Immagine di sfondo della pagina ITS, formazione strategica per il turismo. Chinese: “Così costruiamo i professionisti del domani”
27 giugno 2025

Il turismo passa anche attraverso la formazione. Un tassello fondamentale per portare qualità nel settore a partire dai profili junior fino ad arrivare ai ruoli di top management. In questo contesto si inseriscono gli ITS (Istituti Tecnologici Superiori), una realtà che dipende dal Ministero dell’Istruzione e del Merito a completamento della filiera della scuola. Si tratta, infatti, di percorsi biennali che consentono agli allievi di conseguire un diploma di Stato che, secondo la classificazione europea, equivale a un diploma di quinto livello EQF quindi intermedio tra la scuola media superiore e l’università. Su Turismo & Attualità ne abbiamo parlato con Guglielmo Chinese, direttore generale della Fondazione ITS Academy BACT.

D: Che valore ha il diploma ITS per chi desidera proseguire gli studi universitari?

R: Il diploma presso un ITS consente di iscriversi direttamente all’università avendo un riconoscimento di 120 cfu. Pertanto, i nostri allievi fanno un anno integrativo e conseguono la laurea in Scienze del Turismo. Abbiamo tre università partner: con cui elaboriamo i programmi formativi: La Sapienza di Roma, l’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli e l’Università degli Studi del Sannio.

D: Qual è il rapporto tra ITS e mondo imprenditoriale, soprattutto nel settore turistico?

R: Gli ITS sono uno strumento strategico per le imprese del turismo. Parlo di turismo perché è il nostro indirizzo, ma gli ambiti di competenza degli ITS in Italia abbracciano più settori come la moda, la meccatronica, l’enogastronomia, etc. 
Le aziende del nostro Paese hanno bisogno degli ITS per avere un vantaggio competitivo, ed è quello che vorremmo fortemente comunicare a chi opera nella filiera turistica - dalle compagnie aeree ai tour operator passando per le agenzie di viaggi e così via: gli ITS devono rappresentare per loro una possibilità, ossia quella di portare ‘in casa’ delle risorse su cui investire.

D: Ci può fare un esempio concreto di collaborazione tra ITS e aziende turistiche?

R: Msc Crociere, per esempio, ci ha accolto e sono stati tra i primi a raccogliere questa opportunità. Una classe del nostro ITS è in house da Msc che fin dai primi giorni del percorso coinvolge gli allievi nell’attività aziendale. La parte formativa viene fatta on the job e se si considerano 2000 ore in 2 anni, per l’azienda si traduce nell’avere 25 persone da crescere e plasmare con l’eventualità di un’assunzione a tempo indeterminato.

D: Come sono i dati sull’inserimento lavorativo dei diplomati ITS?

R: Il dato nazionale elaborato da Indire, che monitora gli ITS, parla di un inserimento occupazionale derivante dagli ITS di oltre il 90% con un’assunzione che avviene entro il dodicesimo mese dal conseguimento del diploma. È la prova che il sistema ITS funziona. Nel 2025, gli iscritti in Italia sono circa 11mila iscritti, in generale proprio questi numeri bassi hanno consentito parallelamente delle performance eccezionali. 

D: Ci può spiegare i costi e i vantaggi pratici per chi sceglie un percorso ITS?

R: Non vi è alcun costo per iscriversi agli ITS. Inoltre, i nostri studenti godono della mobilità europea grazie al progetto Erasmus+. Il diploma ITS turistico è peraltro l’unico che consente l’iscrizione nelle graduatorie provinciali di supplenza per fare il docente negli ITP e che permette - almeno in Campania - di accedere al titolo di direttore tecnico di agenzia di viaggi senza passare attraverso l’esame regionale. In ultimo, nei concorsi pubblici il 10% dei posti è riservato ai diplomati ITS. 

D: Come viene strutturato il percorso didattico in un ITS?

R: Il percorso didattico lo realizziamo incontrando prima le aziende, ascoltandone le necessità. Vi è un’area di competenze di base con approfondimento delle lingue (generalmente due, inglese/francese o inglese/spagnolo). Poi si aggiunge una parte di diritto legata alla legislazione comunitaria, nazionale e regionale e ovviamente una grande attenzione è destinata alla conoscenza del prodotto turistico e della tecnica turistica. Infine, si entra nella fase specialistica.

D: Che ruolo hanno le nuove tecnologie nella formazione ITS?

R: Siamo fortemente orientati alle nuove tecnologie, la formazione si articola in un contesto laboratoriale con poche lezioni frontali. Parlo di laboratori tecnologicamente molto avanzati che negli ultimi anni abbiamo potuto sviluppare anche grazie ai fondi del PNRR. Gli studenti entrano in contatto col mondo dei Gds, con piattaforme come Travel Compositor, metaverso e AI.

D: Come riuscite a mantenere i percorsi formativi ITS al passo con le esigenze future del turismo?

R: Per noi è naturale guardare avanti, almeno di 2 anni rispetto a quando pubblichiamo il percorso formativo. L’istanza più sentita che arriva dal turismo concerne le competenze di base, quelle strettamente legate alla filiera e al settore. Non è infrequente che si iscrivano in ITS persone già laureate in Scienze del Turismo comunque carenti di una conoscenza approfondita di concetti come ‘destinazione’ o ‘prodotto turistico’. Questo perché in università il taglio educativo è più accademico, in ITS invece la relazione è con chi fa impresa. Per gli ITS è obbligatorio svolgere il 60% delle attività attraverso professionisti di settore. I nostri docenti sono imprenditori, manager e spetta a loro formare i professionisti del futuro mettendo l’accento su una visione di prospettiva con lo sguardo sul domani della travel industry.

Gaia Guarino

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