Immagine di sfondo della pagina Il business delle settimane bianche: il giro d’affari sale a  5,1 miliardi di euro
29 marzo 2004

“L’andamento del turismo italiano per il 2004 non poteva cominciare meglio e ci auguriamo che i risultati della vacanze sulla neve possano essere di buon auspicio anche per il prosieguo dell’anno”. È questo il commento di Bernabò Bocca, Presidente della Federalberghi-Confturismo alla lettura dei risultati di una indagine realizzata con il sistema C.A.T.I. ed eseguita dalla Federazione nei giorni dal 19 al 22 marzo 2004 con il supporto tecnico dell’Istituto CIRM, su un campione di 3.264 maggiorenni, rappresentativo di oltre 47 milioni persone dell’intera popolazione. “La stretta economica non ha quindi condizionato la voglia degli italiani di trascorrere una settimana bianca o almeno un week end nelle innumerevoli località sciistiche del Paese, determinando un giro d¹affari complessivo di 5,1 miliardi di Euro (rispetto ai 4 miliardi di euro del 2003), pari al 6,4% del fatturato totale del turismo italiano (che nel 2003 è ammontato ad 80 miliardi di euro). ”L’ottimo innevamento naturale, peraltro -prosegue Bocca- che ha caratterizzato ed ancora caratterizza gran parte delle piste dal Nord al Centro al Sud Italia, ha consentito una crescita di arrivi e di presenze al di sopra di ogni più rosea previsione”. “Inoltre sia per le settimane bianche sia per i week end sulla neve - aggiunge il Presidente della Federalberghi-Confturismo – l’albergo è risultato la struttura ideale per trascorrere questo periodo di vacanze, a testimonianza dell’ottimo rapporto qualità-prezzo offerto dagli oltre 9 mila alberghi esistenti nelle località montane. “A questo punto - conclude Bocca - in un momento storico così difficile per il mondo intero, la necessità di compiere delle iniziative mirate per il consolidamento dell’immagine turistica dell’Italia appare quanto mai indispensabile. “Nel 2004 il turismo parlerà sempre più italiano nel nostro Paese, ma non possiamo dimenticare che gli 80 miliardi di euro annui che il settore realizza, per un importo vicino al 7% del Pil, hanno bisogno della componente estera, per acquisire la quale non bastano solo tariffe competitive, ma occorrono anche importanti campagne promozionali e coraggiose scelte fiscali, quali l’adeguamento delle aliquote Iva ai livelli di Paesi dell’UE nostri diretti concorrenti”.

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