Viaggi in Birmania, un caso di coscienza?
Sul numero 30 di Turismo & Attualità in distribuzione n questi giorni (domani su on line),appare una nostra inchiesta sul tema il turismo in Birmania. Dopo gli ultimi eventi nel paese, nel mondo del turismo si è riproposto l’interrogativo se fermare il turismo organizzato verso la destinazione, o continuare per non abbandonare la popolazione. Sono diverse le posizioni che emergono nel panorama dei tur operator.Da un lato il Cts assume la posizione più dura, quella del boicottaggio, e invita i colleghi to a fermare i viaggi per fare massa critica . “Una scelta che nasce dalla consapevolezza che in Birmania l’industria turistica sia nelle mani dei militari.” Dall’altro operatori come Andrea Mele, Mappamondo, o Enrico Ducrot, Elefante, ritengono abbandonare il paese non è una scelta che favorisce la popolazione. Della stessa idea Mosaico Viaggi e Azonzo Travel che sottolinea: “ Boicottare l’industria del turismo è una idiozia. Il turismo fa comunque bene e alimenta la coscienza dei viaggiatori”.