Immagine di sfondo della pagina Guide turistiche e il ricorso che fa discutere. Anna Bigai (ANGT): “Il bando per guide turistiche va cambiato. E vi spiego perché”
19 maggio 2025

Oltre 29mila italiani sembra che abbiano oggi un nuovo sogno professionale: diventare guida turistica. Il numero di iscritti al concorso indetto dal Ministero del Turismo è sorprendentemente elevato ed è dunque lecito interrogarsi su cosa abbia spinto queste persone verso tale scelta: passione autentica? Piano B?
Qualunque sia la risposta, ciò che è certo è che a tenere banco negli ultimi giorni – e a creare chiacchiericcio sui social – è la presa in carico del ricorso al TAR presentato dall’Associazione Nazionale Guide Turistiche (ANGT), con un’udienza fissata il 14 ottobre che potrebbe rimettere tutto in discussione. Inutile sottolineare come tra commenti affrettati lasciati sul web e notizie parziali, si sia creato uno stato di totale confusione tra le aspiranti guide turistiche. E così, tra chi urla al ‘Vogliono bloccare tutto’ e chi invece condivide la mossa di ANGT, è tempo di fare chiarezza. In un’intervista rilasciata a Turismo & Attualità, Anna Bigai – Presidente di ANGT spiega i motivi che li hanno condotti ad agire legalmente davanti l’organo di giustizia amministrativa.

D: ANGT ha presentato un ricorso contro il bando del concorso nazionale per guide turistiche al quale ha fatto seguito un'ordinanza cautelare del TAR del Lazio lo scorso 15 maggio. La vostra azione ha sollevato reazioni contrastanti, anche da parte di altre associazioni di categoria che hanno espresso forte disappunto. Come risponde a chi accusa ANGT di voler ‘bloccare tutto’ e ostacolare l’ingresso dei nuovi professionisti?

R: Ci tengo a precisare come la nostra azione legale sia stata fortemente strumentalizzata. L’opinione più diffusa è che sia nostra intenzione bloccare tutto ed evitare che nuove persone possano accedere alla professione di guida turistica: è falso. Al contrario, io auspico che entrino delle nuove figure ma voglio che siano sufficientemente qualificate e che siano capaci di lavorare come me se non addirittura meglio. Fin da quando eravamo seduti ai tavoli di concertazione ho fatto presente la questione, perché fare la guida turistica non significa saper dare un paio di informazioni in modo superficiale bensì conoscere il territorio. Ricordiamoci che i turisti non sono stupidi e talvolta possono mettere in difficoltà con domande complesse alle quali bisogna sapere rispondere con intelligenza e preparazione.

D: Alla luce di queste considerazioni, quali sono state le ragioni fondamentali che vi hanno spinto ad agire legalmente contro questo bando?

R: Non potendo fare nulla contro la legge, che è deleteria, abbiamo voluto impugnare prima il decreto ministeriale e poi il bando che ne è figlio così da puntare a un suo miglioramento, al fine di potere abilitare delle persone realmente competenti. Ci siamo sempre battuti affinché ci fosse una specializzazione territoriale: perché va bene fare un esame con criteri omogenei a livello nazionale ma serve poi una sezione, sempre in sede d’esame, in cui il candidato possa dimostrare di conoscere il territorio in cui andrà a operare. Altro punto che contestiamo riguarda i requisiti linguistici. A nostro avviso, un livello B2 è insufficiente.

D: Secondo ANGT, cosa servirebbe davvero per riformare la professione delle guide turistiche in modo equo, sostenibile e rispettoso delle competenze? Qual è il vostro obiettivo finale in questa battaglia?

R: Chiediamo che, in aggiunta a un esame generale su temi come la storia e l’arte italiana, come dicevo prima, ve ne sia uno che verifichi la conoscenza del territorio in cui la persona dovrà effettivamente esercitare. Si pensi che, quando una guida straniera vuole che il suo titolo sia riconosciuto in Italia, fa domanda al Ministero specificando in quale regione desidera lavorare e, a fronte di ciò, affronta una prova compensativa inerente a quell’area geografica o un tutoraggio sul luogo. E allora, se una guida che arriva dall’estero è tenuta ad avere una specializzazione, perché queste possibili nuove guide turistiche italiane – se interessate – devono farlo successivamente e a proprie spese? È facile immaginare chi deciderà di intraprendere questo percorso aggiuntivo: nessuno. 

D: Da questa riforma, peraltro, siete toccate anche voi guide già abilitate.

R: Sì, perché secondo la legge anche noi dobbiamo fare dei corsi di aggiornamento obbligatori a pagamento pur non essendo una professione ordinistica. Il paradosso? Che pur trattandosi di ‘aggiornamento obbligatorio’, qualora non venga assolto non è comunque sanzionabile, viene soltanto apposta una sorta di segnalazione sull’elenco. Ne sfugge il senso…

D: Il TAR Lazio ha fissato l’udienza il prossimo 14 ottobre. Che tipo di ripercussioni immediate ha sul concorso attualmente in corso? 

R: In attesa dell’udienza, il TAR si è pronunciato così: “L’ordinanza invita il Ministero ad astenersi dall’assumere iniziative che possano pregiudicare prima di questa udienza le istanze di ANGT, ovvero abilitare nuove guide in forza del bando impugnato". Il Ministero, dunque, non può agire in alcun modo che leda noi, associazione ricorrente. E non credo che il Ministero sia così superficiale da far sostenere un esame senza poi poter dare un’abilitazione. Al massimo, inizieranno a preparare il concorso strutturando le prove, scegliendo la sede dper lo svolgimento della prova scritta e così via.

D: Vi ha contattato qualcuno direttamente dal Ministero?

R: Nessun contatto, nemmeno quando è stato notificato il ricorso. Sarei contenta se invece lo facessero perché magari, lavorando insieme, ci potrebbe essere la possibilità di correggere le storture di questo bando.

D: Eppure, nonostante l’ordinanza cautelare, nei giorni scorsi si è letto che il Ministero sia intenzionato a calendarizzare le prove del concorso entro luglio. Qual è la vostra posizione in merito? 

R: Personalmente non dico nulla, lascio parlare gli organi giudiziari competenti. Al momento, non resta che attendere il prossimo ottobre.

Gaia Guarino

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