roma Fiumicino, al netto della materia prima.
Secondo il presidente di ASTOI, Pier Ezhaya, “Il cherosene e i relativi costi di approvvigionamento rappresentano circa un terzo dei costi di un vettore e incidono direttamente sulle tariffe aeree. Se nel 2022 i costi di Malpensa erano in linea con altri hub, dal 2023 si è assistito a un’impennata ingiustificata, probabilmente legata a una concorrenza limitata tra fornitori e scarsità di prodotto”. L’associazione sottolinea che l’aumento dei costi non grava solo sulle compagnie aeree, ma si riflette anche sui tour operator e, di conseguenza, sui viaggiatori. Ezhaya avverte inoltre del rischio che il sistema aeroportuale milanese perda competitività rispetto ad altri scali.
ASTOI chiede un intervento urgente da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, di ENAC e di SEA per trovare soluzioni concrete a una problematica che coinvolge l’intera filiera del turismo e i consumatori finali.