Immagine di sfondo della pagina Fitness smart e condiviso: il modello BULB approda nel mondo hospitality
19 giugno 2025

A un mese dall’apertura del primo BULB all’interno di un hotel (ne abbiamo parlato qui), nello specifico presso il Best Western Hotel Madison di Milano, abbiamo avuto la possibilità di conoscere da vicino questo nuovo progetto fitness destinato adesso anche al mondo dell’hospitality.

Abbiamo incontrato Danilo Mazzacuva e Umberto Pilagatti, co-fondatori di BULB, che insieme a Camilla Doni, co-titolare del Best Western Hotel Madison e socia del gruppo Doni Hotels, ci hanno raccontato la nascita e l’evoluzione di un’intuizione che sembra trovare terreno fertile per una progressiva espansione.
“La nostra idea è che chiunque entri in un Bulb dentro un hotel trovi tutto ciò che gli serve per allenarsi e che, grazie alla possibilità di prenotare il servizio, sia certo di poter avere un posto per allenarsi in totale tranquillità”, sottolinea Mazzacuva. “Inoltre”, aggiunge Pilagatti, “proprio come nel caso del Best Western Hotel Madison, si crea l’occasione di recuperare uno spazio in disuso. Abbiamo iniziato a proporre il progetto alla famiglia Doni sul finire del 2021 e quando è stato tempo di ristrutturare l’albergo, sono riusciti a inserire anche noi di Bulb. Sono stati i pionieri di questo nostro esperimento nell’hôtellerie”.

Un modello flessibile che connette hospitality e wellness

Ma le ambizioni di Bulb non si fermano, e i due co-founder guardano già ad altre collaborazioni anche e non solo a Milano. Un modello di business che, relativamente alla gestione della zona fitness, dà flessibilità alla struttura alberghiera, aprendola sia agli ospiti sia a chi viene dall’esterno. Bulb intercetta così quel cliente viaggiatore (sia leisure sia business) che vuole continuare la propria routine fitness mentre è in trasferta, un segmento di mercato in crescita che sceglie l’hotel anche in base ai servizi sportivi offerti.
“Lo spazio, come in qualunque Bulb, può essere riservato anche per allenarsi col personal trainer - questo selezionabile tramite la nostra app - così da portare l’esperienza al massimo”, puntualizza Mazzacuva. “Viceversa, può essere il personal trainer a prenotare lo spazio, sia in modalità privata sia in sharing, e portare i propri clienti creando, per esempio, un palinsesto corsi. Attualmente, il 75% dei nostri utenti sono personal trainer e il vantaggio di svolgere il proprio lavoro in un Bulb hotel rispetto a un Bulb city è la possibilità di offrire implicitamente servizi secondari come bar, ristorante o spazio co-working”.

Un format chiavi in mano per hotel aperti alla community

Il modello di business di Bulb per l’hospitality prevede che sia l’hotel a fornire lo spazio (anche medio-piccolo è sufficiente) mentre sia a carico di Bulb, appunto, l’allestimento e l’installazione degli attrezzi. L’intero processo di booking, ingresso e check-out è gestito tramite app e dunque in domotica.
“Guardando ai risultati di questo primo mese al Best Western Hotel Madison abbiamo rilevato come gli ospiti esterni siano in media il 70%, ragion per cui stiamo intervenendo su una comunicazione che possa semplificare la fruizione del servizio per i clienti dell’hotel”, dichiara Pilagatti.
Il costo del servizio per i clienti dell’hotel viene concordato con la struttura e può essere extra - come nel caso del Best Western Hotel Madison - oppure incluso nel prezzo della camera.
“Per la nostra famiglia, siglare la partnership con Bulb è stata una scelta consapevole”, commenta Doni. “Il nostro hotel è attivo e aperto alla comunità, crediamo molto nel principio per cui la struttura sia considerata un luogo di condivisione”.
Un messaggio chiaro che anche i fondatori di Bulb hanno in qualche modo voluto ricalcare omaggiando lo spazio del Madison con un imponente murales su cui spicca la scritta ‘Make it a better place’. “Come la nostra idea di Bulb deriva dal bulbo che protegge la pianta dandole tutti gli elementi necessari per prendere vita, anche noi abbiamo immaginato i nostri spazi come dei punti dove professionisti o appassionati del benessere possono far nascere le proprie passioni o dare luce al proprio business”, conclude Mazzacuva. “Il nostro murales vuole raccontare come, anche da una piccola palestra a Milano nel -1 di un hotel possa sbocciare qualcosa di positivo, un messaggio da portare fuori. Del resto, essendo l’hotel un hub da cui passano persone da tutto il mondo, abbiamo cercato una comunicazione forte e condivisibile”.

Gaia Guarino

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