E’ proprio vero che l’appetito vien mangiando. A patto naturalmente di avere un buon stomaco. Fuor di metafora è quel che accade al gruppo Uvet, saldamente governato da Luca Patanè che dopo essersi messo in pancia Settemari, qualche albergo ora è lì-lì per portarsi a casa anche Blue Panorama, la compagnia aerea in commissariamento. Che le cose siano pressocché fatte lo dicono la proverbiale prudenza di Patanè che non è certo uno da dire quattro se non ce l’ha nel sacco e poi il fatto che non c’è stata una lotta ai coltelli per presentare un’offerta. C’è poi anche un altro indizio: convocare una conferenza stampa il 31 di luglio per annunciarlo è da temerari. O da scaramantici. Chissà
“Nostra intenzione è stata quella di voler completare la filiera di Uvet. Se poi riusciamo a ottenere i risultati che stiamo ottenendo con Settemari…”, a parlare è Patanè che non sta a nascondersi dietro un dito. “A metà anno il bilancio del gruppo è buono e le prospettive lo sono ancora di più. La liquidità non ci manca e allora… perché non buttarci. Anche perché – prosegue Patanè – il mercato non aspetta nessuno. E noi siamo ancora piccoli, ma siamo veloci nel decidere e nell’agire conseguentemente. Mi aspetto che la flotta di Blue Panorama entro la fine dell’anno indossi i colori e il marchio del gruppo”. Se l’operazione-acquisizione andrà in porto, il gruppo Utet si doterà di dieci aeromobili in grado di fare voli i linea e voli charter a corto, medio e lungo raggio.
A far prendere rapidamente la decisione, racconta Patanè, è stato anche un po’ di sano sciovinismo italiano: non ne posso più di vedere compagnie e operatori stranieri che vengono a cannibalizzarci: “Siamo bravi anche noi e possiamo dimostrarlo sia in Italia sia in Europa”. Del resto l’ “azienda” da impresa familiare con qualche decina di dipendenti, sotto la guida di Luca Patanè è diventata un’impresa di tutto rispetto con oltre 1100 dipendenti che guarda all’Italia e anche fuori. A domanda se e chi gestirà la compagnia aerea, Patanè non esita: “Dapprima ci voglio guardare bene dentro io, così da uniformarla agli standard imprenditoriali di Uvet, spalancheremo le porte alla tecnologia, agli investimenti e alla comunicazione. Naturalmente, come nostra tradizione, cercheremo di fare tutto senza l’ingresso di nuovi soci”.