Immagine di sfondo della pagina IBAR sul caos bagagli a Fiumicino: una serie di proposte “ per emergere dalla palude”
03 settembre 2009

IBAR, l’associazione che unisce 78 compagnie aeree di linea, italiane e straniere presenti in Italia, in una nota deplora il caos verificatosi puntualmente anche quest’estate nell’aeroporto di Roma Fiumicino e formula delle proposte affinché ogni soggetto si assuma le proprie responsabilità a tutela del servizio, del rispetto dei passeggeri e dello sviluppo economico di Roma e dell’Italia.I problemi ampiamente riportati dai media in questi giorni non sono che la punta dell’iceberg- sostiene l’associazione. Fiumicino viene definito come hub dal Governo e dalla società Adr ma incredibilmente lo scalo è privo di un sistema per il transito dei bagagli fra un volo e un altro, cosa che va bene per uno scalo regionale ma che è inaudito per un vero Hub. Migliaia di bagagli in transito sullo scalo sono rimasti a terra dall’inizio dell’estate e vengono riavviati con ritardi che in alcuni casi superano i 6/7 giorni. Da anni ENAC si confronta con il problema, ma ogni estate puntualmente torniamo daccapo.Le compagnie aeree esigono misure concrete ed offrono la propria disponibilità per evitare che nel prossimo periodo natalizio ed anche nell’’estate 2010 si ripetano queste esperienze negative . Tra le proposte avanzate dall’Ibar la richiesta di un controllo rigoroso da parte dell’Enac che che ADR realizzi le infrastrutture necessarie ed adeguate al fine di assicurare un efficiente sistema di smistamento bagagli. L’attivazione di deguati meccanismi sanzionatori a tutela della regolarità dei servizi aeroportuali. La predisposizione da parte di Adr, in consultazione con i vettori, di un piano transitorio per fronteggiare l’inadeguatezza dell’infrastruttura, in attesa che i necessari investimenti vengano completati, nonché indichi i tempi di realizzazione di tali infrastrutture.In assenza di soluzioni reali, sottolinea ancora l’Ibar, il principale scalo italiano non potrà realizzare il suo vero potenziale e rischia persino la riduzione dei voli, con pesanti danni economici e sociali.

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