Turismo e trasporti: flussi in crescita e mobilità da ripensare
Turismo da record, ma servono trasporti integrati, sostenibili e inclusivi per evitare overtourism e valorizzare le destinazioni meno note.
Digitalizzazione dei sistemi e servizi di mobilità sempre più integrati, promozione e migliore accessibilità dei siti meno noti per una più ampia distribuzione sul territorio dei flussi turistici, valorizzazione della mobilità dolce lungo cammini, ciclovie e ferrovie storiche con proposte di turismo culturale e naturalistico. E ancora tutela dei centri storici e delle località di maggior richiamo dall’overtourism, con un approccio alla sostenibilità intesa anche come adesione a principi etici e di legalità. Sono queste le principali indicazioni emerse dal convegno 'Mobilità turistica e l’evoluzione del trasporto passeggeri' organizzato da Economia Pulita.
L’incremento della domanda di trasporto, se non ben governata e soddisfatta, potrebbe addirittura mettere in difficoltà il settore turistico, uno dei più importanti per l’economia nazionale che oggi genera, secondo un'analisi dell’Università Tor Vergata di Roma che include anche l’indotto, fino a 368 miliardi di euro, pari al 18% del PIL. Tra le potenziali minacce anche l’overtourism, con i connessi problemi di affollamento e congestione di luoghi pubblici, musei e mezzi di trasporto.
“A fronte di un costante aumento dei flussi turistici", commenta Pierluigi Coppola, Professore di pianificazione dei Trasporti al Politecnico di Milano ed esperto della Struttura Tecnica di Missione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, "emerge la necessità di creare collegamenti tra le porte di accesso del Paese, come porti, aeroporti e stazioni, non solo verso le principali mete turistiche, ma anche verso quelle destinazioni minori, con l’obiettivo di riorganizzare le presenze sul territorio e aiutare le amministrazioni a contrastare il fenomeno dell’overtourism”.
Arrivi da record: sfida aperta per la mobilità turistica
Il turismo in Italia ha mostrato negli ultimi anni una crescita costante, raggiungendo - secondo i dati Istat - un picco nel 2023 di 133,6 milioni di arrivi, superiore al precedente record del 2019 (131,4 milioni di arrivi). Il 2024 ha segnato un altro primato con oltre 458 milioni di presenze turistiche (+2,5% rispetto al 2023), il numero più alto mai registrato, posizionando l'Italia al secondo posto tra i paesi dell'Unione Europea, superando la Francia e rimanendo dietro alla sola Spagna. Il dato indica un allungamento del soggiorno medio che, secondo le prime proiezioni, è destinato a proseguire anche nel 2025.
Chi arriva nel Belpaese lo fa soprattutto via strada e in aereo, secondo l’ultimo monitoraggio pubblicato dalla Banca d’Italia, infatti, si mantiene intorno al 50% la quota di viaggiatori che hanno utilizzato mezzi su strada, automobili e pullman, a fronte di una quota del 47% di quelli che hanno scelto l’aereo. Rimangono marginali le quote modali della nave (1,7%) e del treno (1,9%). Anche la mobilità turistica interna vede tuttora privilegiare l’opzione stradale: l’automobile resta il mezzo di trasporto più utilizzato, coprendo in assoluto, secondo gli ultimi dati Istat, quasi il 59 % dei viaggi. Si tratta, tuttavia, di una percentuale in costante diminuzione con il conseguente incremento nell’ultimo triennio dei mezzi di trasporto collettivi (aereo, treno, nave e pullman). Ed è proprio sull’offerta di questi ultimi che - con un’efficace pianificazione e integrazione, anche tariffaria, nuove proposte di itinerari e mete alternative, unite a competitività e affidabilità dei servizi - si può giocare e vincere la partita di una mobilità al passo della domanda.
“Nella prospettiva di un turismo sostenibile articolato sulle tre dimensioni fondamentali, ovvero ambientale, sociale ed economica", aggiunge Alessio Claroni, Professore di diritto dei Trasporti e del Turismo dell’Università di Trento, "la mobilità può rappresentare uno strumento fondamentale per ripensare i flussi in modo più responsabile e attento, accompagnati - conclude - da politiche che valorizzino i territori e migliorino concretamente la qualità della vita delle comunità ospitanti”.