L’Alitalia con orizzonte 2020, al di là dei futuri societari a breve, vede il potenziamento di rotte che generino soldi da clientela corporate.Fabio Maria Lazzerini, chief commercial officer, ha fatto intendere questo dando qualche pillola sul futuro alla stampa trade.Nel 2020 la compagnia aerea dovrebbe continuare a crescere come fatturato, in novembre si attesta al più 5%, in dicembre e’ valutato a più 7%. La chiusura di Linate ha un po’ disperso il traffico.
Milano Linate rimane però il secondo punto focale per il vettore, dove gli shuttle gradualmente si espanderanno. “Dopo Roma Fiumicino, Londra e la da poco aggiunta Parigi, vedo in Catania una possibilità di shuttle con alta caratterizzazione business. Roma vedrà aggiustamenti sull’andamento del mercato. Presenza di voli mattino e tardo pomeriggio sera. Poi stiamo valutando altre due-tre città europee, tipo Bruxelles, Madrid e Düsseldorf dove introdurre il prodotto Shuttle, perché c’è’ traffico corporate principalmente e che vola andata al mattino e ritorno la sera”.
I voli sulla Germania cresceranno a bigiornalieri anche su Stoccarda e Colonia dalla prossima estate. Oltre ad Amburgo che ritorna con frequenza giornaliera.
Nell’area milanese c’è’ il buon successo di Bergamo, perché ha point to point e flussi specie intercontinentali e internazionali in entrambi i sensi. La stessa cosa e’ per Milano Malpensa. Non vi saranno ulteriori espansioni su Malpensa, perché lo spirito e’ in linea con la decisione del passato di fare hub a Fiumicino e quindi si cercherà sempre di portare sempre più passeggeri a Roma.
Un nuovo concetto di pricing su rotte nazionali è in sperimentazione su quattro destinazioni da Roma: Genova, Torino, Venezia e Reggio Calabria. Su queste quattro direttrici le tre tipologie di tariffe permettono di essere anche nelle varie classi tariffarie e quindi con o senza bagaglio a seconda dei periodi e’ possibile trovare qualcosa di conveniente salvo disponibilità. L’esperimento, che sta dando successo passerà a breve anche su altre rotte, in primis la Sicilia. E poi a seguire verso tutto il domestico italiano. Stiamo vedendo che c’è’ riscontro e anche la tariffa media sta salendo. C’è’ quindi gradimento ed aumenta la redditività.
Il recente accordo con Azul è la continuazione di quello che da qualche tempo su sta facendo, cioè avere accordi di questo tipo che aumentano la penetrazione Alitalia in molti mercati che non possono essere serviti direttamente. Ma sopratutto avere anche redditività importanti da queste opportunità, che siano nuove oppure i già esistenti con ridiscussioni che permettano di aumentare l’indice di profitto per ogni singolo segmento volato. “Le alleanze portano benefici, ma non sempre, volare assieme spesso può essere un boomerang per noi, perché il partner può raccogliere nostri clienti e farseli propri”. Lazzerini dice “Azul quindi ha senso, ma stiamo già guardando ancora al centro e Sud America dove abbiamo voli point to point unici. Il Brasile e’ il terzo mercato per fatturato per Alitalia dopo Italia e USA. Il Brasile e’ in un testa a testa con il Giappone".
Cresce la partnership molto stretta con All Nippon e oggi con Kenya Airways presenterà il volo Roma - Nairobi, dove la settimana scorsa abbiamo stretto un accordo molto importante ancor più remunerativo in una parte consistente di Africa. “Quindi non tante alleanze, anche se ne abbiamo molte, dove dobbiamo incrementare i guadagni, proteggendo il nostro traffico. Nel passato si sono stabilite alleanze che poi hanno preparato la strada allo sbarco e sono state più un guadagno per altri che per Alitalia” - chiosa Lazzerini.
Al fattore della redditività Lazzerini ci sta molto attento. Essendo Alitalia un vettore posizionato nella parte bassa delle aerolinee di dimensioni medie la via per crescere e’ prendersi quei clienti che pagano. Pochi ma buoni e’ il concetto. Quindi segmento corporate e leisure individuale medio alto.
Cambiata la politica ad esempio sul Giappone, che perdeva soldi fino a due anni fa con gli aerei pieni sia in Magnifica, che economica. Ora trasporta anche i gruppi, ma a prezzi superiori, privilegiando il corporate cercando di vendere nelle ultime 4 settimane e non riempiendo prima. Oltre ad avere allargato la strategia di inventario di chi viaggia per affari e cercandolo per averlo come viaggiatore.
“La strategia e’ stata quella di asciugare il traffico leisure che non paga a vantaggio del segmento corporate e leisure individuale” ed accenta Lazzerini “Diversamente l’Oceano Indiano verso Mauritius e Maldive ha un passeggero che paga e pernotta in strutture con i quali ci sono intese come Beachcomber a Mauritius”. Oltre al fatto che Alitalia fa azioni sui mercati esteri, che usando Roma in transito permette di avere passeggeri ben paganti che arrivano dall’Europa. Continua Lazzerini - “il successo sia economico per le performance eccellenti di redditività, grazie ai buoni orari ed il servizio diretto, producendo da subito volumi ci ha fatto guadagnare da subito quote di mercato importanti. Alcuni concorrenti partiti con intenzioni molto roboanti, stanno asciugando le loro frequenze settimanali”.
Mauritius e Maldive funzionano anche grazie all’accordo storico firmato da Alitalia con ASTOI, dove in passato c’era qualche problemino e che non volendo alzare i muri si e’ tramutato in una collaborazione che ha portato i tour operator sui voli con un traffico leisure individuale molto buono come fascia spendente. La crescita e’ stata anno su anno del 20-25%. Alitalia ha portato via traffico ai vettori legaci europei e poco se non nulla ai vettori leisure charter italiani.
Alitalia non si impegnerà sui Caraibi eccetto i charter per MSC, a causa della stagionalità più larga e mercati fortemente coperti da vettori charter. Per gli operativi di flotta non si sposano come per Mauritius e Maldive limitate da novembre ad aprile, i Caraibi chiedono anche parte dell’estate dove gli aerei volano sugli USA.
Poca o nessuna intenzione di servire il traffico etnico, “e’ un mercato che riempie le sedie vuote nella bassa stagione, ma non porta poi tanti benefici economici” dice Lazzerini, al contrario sul traffico cargo “due anni fa abbiamo preso una decisione importante e cioè quella di riportare in house le stive. Prima era gestita da Etihad, non avevamo più la struttura di gestione e vendita, i sistemi informatici e l’inventario clienti. Oggi, dopo due anni di duro lavoro, abbiamo aumentato il fatturato di oltre il 30%, abbiamo assorbito risorse umane in cassa integrazione, che ora lavorano nel servizio merci. Anche le stive dei voli sul lungo raggio stanno riempiendo gli spazi vuoti lasciati nel passato. Come pure c’è’ feeder dall’Europa verso Roma o viceversa. Oppure dall’Europa verso l’Italia domestica via Linate. La certificazione Pharma per i prodotti farmaceutici ci porta a trasportare farmaci che fanno guadagnare molte volte di più della merce ordinaria”. Nel passato, tutto questo traffico viaggiava con i competitor stranieri.
Sulla flotta usciranno tutti gli A321 per un totale di 9 aerei. Oltre ai tre (due A330, presumibilmente gli ex Etihad ed un B777/300ER). Quindi si baserà su B777/200ER e A330/200, sul corto gli A320, A319 e Embraer).”Alitala venendo da tre fallimenti non può acquisire aerei” dice Lazzerini e secondo quanto reso noto qualche giorno fa cercherà di aumentare il volato a doppia cifra per gli aerei a lungo raggio e quasi per il corto raggio. L’uscita degli A321 da 200 posti e’ per limite di vita delle cellule.
Marco Finelli