Immagine di sfondo della pagina In Lombardia…alla scoperta del Lago di Como
09 maggio 2017

 Sarà pure l’uovo di Colombo, ma i buoni esempi vanno imitati. E ben ha fatto la regione Lombardia a incaricare Explora, l’agenzia di promozione turistica emanazione del Pirellone, di Unioncamere Lombardia e di Camere di Commercio di Milano di occuparsi di far conoscere e apprezzare il territorio lombardo nelle sue varie sfaccettature. Lo spunto da cui prendere il via può essere un evento fieristico, ma anche altro che comunque funge da richiamo primario. Compito di Explora, insieme con i vari partner territoriali, è di far conoscere quel che c’è intorno all’evento in questione. Come degli Indiana Jones, il team di Explora vuole guidare alla ricerca dei tesori perduti, o negletti ospitalità, cultura, enologia, gastronomia... Insomma, dopo il lavoro, dicono, guardatevi interno e apprezzate l’ospitalità nel senso più ampio del termine.Una di queste tappe è stata quella che ha preso spunto da Agrinatura, organizzata nelle strutture di Lariofiere a due passi da Como,  e che ha messo in mostra la filiera dell’agroalimentare di qualità. Con un occhio al passato e alle tradizioni, ma anche con uno sguardo sul futuro e su quanto la tecnologia e le nuove competenze possono dare. Come dice un comunicato di Agrinatura: “Non solo un ritorno alla natura, ma un passo avanti con e per la natura”

Da Agrinatura, per Explora il passo è stato breve per invitare a vedere che c’è intorno: quella parte di Lombardia ne ha tante di cose da mettere in vetrina. E se è vero che la Lombardia non ha il mare (do you remember: …se Milano avesse lu mare sarebbe una piccola Bari…), ma di tutto il resto non fa difetto. Anzi. La mancanza del mare viene ben supplita dai laghi che in passato (turisticamente parlando, ma non solo) hanno avuto importanza pari al mare stesso. In una sorta di ricerca del tempo perduto, operatori pubblici e privati vogliono ora riportare in auge quel che è stata per secoli la meta privilegiata delle vacanze della nobiltà e della ricca borghesia metropolitana. Le sponde del lago di Como sono lì a dimostrarlo; a sentire i nomi degli originari, e in qualche caso ancora attuali proprietari delle storiche ville (alcune delle quali diventate alberghi di gran lusso, con arredi e pinacoteche degne di museo), si ha una panoramica su quanta parte dell’aristocrazia industriale e artistica ha preso base sul lago manzoniano. A   casaccio: Villa Carlotta, Villa Erba, Villa d’Este, Villa del Balbianello (donata al FAI dagli eredi del conte Guido Monzino, storico alpinista ed esploratore, della famiglia dei supermercati Standa), Villa Serbelloni, Villa Trivulzio, Villa Melzi e molte altre… Ben prima che ci arrivasse George Clooney…

Conscia di cotanto patrimonio la città di Como si è attrezzata all’ospitalità e all’accoglienza a tutti i livelli, sia di quelli che le tasche le hanno ben fornite sia anche di quelli che le tasche devono ancora fornirsele. Storico il bar all’imbarcadero, passaggio obbligato per l’aperitivo, ma nelle  vie strette e colorate della città si scoprono locali e laboratori gastronomici artigianali che in quattro e quattr’otto ti mettono in tavola tutto quello che  è necessario al bon vivre. Lo stesso vale per l’altra “capitale” lacustre, Bellagio sorta proprio sul promontorio che divide i due rami del lago. Animati da un sacro furore anche il territorio tutt’attorno si è dato alla ricerca di quarti di nobiltà, non solo da sangue blu, ma anche quella contadina e manifatturiera. Un esempio di buon recupero del patrimonio storico che poi serve anche alla conduzione dell’attività primaria è certamente il Corazziere, albergo-ristorante di qualità alle porte di Como che ha la fortuna di avvalersi di Andrea Camesasca, il proprietario, uomo dalle molte risorse e che certamente non difetta di quella della comunicazione. Agli ospiti, non mancherà di illustrare i  lavori del territorio e soprattutto quelli legati al vecchio mulino, con le ruote azionate dalle acque del Lambro e che ora producono energia elettrica. Non negherà neppure una visita a quella specie di sancta sanctorum che è la cantina ben fornita e con una tavolata sempre pronta per gli ospiti. Lì, il papà di Andrea, Arnaldo, insieme con quel grande affabulatore che fu Gianni Brera e pochi altri fortunati ospiti si costruiva e si disfaceva il mondo, gustando prelibatezze a chilometro zero, naturalmente irrorate da buoni bianchi e rossi. Raggiungibile a piedi non si deve perdere quel progetto-pilota delle Oasi di Baggero: le immense ferite del territorio provocate dalle cave per fornire il vicino cementificio di Merone, dopo aver scongiurato un futuro di discarica, stanno diventando luoghi per vedere la natura che si riconquista il territorio. All’interno un ostello che a prezzi più che ragionevoli permette di godersi il silenzio e il piacere dell’internazionalità degli ospiti. Altro esempio di buon recupero è il lago di Alserio, dopo essere stato vasca-ricettacolo dei reflui inquinanti, piano piano sta risorgendo e gli abitanti dei dintorni se ne sono accorti. Eccome.
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Cosa è Explora

Voluta da Regione Lombardia, Explora ha anche altri due potenti motori: Unioncamere Lombardia e Camera di Commercio di Milano. In più trova sul territorio altri partner che risultano loro pure indispensabili per la missione. Che è quella di “promuovere il turismo e l’attrattività della Lombardia e delle sue eccellenze convogliando i brand territoriali in un modello operativo e di comunicazione congiunto, sinergico ed efficace, offrendo strumenti e servizi utili al territori e alle imprese”. Fuor di burocratese, sono dei talent scout: cercano realtà che meritano di essere valorizzate. E lo fanno per benino. Usando anche i più moderni mezzi di comunicazione: portale e social. E ora anche una specie di compostela lombarda, si tratta di un passaporto con indicati alcune mete imprescindibili per ogni buon lombardo (e non solo): per esempio, Como, Bergamo, Brescia, Sabbioneta e Mantova, Franciacorta e Valli Bergamasche, Oltrepò Pavese… Ogni tappa avrà una vidimazione che sarà un ricordo importante. Insomma: “La Lombardia è una regione da collezionare”.

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