
Dolomiti Lucane, torna il " Volo d'Angelo". Apertura prolungata fino ottobre
Per tutta l’estate si può andare a “Volo d’Angelo”, in Basilicata. Appesi ad un filo, protetti da un’imbracatura e in tutta sicurezza, si è “lanciati” a forte velocità, lungo un carrello, che scorre lungo un cavo d’acciaio collegato alle due estremità opposte dei due borghi più belli di Italia “Castelmezzano e Pietrapertosa”.Uno straordinario “viaggio” per sfiorare le nubi, sognare ad occhi aperti e guardare il mondo e la natura circostante dall’alto in basso, proprio come “gli angeli”. Un modo sorprendente per sentirsi come uccelli, emulando il falco pellegrino o il nibbio reale che da queste parti sono di casa.
Per tutta l’estate si può andare a “Volo d’Angelo”, in Basilicata. Appesi ad un filo, protetti da un’imbracatura e in tutta sicurezza, si è “lanciati” a forte velocità, lungo un carrello, che scorre lungo un cavo d’acciaio collegato alle due estremità opposte dei due borghi più belli di Italia “Castelmezzano e Pietrapertosa”. Uno straordinario “viaggio” per sfiorare le nubi, sognare ad occhi aperti e guardare il mondo e la natura circostante dall’alto in basso, proprio come “gli angeli”. Un modo sorprendenteper sentirsi come uccelli, emulando il falco pellegrino o il nibbio reale che da queste parti sono di casa.
Si tratta dell’unico impianto italiano a moto inerziale e il più grande di Europa. Due le stazioni di “partenza e arrivo”,posizionate a diversa altitudine, rispettivamente di 118 e 130 metri. La prima, detta di San Martino, parte da Pietrapertosa (la stazione di lancio è quasi nel cuore del paese, a metà della scalinata che porta al castello arabo-normanno e la quota di partenza supera i 1000 metri) e arriva a Castelmezzano (quota di arrivo 859 mt),dopo aver percorso 1415 metri e raggiungendo una velocità massima di 110 Km/h.La linea Paschiere, invece, permette di lanciarsi da Castelmezzano (il punto di partenza si raggiunge con una camminata di 20 minuti, in un ambiente selvaggio e incontaminato; quota di partenza 1019 metri) e arriva a Pietrapertosa (quota di arrivo 888 metri), su una distanza di 1452 metri! Si può volare da soli (gli avventurosi devono avere almeno 16 anni) per sentirsi come Icaro, realizzare una piccola follia o ricaricarsi con una bella dose di adrenalina (uniche precauzioni: pesare dai 35 ai 130 chilogrammi e non soffrire di cuore).
I più romantici possono volare in coppia, in parallelo perfettamente allineati, così da potersi guardare negli occhi, scambiarsi un bacioe, perché no, dichiararsi promesse di eternità, il cui eco si confonde con un leggero venticello. Ovviamente possono vivere questa esperienza da brivido anche due amiche, due amici, genitori e figli; l’importante è non superare il peso complessivo di 150 chili(la differenza di pesotra le persone che volano in due non deve superare i 40 Kg). Per i bambini che si librano in aria insieme a mamma o papà l’età minima consentita è di 12 anni.
Quest’anno, ed è la novità, la stagione si allunga con l’apertura dell’impianto fino a tutte le domeniche di ottobre.
Per il calendario completo consultare il sito www.volodellangelo.com
Castelmezzano è stato, di recente, inserito da Lonely Planet Italia tra i “panorami top”: il paese - definito anche “città-natura”- è adagiato ad una parete di guglie e picchi. La leggenda vuole che il primo nucleo urbano sia stato fondato da Paolino, un pastore deciso a nascondersi tra le montagne per sfuggire alle frequenti incursioni saracene. La radice latina del nome, “Castrum”, ne indica proprio un luogo fortificato.
Si scopre poi che la storia è legata ai Cavalieri Templari: tracce della loro presenza si riscontrano nella toponomastica delle strade e nello stesso stemma comunale che riproduce il sigillo dell'ordine del Tempio (due cavalieri, di cui uno moro, su un unico cavallo alla volta della prima Crociata combattuta anche dagli abitanti di Castelmezzano con la vicina Tricarico).
Pietrapertosa(il nome deriva da una roccia forata, detta in dialetto “pertusa”) si caratterizza, invecem per il suo quartiere arabo, detto “Arabata”, un susseguirsi di piccole case addossate alla parete rocciosa nella parte più elevata del paese. Furono i Saraceni a stabilirsi qui per primi, intorno all’anno Mille, costruendo nella parte alta del paese una fortificazione, poi ampliata dai Normanni. Ancora visibili i resti del torrione e una scalinata che conduce ad un belvedere su tutta la Valle del Basento.