Immagine di sfondo della pagina Esame guida turistica nazionale, GTI: “Programma dispersivo e poco coerente. Sembra un quizzone”
09 luglio 2025

Guide Turistiche Italiane (GTI) si pronuncia riguardo al programma del futuro primo esame per Guida Turistica Nazionale, pubblicato nei giorni scorsi sul sito del Ministero del Turismo.
Nonostante alcuni aspetti positivi, la struttura generale del bando presenta criticità significative che rischiano di compromettere la qualità della preparazione dei futuri professionisti.

Aspetti condivisibili e punti di forza

GTI accoglie con favore la sezione del bando che prevede simulazioni di visita guidata su siti, musei e opere di grande rilevanza. Pur riconoscendo una certa inclinazione verso l'archeologia - forse imputabile alla composizione della commissione esaminatrice - si ritiene che il meccanismo sia funzionale e che i siti proposti siano effettivamente rappresentativi. Viene apprezzata inoltre l'inclusione di una lista chiara di leggi e normative su turismo, patrimonio culturale e accessibilità, che offre un orizzonte di studio definito, evitando dispersioni.

Criticità maggiori: una lista di luoghi 'Priva di Logica'

Le maggiori preoccupazioni di GTI si concentrano sulla lista quasi infinita di luoghi, musei, siti archeologici e chiese che compongono gli allegati relativi alle prove scritta e orale. "Avevamo già espresso queste perplessità durante il tavolo di lavoro ministeriale e le nostre preoccupazioni sono ora confermate e accentuate. A suo tempo avevamo formalmente comunicato al Ministero la nostra contrarietà a un principio di selezione basato su una mera enumerazione di luoghi e opere", sottolinea il direttivo dell'Associazione.
GTI ritiene che un programma basato su epoche storico-artistiche e archeologiche, eventualmente circoscrivendo alcuni artisti o periodi, sarebbe stato di gran lunga più efficace. Questo approccio avrebbe permesso ai candidati di sviluppare i collegamenti tra le opere e i luoghi, riflettendo la vera natura del lavoro di guida: trovare connessioni, divulgare diversi livelli di conoscenza e adattare le informazioni al contesto e al pubblico. L'attuale impianto dell'esame si configura come un 'quizzone' basato sulla mera memorizzazione di nozioni slegate, date e nomi, senza un contesto che le renda significative. Ciò rischia di tralasciare le fondamenta essenziali di storia italiana, arte, archeologia e geografia. Una guida professionale dovrebbe possedere solide basi generali, metodo e capacità di analisi, che gli consentano poi di approfondire specifici settori o luoghi di lavoro.
"Questo metodo ci appare insensato, soprattutto alla luce del titolo di studio richiesto: le scuole superiori non insegnano storia dell'arte, storia, archeologia e geografia turistica attraverso liste infinite, ma per epoche, caratteri generali e approfondimenti, incoraggiando gli studenti a contestualizzare le informazioni", proseguono.

Dubbi sulle località selezionate dal Ministero

Infine, GTI nutre ulteriori perplessità su alcune delle località selezionate che risultano chiuse al pubblico o difficilmente accessibili ai turisti - un esempio è un sito raggiungibile solo tramite un trekking di svariati chilometri, più adatto a una guida escursionistica. Si evidenzia inoltre una netta sproporzione verso l'archeologia a discapito della storia dell'arte. Il direttivo GTI conclude con un pensiero propositivo: “Capiamo le aspiranti guide, comprensibilmente sconcertate da un programma così raffazzonato. Confidiamo che in futuro, considerando che l'esame sarà annuale, si possano apportare miglioramenti significativi per raggiungere un livello più appropriato e in linea con le esigenze della professione”.

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