Immagine di sfondo della pagina Viaggiatori d’affari italiani tra i più parsimoniosi: comfort sì, ma con risorse proprie
01 luglio 2025


Il 69% dei viaggiatori d’affari italiani ammette di adottare comportamenti differenti quando è in trasferta rispetto ai viaggi personali. È quanto emerge dalla settima edizione della Global Business Travel Survey di SAP Concur, diffusa in occasione del SAP Concur Day che si è svolto a Milano. L’indagine, condotta da Wakefield Research su un campione di 3.750 viaggiatori in 24 Paesi, tra cui l’Italia, evidenzia un approccio particolarmente prudente da parte degli italiani nella gestione delle spese aziendali.

I dati parlano chiaro: solo il 21% dei lavoratori italiani sceglie hotel di categoria superiore (contro il 34% della media globale), mentre il 25% opta per voli diretti anche se più costosi (contro il 33% del dato globale). Tuttavia, cresce l’inclinazione a migliorare il proprio comfort attraverso spese personali: l’82% dei viaggiatori italiani è disposto a sostenere costi extra non rimborsabili pur di rendere più confortevole la trasferta. «È interessante notare come i viaggiatori siano disposti a pagare di tasca propria per certi comfort, mentre altri siano molto attenti a non sforare la diaria», commenta Andrea Piccinelli, Head of SAP Concur Italy. «Per le aziende è fondamentale comunicare con chiarezza cosa è coperto dalla travel policy e cosa no. Le soluzioni integrate di gestione dei viaggi permettono di definire policy precise e suggerire fornitori preferiti o tariffe vantaggiose, offrendo comfort senza impattare sul budget.» Il 67% dei viaggiatori d’affari italiani si aspetta che nel 2025 i budget di trasferta restino invariati o diminuiscano – una percentuale nettamente superiore rispetto al 48% della media dei Paesi analizzati. Inoltre, l’89% degli intervistati italiani ha già sperimentato un taglio delle indennità nell’ultimo anno.

Non mancano comportamenti creativi per contenere le spese: il 33% sceglie pasti più economici, il 18% si prepara da solo il cibo, mentre altri approfittano di cibo avanzato (18%) o omaggi di hotel e conferenze (18%). Le strategie per rientrare nella diaria variano anche per generazione: il 92% della Gen Z e l’87% dei millennial ammettono di adottare pratiche di risparmio, rispetto al 73% della Gen X e al 64% dei baby boomer. La propensione al comfort personale, anche senza rimborso, resta però elevata, soprattutto tra i più giovani: il 93% della Gen Z e l’88% dei millennial è disposto a spendere di tasca propria, contro il 74% della Gen X e il 62% dei baby boomer.

La survey include anche le opinioni di 700 travel manager in 7 mercati e 600 CFO in 6 Paesi. Tra questi ultimi, quasi la metà (45%) ritiene che la riluttanza dei dipendenti a viaggiare possa avere un impatto negativo sulla salute aziendale entro l’anno.

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